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4 buone ragioni per fare gli auguri in ritardo

Gli avvenimenti per cui è necessario fare gli auguri sono moltissimi. Compleanni, matrimoni, lauree e molto altro ancora. Questi eventi non riguardano solo fidanzate e amici cari, ma anche un sacco di pesi morti che nella vita ci portiamo dietro un po’ per obbligo e un po’ per dovere. La vecchia zia che ci chiama col nome di nostro padre, i colleghi a cui diciamo a malapena “buongiono/buonasera”, amici di amici di compagni di corso.

E’ impossibile ricordarsi tutto di tutti.

Grazie a dio c’è sempre l’amico-agenda, che ti ricorda i tuoi doveri. Il giorno dopo. Così ci si ritrova a fare chiamate imbarazzate, borbottando scuse poco convinte e sentendosi come durante un’interrogazione che si spera finisca presto. E’ sbagliato. Dovremmo avere il piglio deciso di chi sta facendo la cosa giusta al momento giusto. Qui troverete le 4 buone ragioni per farvi i complimenti da soli ogni volta in cui porgerete i vostri auguri al festeggiato il giorno dopo il suo compleanno.

Autenticità

Quando siamo noi a dover ricevere gli auguri, ci ricordiamo di chi li fa per primo, magari di chi manda un messaggio svegliandoti nel pieno della notte. Dopo c’è solo una lunga fila di auguri tutti uguali a cui rispondiamo sempre con le stesse poche parole. Però ci ricordiamo dei ritardatari, di chi arriva il giorno dopo. Perché? Perché in un mondo scandito dal calendario di Facebook, l’autenticità delle persone si misura con il loro grado di libertà rispetto a Mark Zuckerberg. Il treno di auguri tutti uguali che riceviamo il giorno del nostro compleanno sono il sintomo di quanto siamo diventati solo un contatto di Whatsapp. Gli auguri autentici invece arrivano in ritardo non per dimenticanza o disinteresse, ma perché l’affetto ha bisogno di distinguersi dalla fredda cortesia per potersi esprimere.

Prolungamento del piacere

A parole, possiamo dire che il nostro compleanno ci fa schifo. In realtà è difficile non provare un senso di soddisfazione quando riceviamo degli auguri. Sono come delle coccole, con il pregio di non dover regalare qualcosa a San Valentino a chi te li fa. Ma a fine giornata ci sentiamo svuotati. Proprio perché metà di quegli auguri sono arrivati più per cortesia, che per reale interesse, il giorno dopo il nostro compleanno ritorniamo nell’anonimato in cui viviamo 364 giorni l’anno. Chi ci fa gli auguri in ritardo prolunga il piacere di essere ancora per un attimo al centro dell’attenzione. E questo è già un regalo bellissimo.

Stress test

Più passano gli anni, più mi accorgo che le amicizie si trasformano in formule vuote tenute insieme da bicchieri di birra. Chi si dimentica del nostro compleanno ci fa una sorta di sgarbo. E’ un test molto importante per il nostro rapporto con lo smemorato in questione. Se la prenderemo sul serio, mettendo in dubbio l’intera amicizia, vorrà dire che ci siamo davvero ridotti a basare un rapporto sulle apparenze. Che tristezza. Se invece sapremo cogliere tutti i vantaggi del ritardo, siamo di fronte ad amicizie destinate a durare nel tempo. Anche fino alla vecchiaia, quando l’Alzheimer fornirà finalmente una valida scusa per dimenticare i compleanni.

Interesse

Qual è la differenza tra un augurio puntuale ed uno in ritardo? Il tempo a disposizione. Nel primo caso, si rischia di capitare in mezzo al party di compleanno del festeggiato o alla copula con la fidanzata che, per celebrare l’evento, ha finalmente deciso di fare un po’ la porca. Saranno auguri frettolosi e scontati. Il giorno dopo invece, ci sarà tempo per chiacchierare a lungo. Anche più di quanto vorremmo. Solo gli svizzeri sono convinti che l’interesse per gli altri si esprima con la puntualità. Bisogna essere un piccolo popolo di ottusi laureati in economia per confondere l’arrivare-in-tempo con il dedicare-del-tempo.

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