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La giornata tipo di uno pseudointellettuale

Lo pseudointellettuale, o hipster, o radical chic, o testa di cazzo, è uno dei tipi umani ancora pesantemente radicati nella nostra società. Nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione verso la diffusione di questa specie malvagia, sono sempre più numerosi gli esemplari che riempiono le piazze e le bacheche dei social network. Ma Bisogna conoscere bene il nemico per poterlo sconfiggere. Analizziamo perciò la giornata tipo di uno pseudointellettuale per carpirne i misteriosi segreti.

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# SVEGLIA

Gli accordi di The Suburbs degli Arcade Fire interrompono il sonno del nostro eroe. Una volta spenta la sveglia un attacco d’ansia gli ricorda che è un fallito, ma si rincuora pensando che l’ansia è un sentimento tipico degli artisti. Dopo mezz’ora trascorsa ad arricciarsi i baffi davanti allo specchio, venti minuti a stropicciare i vestiti da indossare, e un’oretta a cercare di nascondere la stempiatura con un macchinoso riporto, lo pseudointellettuale è pronto per uscire. Sta per cominciare l’ennesima replica del suo spettacolo.

#MATTINA

Inforca la bicicletta per percorrere qualche decina di metri, poi la parcheggia ad un paio di chilometri di distanza dal bar dove va a fare colazione. Il percorso a piedi gli permetterà infatti di specchiarsi sulle vetrine dei negozi per valutare il proprio aspetto ed eventualmente correggere qualche errore nel suo look, come una tracolla non perfettamente dondolante o un risvoltino dei pantaloni inappagante. Fa colazione in un piccolo locale che gli ricorda tanto un café parigino; si siede accanto alla finestra e sorseggia il suo cappuccino aprendo l’Educazione Sentimentale di Flaubert. Dopo aver cercato invano di comprendere le prime quattro righe, ha un crollo di concentrazione e controlla quali sono gli hashtag in tendenza su twitter, ovviamente nascondendo lo smartphone tra le pagine del romanzo. Scrive uno status copiando una frase a caso del libro e se ne va verso la facoltà, dove passerà la mattinata a frequentare distrattamente corsi che non fanno parte del suo piano di studi, che fa tanto dandy.

#PRANZO

Il pranzo è dedicato ad Instagram ed alla composizione delle foto da scattare. Cibo indiano, Persol lenti Baush & Lomb, La certosa di Parma e pacchetto di Gauloises sul tavolino; smartphone in mano pronto a scattare e tanta merda del cervello. Cinquantanove tentativi sono in media quelli necessari per ottenere l’immagine giusta da condividere. Dopo aver buttato via il pranzo esotico ed essersi riempito lo stomaco con un panino con la mortazza, si fuma una meritata sigaretta seduto su una panchina scrutando l’orizzonte. A volte ama accompagnare questo rituale scrivendo i pensieri più profondi su una Moleskine. In mancanza di pensieri in generale, questa si riempirà di disegnini di cazzetti stilizzati. 

#POMERIGGIO

Trascorre la prima parte del pomeriggio in aula studio a memorizzare titoli di film della Nouvelle Vague per fare colpo sugli amici. Impararne tre gli richiede almeno un paio d’ore. Poi si arma di cuffie e passa il resto del pomeriggio ad ascoltare musica con il suo I-Pod. Ha rinominato come compositori classici tutta la discografia di Madonna, che ascolta segretamente e morbosamente sperando di non essere mai beccato.

#APERITIVO

L’aperitivo è il momento più importante della socialità. Si presenta alla sua compagnia con un paio di riviste intellettuali in mano scusandosi per il ritardo e adducendo come scusa il fatto di non essersi accorto del tempo che passava perché era immerso tra i romanzi della libreria accanto. Beve solo vino bianco frizzante – tutto il resto è da ignoranti – e cerca di spruzzare cultura da tutti i pori. Quando parla tutti devono ascoltarlo, quando parlano gli altri comincia a twittare compulsivamente aforismi di Pasolini o di Rossellini, che per lui sono la stessa persona.

#SERATA

Dopo aver mangiato una disgustosa pasta vegetale scaduta per cena, si ritrova a dover passare la serata solo come un cane. A quel punto tutta la sua disperazione si esprime nell’uso dei social network. Si fa una selfie dove legge un saggio di Bergson mentre beve una cioccolata calda e coccola il suo cane – che non è altro che una povera bestia imbalsamata ordinata su Amazon -, condivide articoli di intellettuali bosniaci senza averli letti, e scrive tweet di odio nei confronti di coloro che fanno finta di essere intellettuali. Nessuno risponderà alla sua ricerca di attenzione.

#NOTTE

Dopo aver letto l’ennesimo messaggio del padre – che gli scrive ogni giorno di come a breve gli taglierà i viveri – si addormenta triste e insoddisfatto, ma ormai inconsapevolmente abituato a scendere ogni notte dal palco e a non ricevere che pochi applausi dai suoi spettatori. Anzi dall’unico suo spettatore, se stesso.

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