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I 10 tipi umani di psichiatra che potresti incontrare

E’ CHIARO ANCHE A UN BAMBINO CHE CHI LEGGE QUESTO BLOG HA QUALCHE PROBLEMINO” HO SPESSO PENSATO LEGGENDO L’OLTREUOMO. MA DOPO AVER ANALIZZATO I COMMENTI AI “DIECI TIPI DI RAGAZZE\I CON CUI NON FIDANZARSI MAI” NE HO LA CERTEZZA: LA MAGGIOR PARTE DEI LETTORI DI QUESTO BLOG POTREBBE AVERE PRESTO BISOGNO DI UN TAGLIANDO…

Lo psy, lo psichi, lo psycho, lo strizzacervelli, lo sparapillole. Proprio lui (o lei), privato o pubblico poco importa: VI STA ASPETTANDO!

MA PRIMA DI VARCARE LA SOGLIA DEL TANTO TEMUTO AMBULATORIO, E’ BENE SFATARE UN LUOGO COMUNE: GLI PSICHIATRI SONO UN PO’ UN PO’ STRANI… DISTANTI… IRRAGGIUNGIBILI. NON E’ VERO!

SONO MOLTO PIU’ SIMILI A VOI DI QUANTO PENSIATE.

OPPURE

E’ bene essere chiari: in qualità di lettori di questo blog, siete da considerare a rischio per lo sviluppo di una patologia psichiatrica.

Non tanto per i contenuti: le cazzate non hanno mai fatto male a nessuno, anzi. Se leggete questo blog è perché non avete un cz da fare e la noia, si sa è la madre (sempre incinta) di tutti i vizi.

E dal vizio alla patologia il passo è breve: depressione, panico somatizzazioni … Se avete già provato con i fiori di bach, passiflora e camomilla, latte e miele o altri rimedi della nonna, ma non ci sono stati miglioramenti, forse si sta avvicinando il momento di attraversare quella porta. Quella dello studio dello psy, lo psichi, lo psycho, lo strizzacervelli, lo sparapillole… Proprio lui (o lei), privato o pubblico poco importa: siete arrivati! Buona fortuna!

1. LO PSY IPOCONDRIACO

Come la maggior parte dei medici lo psy ipocondriaco si è iscritto a medicina per due motivi: perché con la conoscenza della medicina pensava che avrebbe controllato il suo terrore per le malattie, e perché un amico del liceo gli aveva detto che una volta indossato il camice bianco avrebbe scopato come un riccio.

Non è andata così: col camice sembrava il macellaio del supermercato e i suoi mal di testa, i suoi mal di pancia, la sua flautolenza non hanno cessato di essere “tumori rari e incurabili”. Anzi con il troppo studio (e le rare scopate) la cosa è peggiorata, quelle malattie avevano finalmente un nome, una diagnosi e una prognosi: glioma astrocellulare di Hess di 4 grado (prognosi a 5 anni: 1%!), linfomi di Nanuzch a cellule piriformi modificate (fatale in 6 mesi!).

Frustrato da questo tedio interminabile, ha scelto come specializzazione quanto di più distante ci potesse essere dalla medicina: la psichiatria. Le cose non sono andate meglio; da allora ogni momento di tristezza è una depressione incurabile e un momento di allegria una crisi maniacale. Lo riconoscete perché durante il colloquio, man mano che parlate dei vostri problemi la sua testa si clina, si porta la mano alla testa, si tocca dolorante lo stomaco. Lo sguardo si fa sempre più triste. Vi verrà da chiedergli più volte se si sente bene…

COSA FARE: cercate di essere sensibili: dopo tutto chi più di lui può capire le vostre ansie?

Evitate di parlare di malattie; parlate invece di figa, fategli credere di essere un giovane giramondo superscopante: vi aspetterà sorridente sulla porta, diventerete il suo paziente preferito e vi riverserà addosso una buona dose di ammirazione… che fa bene all’autostima!

