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Se perdo peso sono intelligente – Intervento a Radio in Corso

Questa volta la società ha davvero esagerato! Premetto che io sono il cittadino medio che utilizza internet per acquistare i biglietti dei voli low cost, guardare gli orari del treno, farsi una cultura su wikipedia, oziare su facebook e scaricare pornografia sempre aggiornata. Per questo, sulle prime, quasi non ho notato il proliferare di annunci pubblicitari inerenti le diete. Giorno dopo giorno, però, il fenomeno si è fatto più avvolgente e le foto di ciccioni hanno insediato la mia attenzione come farebbe lo slogan reiterato di un demente.

Ma io non sono grasso, pensavo tra me e me. Tuttavia sbirciavo sempre più esplicitamente il mio profilo riflesso sullo specchio del bagno. Un profilo medio. Non c’è da lamentarsi, mica ci lavoro io con il fisico. E poi sono intelligente. Però, che sono intelligente mica si vede. E cos’è poi l’intelligenza? Non ne esiste una definizione univoca e accettata. La tartaruga sul ventre invece chiunque sa descrivertela e al mare fa sicuro più effetto di Coleridge.

Definiamo l’intelligenza come un qualcosa il cui effetto palpabile sia un buon livello di adattamento all’ambiente. Bisogna ammettere che quel maciste e quella soubrette a cui stringe saldamente la natica sul ponte della loro barca sono adattati. E quindi intelligenti. Ci vuole una dieta.

Prima non è che non mi servisse, solo non ci pensavo. Tutta questa pubblicità che promuove il facile accesso a un corpo perfetto mi ha aperto gli occhi. Se c’è il rimedio deve per forza esistere qualcosa da rimediare. Chi più chi meno è ovvio. Basta ci siano sempre dei modelli a cui tendere. Nel senso letterale. Uomini e donne dal fenotipo perfetto, statuari, vigorosi, forti, eroici. Non possiamo farne a meno ma che fatica.  Insomma, per dirla con le parole di Brecht, beato quel popolo che non ha bisogno di diete.

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