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La discriminazione degli eterosessuali

Il problema dell’omosessualità non finirà mai di generare infinite discussioni, e le sentinelle ne sono un ulteriore espressione. C’è chi dice sia una malattia, chi un fenomeno umano naturalissimo, chi una perversione, chi Signorini; insomma, non si riesce a cavare un ragno dal buco.

Migliaia di mail sono arrivate alla redazione dell’Oltreuomo chiedendo di risolvere il problema una volta per tutte. Non è facile assumere il compito che un tempo era di Dio, ma la cosa ci sollazza da una certa fame narcisistica, perciò abbiamo deciso di accettare con soverchia di caratterizzazione quest’iperbole di anestetica sineddoche che la problematicità del circolo ermeneutico ci obbliga ontologicamente e aporeticamente all’auto-risoluzione tramite l’oggettivazione parossistica dei termini della discrasia. Chiaro no?

Perciò non riponendo abbastanza fiducia nella vostra soglia attentiva, ho deciso di utilizzare la forma della favola per rivelare la verità. Rimboccatevi le coperte e spegnete i cellulari…si comincia.

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La discriminazione degli eterosessuali

L’isola di Invertopia si trova esattamente al centro del mare che divide Omofobolandia dalla Repubblica del Femminismo. É un’isola molto piccola ma molto molto popolosa. Le spiagge di Invertopia sono le più belle del mondo; le discoteche aperte 24 ore su 24 e l’assenza di inibizioni hanno fatto sì che questo staterello si ergesse a capitale mondiale del divertimento e della gonorrea.

La popolazione è composta per la maggior parte da omosessuali maschi, che dopo la grande egidia degli anni 2000, sotto la guida del profeta Santo Paone, si sono autodeterminati in questo splendido paradiso esotico. Le poche donne sono preferibilmente lesbiche e hanno la funzione di venire artificialmente inseminate per sfornare qualche nuovo abitante.

La forma di governo è costituita dal duumvirato Dolce & Gabbana, i quali abitano e governano in una splendida e maestosa villa collocata sulla cima del colle Pene, che domina tutto lo stato. L’economia è basata sulla Moda e sul Design, l’esportazione è altissima tanto quanto l’importazione delle materie prime; operai, muratori ecc… vengono assunti con un contratto a tempo dagli altri paesi quando vi è necessità.

Non esiste una religione di stato, l’ateismo è uno dei principi fondamentali di Invertopia; gli Invertopiani conoscono bene l’odio e la violenza che possono generarsi dal conflitto delle religioni, perciò appena qualcuno manifesta degli atteggiamenti di simpatia verso qualche divinità viene punito con la condanna a vestire capi di H&M per un anno.

La cultura è forse la vera forza di questa meravigliosa nazione. Da quando si è separata dal resto del mondo, la popolazione omosessuale ha potuto dedicarsi senza freni allo sviluppo delle arti, della tecnologia e delle scienze empiriche con risultati strabilianti, diventando la nazione più ricca e prolifica del pianeta. Gli altri paesi, rimasti orfani degli omosessuali, sono quasi tornati all’età della pietra, se non fosse per i bambini omosessuali che ancora vi nascono, che mantengono un po’ di civiltà finché non scoprono l’esistenza di Invertopia e vi si trasferiscono.

Insomma, Invertopia è un vero paradiso, se non fosse per un gravissimo problema: l’eterosessualità.

L’8% della popolazione è infatti eterosessuale e negli ultimi anni sembra che questa incidenza tenda ad aumentare. Un tempo gli eterosessuali erano nascosti e impauriti nel rivelare la loro sessualità, ma negli ultimi tempi la rinascita dello studio dei romanzi ottocenteschi ha dato nuova forza a chi sente l’impulso di fare outing.

Gli eterosessuali chiedono diritti, chiedono il matrimonio, chiedono il calcio, chiedono di non essere più discriminati e di poter concorrere a cariche pubbliche. Nonostante il governo diffonda immagini e documentari sulla rozzezza di Omofobolandia, questi la vedono come uno stato sì arretrato, ma libero, naturale, ricco degli antichi valori ancestrali delle origini. Molti partiti all’interno dello stato considerano l’eterosessualità ancora una malattia, come qualcosa di troppo naturale.

L’associazione arcietero conquista sempre più iscritti, così come si sta diffondendo il cattolicesimo, i cui adepti se ne sbattono se poi sono puniti con la condanna a vestire H&M. Ogni anno la manifestazione eteropride registra sempre più partecipanti, gli uomini sfilano per le città baciando ostentatamente delle donne.

Ma la conseguenza più tragica di questa diffusione dell’eterosessualità è che il gusto e lo stile stanno lentamente tramontando. Gli etero abbinano male i colori, diffondono la stupidità e l’amore per gli sport, costruiscono case orrende, ingrassano. La bellezza sta per svanire.

Le tensioni all’interno del paese sono sempre più forti. Ogni giorno sui giornali si leggono notizie di coppie eterosessuali pestate a sangue da frange di eterofobi integralisti, di discriminazioni sul lavoro, di ragazze assunte ai vertici di aziende importanti perché si sono concesse a direttori col vizietto.

Anche la politica è stata più volte coinvolta in questi scandali. Il ministro delle scarpe Carlo Busi è infatti stato recentemente paparazzato mentre si scambiava tenerezze con una donna; il sottosegretario al Design si è dovuto dimettere perché si è scoperto che aveva una vera e propria famiglia clandestina, con tanto di bambini concepiti naturalmente.

Non si sa a che risultati possa portare questa rivoluzione che sta avvenendo ad Invertopia; l’unica cosa certa è che l’eterosessualità è un fenomeno umano, e come tale ci sentiamo di dire che va rispettato e non discriminato. Esisterà sempre e comunque, non è una malattia, non è una perversione: è solo un cazzo duro, dove infilarlo è una delle poche libertà che dobbiamo difendere con la vita.

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