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Credevo fosse amore, invece era razzismo.

Quando è caduta la prima torre gemella mi sono chiesto come avremmo chiamato l’altra. Poco dopo il problema si è risolto da solo ma qualcosa si è insidiato nel mio inconscio. Non sono capace di descriverlo chiaramente. Ma da quel giorno, mentre cammino per strada ho lo stesso atteggiamento di quando alzo la fetta di pane superiore per vedere cosa c’è dentro un hamburger.

Credo che molte persone che mi circondano vogliano farmi del male. E non parlo solo degli studenti di lettere stanchi di essere dileggiati nei nostri post. Mi riferisco a tutti quelli la cui intelligenza sociale è talmente debole da lasciare libero sfogo a comportamenti deprecabili. Ad esempio indossare pantaloni bianchi con ali argentate sul culo, canticchiare un motivetto di Gigi D’Alessio o scrivere poesie in endecasillabi sciolti.

Non c’è niente da fare, l’umanità fa schifo perché si comporta in modo schifoso. Vediamo nel dettaglio perché credevo fosse amore e invece era razzismo.

Credevo fosse amore…il comportamento nei mezzi pubblici è lo specchio dell’anima. Le persone che urlano al cellulare hanno evidentemente rotto questo specchio e lasciato a noi la sfiga. Esse provengono da contesti rurali o suburbani -come Mogadiscio, Yaloké, Tirana, Napoli o Milano- e denotano una comprensione solo parziale dell’apparecchio. Credono che il tono di voce debba essere commisurato sulla distanza dall’interlocutore. Abituati a sottolineare la caratura delle frasi con bizzarre emissioni gutturali si comportano come se fossero al mercato del pesce di Noto anche se si trovano nel 34/bis.

Credevo fosse amore…i barboni sono senza dubbio delle figure romantiche contemporanee. I bambini, per primi, sono affascinati da questi signori pieni di libertà, che ricordano tanto Henry Miller o Vasco in gioventù. Nonostante mangino pochissimo il loro metabolismo produce ed espelle una quantità sorprendente di sostanze di scarto. L’odore di un barbone nelle giornate di agosto è un elemento folkloristico che aggiunge una nota di colore alle vostre passeggiate. Io poi, personalmente, soffro di una sensibilità marcata verso sangue, ferite deformità, botox e tutto quanto concerne le aberrazioni del corpo umano. Quando vedo dei focomelici fare la questua o una signora con le labbra rifatte sto male.

Credevo fosse amore…bere alcolici di mattina è senza dubbio il segno di appartenenza ad una razza precisa: i vecchi da bar. Non c’è niente da fare, loro possono farlo senza infastidire nessuno. Primo perché ormai completamente insensibili all’etanolo e secondo perché l’unica persona che provocano è la barista. Una ragazza giovane ma orribile che con la pazienza di una badante, sposta le mani che i vecchi le posano sul culo. I problemi nascono quando si vedono minorenni con la bottiglia in mano bere apertamente birra, vino, grappa e preparati per batterie d’auto. Lo sguardo di chi sfida il mondo a conati di vomito, il bisogno di attaccarsi alla bottiglia per dimenticare il compito di matematica e la mancanza della mamma.

Credevo fosse amore…essere un figo di dio non è cosa da poco. Occorre tenere sempre lo sguardo incazzato e vestire magliette attillate che mettano in risalto la muscolatura e i tatuaggi. Queste persone mi fanno paura, perché se solo lo volessero potrebbero farmi sanguinare il naso. E come ho già detto odio il sangue. Inoltre mi infastidiscono perché sono talmente stupide da non farsi lo scrupolo di provarci con le strafighe. I tentativi di abbordaggio dei tamarri spesso vanno a buon fine proprio perché sono gli unici a tentare.

Credevo fosse amore…ascoltare in macchina la musica a tutto volume è indice di un radicato senso civico. Il tentativo di migliorare l’esistenza del proprio comune offrendo interessanti spunti melodici è senz’altro nobile. Purtroppo la gente ha gusti differenti e non tutti amano quella merda di Hip Hop. Il fatto di donare ogni mese il trenta per cento del proprio stipendio per pagare l’impianto non giustifica la sua condivisione a chi invece ascolterebbe più volentieri la persone che accanto a lui urla al cellulare.

Credevo fosse amore…le mamme che la mattina accompagnano i bambini a scuola con quei grandissimi SUV rovinano il mondo occidentale. Isteriche di nascita e in perenne ritardo per vocazione lanciano i bambini dall’auto contro i vecchini che fanno gli ausiliari del traffico per arrivare puntuali dal panettiere. In difficoltà nel portare macchine così ingombranti quasi non riesco a truccarsi mentre parlano al telefono guidando. Per loro nel concetto di fermarsi al semaforo non è compreso il comportamento di ripartire con il verde, solitamente aspettano l’ultimo momento del giallo. Non ricordo se sappiano parcheggiare.

Credevo fosse amore…i ciccioni occupano troppo spazio, sudano e quindi puzzano ma soprattutto hanno un’elevata probabilità di soffrire di malattie cardiovascolari. In pratica quando vedo un ciccione per strada non riesco a non pensare che le mie tasse verranno investite per il suo pacemaker o by-pass gastrico. E poi i ciccioni sono cattivi. Cominciano alle elementari in veste di bulletti e continuano. La loro ostilità nei confronti del mondo è uguale e contraria a quella che il mondo ha verso di loro. A causa della loro conformazione fisica da sempre sono esclusi dai piaceri della convivialità.

Credevo fosse amore…le persone che pisciano negli angoli delle piazze perché non ci cagano anche?

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