2. IL PRIMARIO

Se entrate al CSM e venite visitati dal primario, vuol dire che siete messi proprio male. Diventato direttore per la sua esperienza (e qualche amicizia influente), grazie al suo carisma il capo vi darà subito la sensazione di potervi aprire e liberare da ogni dolore.

Dopo avervi regalato il suo sguardo compassionevole per circa cinque minuti, mentre le parole vi USCIVANO DAL CUORE, ricomincerà a scrivere la relazione che aveva sospeso con il vostro arrivo, annuendo con l’aria serena di chi ne ha sentite di tutti i colori. Quando vi sentirà singhiozzare, avrete di nuovo la sua preziosa attenzione, che è costantemente interrotta da (nell’ordine): la segretaria che entra senza bussare per fargli firmare una delibera; la telefonata dell’assessore, il fax dell’ente alloggi e l’sms della moglie. Insomma, ve ne andrete con la sensazione che si prova dopo un coitus interruptus.

COSA FARE: continuate a vederlo, tutto sommato è il direttore. Rinunciate a ogni desiderio di guarigione e cercate di ottenere una raccomandazione per la vostra amica che studia psicologia; magari da cosa nasce cosa.

3. LO PSY DI DESTRA

Lo psy di destra considera il sistema sanitario nazionale una vera iattura. Rigorosamente in giacca e cravatta, ha il suo studio in centro: terzo piano di edificio cool, arredamento very cool, infermiera very but very figa. Se siete sinceri con voi stessi, ammetterete che ci siete andati proprio per lei. Era la più figa del liceo ma non siete mai riusciti ad avvicinarla nemmeno alla macchinetta del caffè.

Con voce impostata e affabile, lo\la psy di destra vi inviterà a distendervi su un lettino di morbida pelle. Passerete quell’oretta con la sensazione di essere in una beauty farm.

Alla fine il classico “caro, ti serve la ricevuta?…”

COSA FARE: tornate ancora una volta, ben vestiti pettinati e sbarbati: cioè toglietevi di dosso quell’aria da depresso del cazzo che avete. Buttatela come si deve all’infermiera: sarete il ventesimo della settimana ma “magari… chissà…”. Se va male, come probabile, con una scusa uscite e con le centocinquanta euro che via ha dato la nonna per la visita andate a farvi una bella, ma bella sbronza… Curativa!

4. LO PSY DEPRESSO

Troppi sensi di colpa per prendere ferie, lo psy depresso è sempre al lavoro (nel pubblico). Ha accumulato un monte ore di straordinario non pagato da paura e ha l’aria di chi “non ne può più ma non molla…”.

Barba incolta, spettinato, occhiali sporchi, mette lo stesso maglione x settimane. Lo incontrate per la prima volta in corridoio e lo sentite subito come uno di voi.

Quando chiamano il vostro turno, invece, ve lo ritrovate dietro la scrivania. Di fronte alla vostra sorpresa, per mettervi a vostro agio vi racconterà un pò di se (molto di se, troppo di se…).

Te ne andrai con la sensazione di “la vita è una merda e poi si muore”, le donne\gli uomini sono tutti stronzi\e”, ma soprattutto un curativo “mal comune mezzo gaudio”!

COSA FARE: finché vi sentirete cosi, continuate ad andarci ma attenti: se notate che il maglione è lo stesso da più di un mese, vuol dire che la sua depressione sta peggiorando. Evitate allora di parlare di cose pesanti, potreste scatenargli una crisi di pianto o di rimpianto “voleva fare il ginecologo ma non l’hanno preso in specialità”. 

5. LO PSY VIVEUR

È quello che approfitta del collega depresso: tutti i week end liberi e tanta figa.

Considera il sistema nazionale una iattura, ma di aprirsi un suo studio tutto suo non ci pensa nemmeno: troppi sbattimenti! Fa giusto un pò di intramoenia (e un po’ di nero) il mercoledì pomeriggio per arrotondare.

Abbronzato anche in pieno febbraio, ha l’aria di che è appena tornato da una vacanza caraibi. E in effetti è cosi.

La maggior parte dei vostri appuntamenti saltano perché è in ferie, ma passare un’oretta con lui non è male purché non gli parliate di cose tristi, che lo mettono di cattivo umore.

