Oltreuomo Docet

Il raduno nazionale degli alpini

In questi giorni, e fino all’11 maggio, la città di Pordenone ospiterà l’ottantasettesima adunata nazionale degli Alpini. La notizia, di per sé, non dovrebbe destare particolare interesse per i lettori che non rientrino nelle categorie di alpino/simpatizzante alpino o pordenonese. Tuttavia è proprio a partire da quest’ultima categoria che analizzare i preparativi dell’evento assume un contorno decisamente interessante. Nelle settimane precedenti all’arrivo vero e proprio delle Penne Nere, infatti, Pordenone sembrava la descrizione fatta e finita di una vecchia poesia del poeta greco Costantino Kavafis: Aspettando i Barbari. Intendiamoci, non perché si potessero ascrivere presunte qualità barbariche ai suddetti Alpini. Piuttosto perché l’attesa per il loro arrivo era così spasmodica, che il fatto che non si vedessero Penne Nere all’orizzonte faceva dubitare fortemente non tanto della loro esistenza, quanto più di tutta la macchina organizzativa allestita per ospitarli.

L’arrivo degli Alpini, infatti, era accompagnato da un insieme di dicerie e leggende che si moltiplicavano passando di bocca in bocca e che, a ogni passaggio, ne moltiplicavano il numero (inizialmente di parlava di 400000 persone, ma quotidiani decisamente “sul pezzo” negli ultimi giorni hanno rispolverato la mitica cifra delle 800000 presenze!), ne descrivevano i crescenti disagi per la viabilità (a un pordenonese toccate tutto ma non i parcheggi!) e sottolineavano la necessità di fornire loro un’accoglienza adeguata. Aspetto, quest’ultimo, che ha portato numerosi esercenti (e non solo) a investire un gran bel jolly sull’arrivo degli Alpini. Così da rifarsi dei guadagni spesso non entusiasmanti dei mesi passati. Insomma, Pordenone era diventata una città in fermento, coinvolta (a vario titolo) nella fibrillante attesa per l’arrivo delle Penne Nere.

Penne Nere che poi, in maniera costante e inarrestabile, hanno iniziato ad arrivare. Riempiendo la città e i comuni limitrofi con la loro allegria, con la loro voglia di festeggiare e con il desiderio di condividere le loro esperienze con tutta la comunità. Così le vie di Pordenone si sono trasformate in chioschi a cielo aperto, tragitti di fanfare alpine, via vai di Penne Nere a bordo di qualsiasi tipologia di mezzo di locomozione (biciclette, motorini, jeep, birocci vari…), raduni organizzati di ex-commilitoni, situazioni di convivialità gioiosa, vino a fiumi e chi più ne ha più ne metta. E, va detto, siamo solo all’inizio. Perché sì, perché prima che i rivoli alcolici prendano completamente possesso della città e della memoria dei partecipanti all’adunata, e prima che le vie cittadine siano così confuse e trasbordanti da non lasciare adito a un’osservazione che vada al di là dell’identificazione di un chiosco cui rifornirsi, vorrei ricordare a tutti come Pordenone si sia preparata all’arrivo degli Alpini. Ovvero di come, ironicamente, si sia lasciata prendere leggermente la mano, facendosi inondare dal sacro spirito alpino. Spirito capace di estrarre dall’animo del pordenonese medio tutta quella dose di fantasia e inventiva che, usualmente, viene repressa in modo magistrale dal grigiore della città. Perché, se sguinzagliata, la fantasia del pordenonese medio non è seconda a nessuno (Oltreuomo docet)! Le seguenti fotografie, che ho deciso di suddividere per categorie, sono qui a dimostrarlo.

– CIBO:

Inutile dire che l’aspetto culinario e bevereccio è uno di quelli che la farà da padrone nel corso dell’adunata. Le Penne Nere hanno stomaci robusti e fegati forti, e la città si è preparata al meglio per accogliere tutte le loro esigenze! Al di là del cibo, però, l’aspetto interessante è che un sacco di prodotti (più o meno locali) sono stati “alpinizzati”, per invogliarne all’acquisto. Il processo di “alpinizzazione”, però, a differenza di molti altri processi di modificazione culinaria, è molto semplice. E consiste nella semplice aggiunta di grappa (o vinacce) al cibo che si vorrà modificare. Poca spesa, massima resa!

 

1) gelato grappa

Nelle frizzanti serate primaverili non c’è nulla di meglio di un buon gelato alla grappa per riscaldarsi!

2) PROSCIUTTO

La meta dell’alpino non può che essere il prosciutto “alle vinacce”…

3) SALSICCIA

Narra la leggenda che ogni dieci chili di salsiccia dell’alpino si ha diritto a un cappello in omaggio

– CARTELLI:

La chiarezza e la semplicità sono delle doti preziose. Nel caso di un’adunata di Alpini, però, diventano delle prerogative irrinunciabili! Le comunicazioni devono essere precise e stringate, facendo sì che non vi siano rischi di incomprensioni, confusioni sui prezzi o sulle tipologie di prodotto, mercanteggiamenti stile suk arabo. Gli esercenti medi (pordenonesi e non) si sono attenuti a tale principio (anche se qualche “sciacalleria” vinicola è sempre dietro l’angolo). Spesso integrandolo con qualche “personale” suggerimento o con qualche gioco di parole così da rendere l’acquisto più accattivante.

