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Tony Adams – gli 11 giocatori più appassionati d’alcol

– Tony Adams (1966): stopper ruvido di scuola anglosassone, capitano dell’Arsenal e della nazionale inglese, Tony Adams è stato una bandiera dei gunners. Una vita intera passata tra le file dell’Arsenal. Dalle giovanili alla prima squadra, con un palmares di tutto rispetto: 4 Premier League, 3 Coppe d’Inghilterra, 2 Coppe di Lega, 3 Charity Shield e una Coppa delle Coppe. Allo stesso tempo, la vita di Tony Adams si snoda di pub in pub, con una decisa predilezione per le pinte di birra, le sbronze mattutine, gli incidenti stradali, le cadute rovinose e il delirio coniugale. Dopo la sconfitta in semifinale a Euro ’96 a favore della Germania, Tony Adams attacca a bere Carling Balck Label negli spogliatoi, continuando poi tra pullman, ritiro, pub e locali vari per quasi un giorno intero. Poi, due mesi e mezzo dopo (“alle ore 17 di venerdì 16 agosto 1996”) l’ultimo goccio di alcol. E, da lì, la richiesta d’aiuto: le sedute degli Alcolisti Anonimi, il trattamento della sua dipendenza e il tentativo di ricostruire una vita sia sportiva che sociale.

Credit: theguardian.com

Tony Adams sembra avercela fatta. Dopo la disintossicazione dall’alcol, vincerà ancora due double (campionato più coppa di lega) con l’Arsenal e inizierà una carriera (per ora non altrettanto fortunata) come allenatore. La sua autobiografia si intitola “Fuori gioco, la mia vita con l’alcol”, e rende perfettamente l’idea. Afferma di non essere un salvato, perché “nessun alcolista lo è mai: l’importante è non ricominciare perché per noi un bicchiere è troppo e cento non sono niente”.

Bandiera.

Andrea Gratton