COSA FARE: evitate l’intramoenia (“perché pagare se posso non farlo?”) e approfittate dei colloqui per ottenere buoni consigli sulle ferie, per parlare di donne (con uno che ne capisce), di calcio, etc. etc. Dategli qualche dritta sui siti cool e locali pieni di figa: non vi farà pagare la visita nella malaugurata ipotesi che vi veda in intramoenia.

6. LO PSY BORDERLINE

Entrato per culo a medicina, ha passato tutti gli esami con il massimo dei voti: dopo che aveva sfasciato i bagni della facoltà per essere stato bocciato ad anatomia, nessuno ha più osato contraddirlo. Quando ha deciso di entrare a psichiatria, tutto il corpo docenti ha tirato un sospiro di sollievo: “vedrai che LA’ troverà qualcuno che lo mette a posto…”

Invece… Instabile, spesso in malattia, e altrettanto spesso in vacanza in una clinica austriaca, lo psy borderline soffre di terribili crisi abbandoniche quando i pazienti interrompono la terapia. Quando vi viene comunicato che sarà lui\lei a seguirvi l’infermiere avrà uno sguardo compassionevole e un sussurro: “buona fortuna”.

Mollato dalla maggior parte dei pazienti, se sarete puntuali e costante alle visite potrebbe idealizzarvi e considerarti il migliore paziente del mondo. Al contrario, se per caso oserete contrariarlo, oppure un giorno a causa dello sciopero dei bus non sarete puntuali, o peggio ancora, gli comunicherete il vostro desiderio di interrompere le sedute… beh… chiamate il 112, il 118 e un suo collega… e buona fortuna!

COSA FARE: siate puntuali e non contradditelo. Mai! Potreste diventare suoi pazienti a vita ma non abbiate paura: col tempo imparerete a dire le cose giuste al momento giusto e a fare la cosa migliore nel momento peggiore. Sarà una palestra di vita. Lui\lei comincerà a migliorare anche grazie al vostro aiuto e con un po’ di culo potrebbero anche offrirvi un lavoro come operatore al centro.

7. LO PSY BIPOLARE

Già di umore ballerino in adolescenza, lo stress degli anni di medicina, e qualche canna di troppo in Erasmus, ha slatentizzato la sua bipolarità. Eccezionalmente euforico durante le fasi up, terribilmente apatico nelle fasi down. Nel primo caso potreste uscire dallo studio contagiati dal suo incredibile buon umore; “wow” neanche uno spettacolo dal vivo sotto il palco di Robbin Williams riuscirebbe a rendervi cosi!

Nelle fasi down è terribilmente triste e voi, visti i tanti momenti belli vissuti assieme nelle fasi up, vi sentirete in dovere di cercare di rallegrarlo, senza riuscirci.

COSA FARE: Non buttatevi giù. In quei periodi non ci riesce nessuno…e poi la fase up ritorna…Basta aspettare…

8. LO PSY TOSSICO

Secchione da paura, alle superiori era il migliore della classe: da sempre figa (e amici) zero. Alla gita del quinto, si è ritrovato “per sbaglio” una canna in mano e da allora è stato amore a prima vista. Da quel dì la sua fidanzata è “Marja”.

Molto aperto e non moralista, potete confidare apertamente di essere un fottuto drogato e di cazzeggiare tutto il giorno nel parco dell’università a fumar trombe (sputtanando così i soldi che vi da la mamma per la visita che peraltro è gratis: lo psy tossico odia il privato, lavora solo nel pubblico). Vi capirà.

COSA FARE: fate molta attenzione ai concerti. Potreste trovarvelo nel cerchio, e, quando è “fuori” spara solo cazzate: potreste vergognarvi di lui…

9. LO PSY DI SINISTRA

Da bambino diceva che voleva fare medicina per aiutare gli altri commuovendo le zie a Natale. Ha deciso poi di fare lo psy per stare vicino “agli ultimi”. Già al terzo anno di medicina faceva volontariato con qualche onlus e al quinto aveva aperto una associazione per i diritti dei malati mentali (e non).