4) MACELLERIA

Collegandoci alla categoria precedente, conoscendo la passione degli Alpini per la carne, questa macelleria ha subito messo le mani avanti…

5) GRASSO DI FOCA

Chi di voi non ha bisogno di una bella fornitura di grasso di foca militare?

6) FRITTO

Che non si dica che gli Alpini mangiano solo carne! Si spera, piuttosto, che il fritto non sia fatto nel grasso di foca di cui sopra…

– NEGOZI:

Se l’“alpinizzazione” di chioschi, bar e ristoranti è all’ordine del giorno (come vedremo nella categoria successiva) un po’ più rara, ma non per questo meno curiosa, è quella di negozi la cui affinità merceologica con le necessità delle Penne Nere è alquanto discutibile. Come sottolineavo in precedenza, però, la fertile mente pordenonese ha dato il là a soluzioni artistiche di indubbio gusto. Il cui impatto visivo, seppur spesso tenue, è una prelibatezza che un occhio attento e vigile non può farsi mancare.

7) BIMBO

Le rime, come insegna il fritto della foto precedente, non passano mai di moda. Dopo “alpino”, si rima con “penne nere”!

8) BIMBA

Il numero di manichini vestiti da alpino presenti in città è di difficile conteggio, ma questa bambola agghindata può ben riassumere lo “stile” che li pervade.

9) CONIGLI

Come farsi mancare degli allegri coniglietti tricolore strafatti di Vinavil? Il souvenir ideale per l’adunata!

 

– BAR:

Le grandi perle dell’“alpinizzazione”, però, ci giungono senza ombra di dubbio dai bar e dalle osterie. In questo caso si sono toccati dei livelli di allestimento alpino veramente degni di nota. Con impalcature, costruzioni posticce, bandiere, striscioni e ammennicoli vari. Chi più ne ha più ne metta, insomma, perché ogni bar si è sbizzarrito a modo suo. Tanto che davvero documentarne le scelte stilistiche sarebbe stata un’operazione che avrebbe richiesto un servizio fotografico a se stante. Mi sono quindi limitato a segnalare alcune delle migliori, confidando che chiunque leggerà quest’articolo proseguirà nell’opera documentaristica!

10) FARMACIA

A ognuno la sua farmacia…

11) POINT CABERNET

…e a ognuno il suo check point!

12) JO MAME

L’adunata, oltre che un’occasione conviviale, è anche una buona scusa per imparare nuove lingue. Il friulano è indubbiamente una di queste!

– SACRO&PROFANO:

Alcuni sociologi hanno descritto il culto degli Alpini come qualcosa ai limiti di un paganesimo panico di matrice bacchica. Tuttavia, accantonando queste noiose definizioni da topi di biblioteca, l’arrivo delle Penne Nere ha creato una commistione di sacro e profano percepibile a ogni angolo della città. Canti, strepiti, grida, balli festosi, fisarmoniche, fanfare, profumo di vino nell’aria, odore di carni e umori di corpi. Una sorta di grande rito purificatore a cielo aperto cui tutti i partecipanti si sottopongono con gaudio e giubilo. Come stupirsi, quindi, se agli Alpini medesimi vengono poste richieste dal sapore “ultraterreno”. Allo stesso tempo, però, come stupirsi se la commistione di sacro e profano subisce delle degenerazioni non così facilmente pronosticabili.

13) aiuto alpini

Là dove non possono arrivare né la scienza né la religione, ecco giungere la richiesta di salvataggio agli Alpini…

14) PAPA

Mi correggo: il Papa Alpino ce la potrebbe fare!

15) COMPRORO

L’oro e i “gioielli” degli Alpini fanno gola a molti. Ecco perché i compro oro si sono “alpinizzati” a loro volta!

– CIO’ CHE RESTA

E così, cari amici più o meno alpinizzati, anche questo breve reportage volge al termine. Con la giornata odierna (dopo alcune giornate di rodaggio) a Pordenone inizieranno i grandi festeggiamenti per l’ottantasettesima adunata degli Alpini. Auguro a tutti, presenti e non, di viverla nel migliore dei modi. Aver osservato la città nel suo fermento pre-adunata mi ha dato la possibilità di vedere la crescita non tanto di un luogo fisico, quanto più di un insieme di aspettative, curiosità e possibilità. E ciò, a me come ai miei concittadini e alla mia città, non capitava da molto tempo. Non è questo, però, il luogo di banalità o buonismi, quindi mi congedo con l’ultima miscellanea fotografica, che vuole essere un saluto e un invito. Un invito a ricordare ciò che c’era e, allo stesso tempo, a ricordare ciò che resterà.

16) IL PONTE DI BASSANO

Questo è un gadget indispensabile per chiunque voglia portare sempre con sé lo spirito alpino! Una riproduzione del ponte di Bassano con altoparlanti incorporati che mandano in loop perpetuo la famosa canzone patriottica…

17) MULO

Dopo ripetute degustazioni di gelato alla grappa il tuo bambino ha deciso che da grande vorrà fare l’Alpino? La riproduzione in cartapesta di “Martino, il mulo alpino” è il regalo che lo indirizzerà sulla retta via!

File foto: “abbandono”

18) ABBANDONO

“E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi? / Era una soluzione, quella gente.” (C. Kavafis, Aspettando i Barbari)

Andrea Gratton

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