Il ruolo della CPAP nella gestione delle patologie respiratorie
Il ricorso alla ventilazione CPAP è una delle opzioni che si hanno a disposizione per trattare alcuni disturbi respiratori. CPAP sta per Continuous Positive Airway Pressure, espressione inglese che significa Pressione Positiva Continua delle Vie Aeree.
La terapia CPAP è una particolare forma di ventilazione artificiale ed è particolarmente diffusa, anche per il fatto che può essere eseguita in ambito domestico. Si effettua con un dispositivo le cui parti principali sono un corpo macchina (che contiene un ventilatore), un tubo flessibile e una maschera nasale o facciale. In sé, il funzionamento è piuttosto semplice: il dispositivo eroga aria e applica una pressione positiva continua nelle vie aeree e le mantiene aperte favorendo la respirazione.
Questa forma di ventilazione è il trattamento cardine per la sindrome delle apnee/ipopnee ostruttive nel sonno (OSAS, o popolarmente “apnea notturna”); si parla in questo caso di CPAP notturna perché il dispositivo viene utilizzato durante il riposo notturno per evitare ipopnee o apnee.
Ventilazione CPAP: utile non soltanto per le apnee notturne
Per quanto la ventilazione CPAP sia per lo più nota come terapia gold standard per l’apnea notturna, è corretto precisare che sono diverse altre le condizioni per le quali può essere vantaggioso utilizzarla.
È per esempio impiegata nel trattamento del cosiddetto respiro periodico, condizione patologica nota anche come respiro di Cheyne-Stokes e caratterizzata dall’alternanza di lunghe apnee a cicli respiratori brevi e frequenti. Va precisato che l’apnea che caratterizza questa condizione non è dovuta a un’ostruzione più o meno marcata delle vie aeree, bensì è un’apnea centrale (manca l’impulso nervoso che regola il respiro).
La ventilazione CPAP è talvolta utilizzata, in associazione ad altre terapie, anche in alcuni pazienti affetti da BPCO, la broncopneumopatia cronica ostruttiva e anche in alcune situazioni di emergenza (per esempio in casa di edema polmonare acuto).
La ventilazione a pressione positiva è usata anche per supportare la respirazione in pazienti affetti da gravi patologie neurologiche, come per esempio la SLA, la sclerosi laterale amiotrofica.
Ventilazione CPAP: la personalizzazione del trattamento
Il dispositivo utilizzato per la somministrazione della terapia CPAP deve essere opportunamente regolato a seconda delle esigenze specifiche dei pazienti, esigenze che variano da caso a caso a seconda del tipo di patologia da trattare e dalla gravità della stessa.
In linea di massima, il dispositivo viene regolato impostando la pressione d’aria minima che serve a tenere pervie le vie aeree, tuttavia è sempre lo pneumologo la figura specialistica alla quale è necessario fare riferimento per quanto riguarda la configurazione dell’apparecchiatura. In altri termini, è necessaria una specifica personalizzazione del trattamento per ottenere i migliori risultati.
I principali effetti collaterali della terapia CPAP
I principali effetti collaterali legati alla ventilazione CPAP sono la secchezza nasale e la secchezza delle fauci. È per questo motivo che i dispositivi CPAP di ultima generazione sono compatibili con umidificatori che possono eliminare o quantomeno ridurre notevolmente tali effetti indesiderati.
È anche possibile che le maschere facciali, soprattutto se indossate diverse ore al giorno, lascino dei segni sul volto; è quindi importante effettuare varie prove così da poter scegliere la maschera meglio tollerata dal paziente.