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Tante cose divertenti che non farai mai più

Non esiste nulla di più odioso che invecchiare e venire progressivamente spodestati dalla scena mondana del proprio contesto socioculturale dalle generazioni più giovani. Riformulo, che cazzo ci fanno tutti questi ragazzini nel bar dove io e la mia compagnia siamo cresciuti?

Purtroppo è il cerchio della vita, il Re Leone lo spiega chiaramente. Un giorno lecchi Rum dalle tette di una svedese durante il tuo erasmus a Umeå e il giorno dopo cambi il pannolino a tuo figlio, fantasticando con orgoglio su dove infilerà quel cosino piscione quando sarà grande. Sono cose belle in modo diverso come l’Inter di Radiofreccia.

Vedere i più giovani fare cose che tu non farai più è angosciante, ma fa parte del gioco. Ci sono casi intollerabili, per esempio l’altro giorno sulla metro verde un ragazzino ha mostrato al suo amichetto una T-shirt con lo smile ubriaco chiedendo “ti piace questa maglia DELLA Nirvana?”. Inutile dire che mi sono alzato e gliel’ho infilata nel culo.

Il punto non è “la vita comincia a cinquant’anni” o “ogni età della vita ha il suo perché”, tutta la retorica dell’invecchiare restando giovani dentro non potrà mai sostituire il gusto della scoperta.

Dato che la maggior parte di noi è vecchia ripercorriamo insieme le cose divertenti che abbiamo già fatto e perduto per sempre.

cose divertenti

Il campetto di calcio.

Ogni sabato andavi al campetto e trovavi tutti i tuoi amici, talmente tantissimi che bisognava fare più squadre e ruotare. Con gli anni gli amici diventano sempre meno e coinvolgi i ragazzini più giovani controvoglia. Oggi con i tuoi amici trentenni paghi dieci euro per un’ora in cui ansimi come un labrador. Sempre se superi l’inferno di trovare dieci persone disponibili.

Le scoperte sessuali.

Hai presente le dichiarazioni in cui Ruby descrive con minuzia si dettagli le orgette di Silvio? Bene, ora immagina di sostituire l’ottuagenario con un quattordicenne primo pelo, dopo un mese di sesso ininterrotto morirebbe come un tossico che si è dimenticato di respirare. Tutte le porcate sessuali conquistate per la prima volta sono uno schiaffo alla morte, dopo impari a conoscerle e sostituisci il piacere della scoperta con quello della conquista. Se esiste il paradiso dev’essere il luogo dove vivi per l’eternità l’emozione di infilare per la prima volta la mano nei pantaloni di una ragazza e sentire che è umida.

Le prime bevute.

Ti accorgi che bere è piacevole quando diventa tutto leggero e cominci a parlare come Silvio Muccino.  Poi arriva il momento in cui prendi per il culo i ragazzini più giovani perché non reggono l’alcol. Infine vorresti ucciderli perché hanno occupato il tavolo e sembrano divertirsi molto più di te.

I primi viaggi con gli amici.

Libertà, libertà, libertà e immaginazione. Quanto è potente la voglia di partire per la prima volta da solo con gli amici e andare a fanculo come se fosse 883? Perché puoi farlo ma non puoi del tutto, devi sempre rendere conto. Ti corre lungo la schiena il brivido delle piccole trasgressioni e immagini scenari da commedia americana. Alla decima volta ti rassegni che non è così.

La musica.

La nostra generazione ha ereditato le band dai suoi genitori. Mi ricordo quando frugavo tra i vecchi vinili di mio padre per rubare un po’ di Led Zeppelin, una fetta di Beatles o qualche bicchiere del nostro cantautorato. Homer Simpson, il più vero tra i filosofi underground, dice “a che servono i gruppi nuovi? Lo sanno tutti che la musica ha raggiunto il suo apice negli anni settanta”. Personalmente quello che soffro è non toccarla più, spendere ventimila lire e divorare le pagine del booklet dentro il CD caga in testa alla possibilità di avere tutte le discografie del mondo dentro al telefono.

Tutto.

Alla fine è normale, se oggi ti godi qualcosa, ripensandoci domani proverai una specie di malinconia viscosa che chiamerai nostalgia.

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