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Andiamo a fare le badanti a Dubai

Stamattina mi sono svegliato un po’ triste; ho mandato un sms al Papa ma lui mi ha risposto di non rompergli i coglioni e di farmi Whatsapp! Di certo non mi ha fatto stare meglio. Poi ho provato con Ratzinger che invece non mi ha proprio badato. Non li voterò più.

Sta di fatto che sono andato a bermi un caffè con Brian.

Nel tavolino accanto a noi erano sedute quattro signore di mezza età che parlavano animatamente tra di loro con uno spiccato accento dell’est Europa.

“Come sta tuo uomo oggi?”

“Oggi mio uomo ha spuorcato tutto pannuolino, il tuo?”

“Mio è caduto con girello dopo aver pruovato a toccarmi il culo.”

“Mio invece avuto un ictus”

Risate generali.

Dopo aver apprezzato il sincero cinismo del gruppetto ho espresso a Brian tutto il rispetto che provo verso le badanti, rispetto degno di lode per il tipo e per la quantità di lavoro che si sobbarcano. Nessuno di noi si sognerebbe mai di passare le giornate in compagnia di tali vesciche ballerine, di tali bocche sbavanti, di tali lunatici orifizi che costituiscono gli accessori base di un anziano che si rispetti. Insomma, forse noi giovani disoccupati siamo effettivamente un po’ troppo schizzinosi, tanto da dover ricorrere a delle donne dell’Est Europa per non abbassarci a svolgere questo lavoro, nobile come tutti gli altri.

Ma Brian aveva una sua teoria al riguardo.

“Primo: pulire il culo di un vecchio non è mai nobile. Secondo: il tuo ragionamento è completamente sbagliato.

Ti spiego.

Tu lodi tanto queste badanti – romene o ucraine o quel che sono – perché disposte a stare tutto il giorno attaccate a una cariatide ammuffita incapace di deambulare, e qui ti do ragione. Ma per loro questo è il paradiso. Rispetto a dove sono nate la casa di qualsiasi nostro vecchio rincoglionito è un Hotel a cinque stelle. Lì, dopo la Jugoslavia, si svegliano la mattina e devono lavarsi il viso mettendo a scaldare un catino pieno di acqua congelata; se la notte gli scappa da pisciare devono attraversare il cortile a meno venti gradi per andare a farla nel buco scavato in giardino; quando si fanno il bagno non cambiano l’acqua della vasca per due settimane e deve bastare per tutta la famiglia. Arrivano qui e si ritrovano a dover sopportare una mummia lamentosa ventiquattro ore su ventiquattro, ma per avere l’acqua calda gli basta girare il pomello del rubinetto con il cerchio rosso: per loro è un miracolo, e in più ricevono uno stipendio che in patria non si cucca neanche un primario.

Per questo il tuo paragone è sbagliato. Non sono più meritevoli di rispetto perché accettano di fare un lavoro che invece noi rifiutiamo, è che sono cresciute in un ambiente più povero, e venendo qui migliorano il loro status.

Quindi a me dovresti chiedere: Saresti disposto a fare il badante per un vecchio sceicco di Dubai schifosamente ricco? Saresti disposto a dormire in un letto enorme cosparso di petali di rosa? Saresti disposto ad accompagnarlo a fare la passeggiatina in centro con una Bugatti Veyron i giorni pari e una Lamborghini Gallardo quelli dispari? Saresti disposto a mangiare ogni giorno prelibatezze cucinate da un chef strapagato? Saresti disposto a farti il bagno in una Spa costruita con richiami classici proprio accanto a camera tua? Saresti disposto a ricevere uno stipendio di diecimila euro? Saresti disposto a menare questa vita in cambio della rottura di palle di cambiare il pannolino a un vecchio supermilionario ogni tanto? Cazzo se lo sarei, ti risponderei io, perché la qualità della mia vita sarebbe migliore. Quindi non farmi sentire in colpa con questi discorsetti paternalistici.

Quelli della nostra generazione non sono diversi dagli altri: non siamo schizzinosi, vogliamo semplicemente migliorare la nostra condizione di partenza, altrimenti non potremmo sognare, altrimenti saremmo morti.”

Poi, come spesso capita, Brian ha cominciato a sbavare ed è svenuto. Allora mi sono alzato, ho tolto la sicura dai freni della sua carrozzina e sono uscito dal Bar. Ha cominciato a rincoglionirsi di testa a ottantadue anni. Adesso che ne ha novanta non connette più, ma mi diverto a dare corda ai suoi deliri ogni tanto.

Mentre cercavo di farlo salire in macchina si è cagato addosso.

Che palle.

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