Scienza

La sperimentazione animale è una figata

Recentemente sto assistendo ad un dibattito condotto con maturità e finezza retorica che ruota attorno alla sperimentazione animale. In sostanza l’internetz si attiva, coinvolge, indigna e informa (?) per capire se sia necessario o meno utilizzare gli animali per validare l’efficacia dei farmaci. Da una parte sono schierati gli animalisti con i metodi alternativi. Dall’altra gli scienziati con le loro cavie.

Come è uso in queste diatribe, chi urla a pieni polmoni le proprie idee sono gli idioti. Un minimo substrato nozionistico a supporto della propria opinione su qualsiasi argomento rende cauti e invita a riflettere prima di sputare sentenze. Dagli albori dell’umanità, la forza degli imbecilli è la fede cieca nelle loro convinzioni.

Credit: I believe in nonsense

Credit: I believe in nonsense

Le menti più eccelse della nostra generazione prendono atto che a Jim Morrison non piace il parmigiano sulla pasta con il tonno e poi fanno quel cazzo che gli pare. Perché quasi sempre, quello che viene detto sul web è una semplice opinione e come tale va accettata, rifiutata o al limite discussa se c’è margine di discussione. Il tono sarcastico o offensivo è un segnale inconfutabile che oltre a non essere possibile il dialogo, le informazioni espresse sono molto dubbie. Lo slogan è sempre sciocchino.

Come dici Bert?

Io non morirei mai per le mie idee. Anche perché potrebbero essere sbagliate

Io non morirei mai per le mie idee. Anche perché potrebbero essere sbagliate

Sì, il senso è un po’ questo. Tra persone intelligenti prevale il dubbio.

Invece, diversi gradini sotto nella scala evolutiva, troviamo quelli che commentano in modo violento, gli haters. Una sorta di ultras del web. Quando scelgono da che parte stare cominciano a insultare l’altra fazione a prescindere.

Questo scontro rappresenta la migliore forma di intrattenimento del nostro tempo. La TV, la radio, la lettura, lo sport e ogni altro svago sono spacciati. Non possono reggere il confronto.

Prendiamo il caso della ragazzina piena fino all’osso di malattie genetiche che prova a lanciare sul web una difesa emotiva della sperimentazione animale e si vede rispondere di pancia che doveva morire al posto dei topi. C’è tutto.

Abbiamo pomeriggio 5 di Barbara D’Urso mischiato al format del reality, abbiamo il linguaggio scatologico dello zoo di 105, abbiamo la trama tragica e realista dei libri di Philip Roth, abbiamo due tifoserie che si insultano e, soprattutto, lo abbiamo in diretta con la possibilità di partecipare. Top! Può essere un passatempo divertente per trascorrere una serata tra amici o in compagnia della propria compagna.

Beccati che status geniale ho preparato per dimostrare in modo ineccepibile che gli animalisti sono stupidi!

Ieri ho tirato un tuono sui denti a uno scienziato talmente allucinante che la prossima ricerca che farà sarà della sua dignità.

Esattamente come nei programma della De Filippi, la maggior parte delle persone resta nell’ombra e guarda questo scambio di opinioni vivendole per quello che sono: una forma di intrattenimento leggero, utile per passare un pomeriggio.

Proprio come a chi legge non sfama la sua voglia guardando Masterpiece, chi vuole informarsi sulla sperimentazione animale non lo fa leggendo i commenti degli articoli di Repubblica. Questo lo facciamo per deridere chi espone in modo ignorante il suo parere.

E non venitemi a dire che non l’avete mai fatto.

 

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