Walter Casagrande Júnior – gli 11 giocatori più appassionati d’alcol
– Walter Casagrande Júnior (1963): classico centravanti boa anni ’80/’90. Grandi leve, potenza di piede, gioco di sponda, poca progressione ma fiuto per il gol. Walter Casagrande si fece notare nel Corinthias di Sócrates, vincendo assieme al “Dottore” due titoli paulisti. Fu poi notato dal Porto, che lo condusse in Europa giusto il tempo di vincere la Coppa dei Campioni da centro-panchina. Infortuni, poche presenze, pochissimi gol. Con una passione mai sconfessata per alcol, sostanze dopanti ed euforizzanti vari, Casagrande viene impacchettato e spedito ad Ascoli, dove rimane quattro stagioni tra alterne fortune. Notato da Walter Mondonico, viene ingaggiato dal Torino per 5,2 miliardi di lire. Col Torino arriverà in finale di Coppa Uefa nel 1991-92, segnando una doppietta nella finale di andata con l’Ajax. Doppietta che non servirà a molto, visto che lo 0-0 della gara di ritorno consacrerà l’Ajax campione per la regola dei gol segnati in trasferta. Nella stagione 1992-93 vincerà una Coppa Italia con il Torino ricoprendo, però, un ruolo ben più marginale.
Ritornato in patria e ritiratosi dal calcio giocato, Casagrande ricade negli stravizi: “mi sentivo tremendamente vuoto e cercavo rifugio nella droga. In una sola sera ero capace di sniffare 3 grammi di cocaina e poi iniettarmi una dose di eroina, fumarmi una canna e bermi una bottiglia di tequila. Per vent’anni ho giocato alla roulette russa, copiando quella spinta all’autodistruzione che vedevo nei miei miti del rock: da Jim Morrison a Janis Joplin e Jimi Hendrix”. Dopo quattro overdosi e il ricovero in clinica per oltre un anno, Casagrande è ora un uomo pulito che lavora come commentatore sportivo per una televisione brasiliana.
Andrea Gratton
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