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5 cose da evitare se tuo figlio è sospettato di stupro

Quando andavo a scuola, i miei genitori tornavano a casa dai colloqui con gli insegnanti umiliati e pronti a sfogare la loro frustrazione contro di me.

A distanza di anni avevano ragione.

Non si sarebbero mai sognati di rispondere alle prof, che poverette non facevano altro che accollarsi l’inimmaginabile rottura di coglioni di ribadire ciò che era ovvio a tutti anche prima del colloquio: “Vostro figlio non studia una beata minchia”.

I miei genitori speravano che gli altri genitori in fila fuori dalla porta non origliassero. Come è naturale che sia, volevano nascondere il mio fallimento, per pudore e perché i panni sporchi si lavano a casa propria. Si vergognavano di avere un figlio fannullone e così facendo mi hanno reso orgoglioso di loro.

Se mi avessero difeso magari attaccando la prof, sarei stato io a vergognarmi di loro.

No, non avete sbagliato post. Questa introduzione è una specie di metafora leggera per sottolineare che in certe occasioni è bene tacere.

5 cose da evitare se tuo figlio è sospettato di stupro

#1 Siccome non esiste un galateo dello stupro nemmeno nei libri di De Sade, evitate di spiegare come dovrebbe comportarsi una vittima il giorno dopo. Sarebbe meraviglioso se i contraccolpi psicologici degli eventi traumatici seguissero traiettorie prevedibili, invece ognuno reagisce a modo suo. Stupefacente vero?

#2 Uno degli effetti psicologici più frequenti nelle vittime di stupro è colpevolizzarsi per quanto accaduto. Quindi non vi suggerisco di provare a comprendere il suo disagio, tuttavia vi esorto a evitare di urlarle in faccia che è una troia.

#3 Quando vi lamentate con gli amici del partner, del datore di lavoro, della vostra squadra che perde, del governo o dei vostri cazzi in generale, di solito vi dà fastidio quando gli amici minimizzano il tuo disagio. Ecco, proprio per questo sarebbe carino evitare di minimizzare l’accaduto davanti a una vittima di stupro.

#4 Un giorno un mio amico mi ha confessato che aveva le emorroidi. Mi ha preso in disparte e me ne ha parlato con grande imbarazzo. Se quel giorno fossi saltato in sella al mio Ciao per fare il giro della città urlando dentro un megafono che Beppe ha le labbra del culo infiammate, lui ci sarebbe rimasto molto male. Evitate quindi di parlare troppo di una cosa molto imtima come questa.

#5 Wittgenstein sarà anche stato un coglione, ma nel Tractatus logico-philosophicus dopo innumerevoli pagine di minchiate, ha detto una cosa molto saggia: “Di ciò di cui non si può parlare si deve tacere“. Mi sembra un buon consiglio.

Francesco Boz

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