Assolutamente contrario al privato, si muove al C.S.M. come se ci stesse da una vita, anche se ha solo 35 anni.

Odia il camice perché mette troppo distanza. Odia pure e i vestiti di marca perché sono di destra.

Risultato si veste al mercato dell’usato assumendo un’aria che è a metà strada tra un vu cumprà e un clochart. Ovviamente i soldi risparmiati li mette nell’associazione.

Affabile e comprensivo, tre quarti delle visite saltano perché ha un impegno. In provincia per trovare dei fondi, in regione per trovare dei fondi, a Roma per trovare dei fondi.

Lo potrete incontrare al seminario sulla salute mentale del vostro quartiere organizzato dalla sua associazione, che evidentemente ha trovato i fondi…

COSA FARE: fategli i vostri “migliori complimenti per la convention” e chiedetegli se per caso non ha bisogno di un giovane volenteroso come voi nell’associazione. Per convincerlo ditegli che “da quando siete depresso nessuno vi dà lavoro” (in realtà è il contrario, ma detta così con lo psy di sinistra funziona di più).

10. LO PSY GRILLINO.

Non gli è mai fottuto un cz di politica. Mai. Poi una sera l’amica psicologa impegnata, lo ha portato ad uno spettacolo del comico genovese e ne ha scoperto l’esistenza. Nulla da segnalare, se non che si è scopato l’amica psicologa invitandola a salire per vedere quello che “il beppe” ha scritto sul blog (ed è per questo grato al comico).

Un giorno, ha aperto “per sbaglio” la busta paga del suo primario, in ferie da quindici giorni mentre lui si sobbarcava casini inimmaginabili e si faceva prendere a male parole dagli utenti del capo inferociti. Si accorse allora che il\la suddetta\o piglia il doppio di lui (potendosi decidere gli aumenti), ha il doppio di ferie di lui (potendosele firmare da se), può fare quel cz che vuole il doppio di lui (potendo firmare da se ogni delibera). Vaffanculo!

Da quel giorno il maledetto blog è la sua dipendenza: ci sarà una rivoluzione– dice tra se e se-! Lo consulta ossessivamente in attesa di un nuovo post. Lo riconoscete perché quando entrate nello studio si affretta ad abbassare la finestra web come se stesse consultando un sito di estremismo islamico o wikileads in un ufficio del pentagono.

Mentre gli parlate dei vostri malanni, vi guarda intensamente col ciglio sinistro alzato. Gli scappa sottovoce un -“bastardi”- se per caso accennate al vostro capo che non vi paga abbastanza o che la crisi vi mette un senso di ansia. Incute un po’ di timore ma non è cattivo. Appena uscite, tira un sospiro, e si riconnette al blog.

COSA FARE: evitate di introdurre argomenti socio-politici, discussioni su rapporti di potere o accennare a drammi quotidiani come problemi con la banca, carenza della burocrazia, scuola che non funzione, giovani senza lavoro.

Per il resto, se è rimasto ancora qualcosa che vi turba, potete continuare i colloqui senza temere.

Glossario:

Temo di aver scritto un articolo troppo alto per i lettori di questo blog; alcune parole potrebbero essere a voi sconosciute.

Psichiatra: medico chirurgo specializzato in psichiatria; non è uno psicologo: e’ molto peggio!

CSM: non è il Consiglio Superiore della Magistratura ma il Centro di Salute Mentale. Dovrebbe essercene uno anche nel tuo quartiere: informati.

Intramoenia: attività privata che alcuni medici svolgono pur avendo contratto esclusivo con il pubblico ed evolvendo parte degli emolumenti allo stato (NB: si riesce comunque a fare un po’ di nero)

Cz: non è un valore dell’emocromo, ma sta per cazzo!

Ps: per le femministe e per par condicio, questo post declinanto al maschile può essere letto con assoluto spirito femminile: basta sostituire alla parola cazzo, la parola figa e viceversa…

IL PAMPA JULIEN

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