Benessere

Se dormi poco diventerai come Donald Trump

Esistono tre tipi di persone, chi pensa che il miglior modo di vivere la vita sia viverla dormendo, perché niente è più accogliente del proprio letto; quelle che pensano che dormire sia una perdita di tempo e che bisogna vivere la vita senza lasciarsi ingannare dalle offerte dell’emiflex e poi ci sono io, che vorrei dormire la notte, ma non riesco, perché medito sul significato della vita o sul perché le frasi a effetto mi vengono in mente 4 ore dopo la fine delle conversazioni. Sicuramente anche voi avete quel collega che fa le ore piccole, perché va spesso fuori a divertirsi o perché tende a studiare più di voi. Tutti conosciamo un tizio strano che rimane sveglio la notte e dorme poco e male durante la mattina, affermando che questa è la sua tecnica di studio, ma che poi risulta essere abbastanza eccentrico, evitante e con un paio di occhiaie da far invidia a Johnny Depp (peccato che per quanto lui rimanga sempre un divo del cinema, noi invece risultiamo alquanto inquietanti). Ebbene se anche voi avete a che fare con questi soggetti, potete avvicinarvi a loro e dire “Amico mio, tu soffri della sindrome di Trump!”

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“Deve spere che io non dormo molto” ha dichiarato Donald Trump in un’intervista a Scientific American “Forse appena 3 o 4 ore, dopodichè mi sveglio, vado in giro, cerco motivi per uscire”

 

Questi sono chiari sintomi di chi soffre della deprivazione del sonno e potrebbe spiegare certe tendenze comportamentali di Trump, come il pensiero megalomane, il vedere nemici ovunque e la tendenza sociopatica a non sentire il rimorso per le cose che si dicono. “Così io e i miei colleghi neurologi” afferma Timoty Egan “Scherzavamo durante i turni in reparto affermando che i pazienti con questi sintomi erano probabilmente affetti dalla sindrome di Trump, perchè hanno questa sorta d’irrequietezza e bisogno di fare avanti e indietro durante le ore in cui in realtà bisognerebbe dormire”.

 

Molte persone cercano di sfruttare a pieno ogni momento della loro vita e spesso lo fanno privandosi delle preziose ore di sonno che invece servono al nostro organismo per rimanere in salute. Tecniche come il sonno polifasico o bifasico, adottati da alcuni geni come Leonardo DaVinci o Napoleone in realtà non vi renderanno come loro, ma probabilmente vi condurranno dritti dritti alla casa di cura più vicina.

 

La deprivazione del sonno può indurre molte persone normali ad assumere comportamenti tipici della psicosi e questo è dovuto al fatto che il nostro cervello si è evoluto, nel corso dei millenni, per lavorare durante il giorno e dormire durante la notte. Va letto prima la sera chi trascorre gran parte del giorno all’aperto, alla luce solare; inoltre va saputo che la sera a decidere l’ora della ‘nanna’ non sono i ritmi naturali del proprio organismo, ma gli impegni sociali, familiari di lavoro. La mattina, invece, l’orario del risveglio resta enormemente influenzato dai ritmi fisiologici sonno/veglia di ciascuno. Se anche voi, come me, siete stati capaci di dormire fino alle 14:00 pur non avendo impegni sociali, vi consiglio di scrivere una email a Charles Czeisler, della scuola di medicina di Harvard, vi dirà che i problemi potrebbero essere anche altri (e aggiungerà che siete degli sfigati). Czeisler ha affermato che la nostra tendenza ad andare a letto sempre più tardi e ad assumere ingenti quantità di caffeina durante la giornata per sopperire a queste mancanze  porta ad assumere atteggiamenti meno empatici, più nervosi e nevrotici, perché tende a modificare i nostri circuiti neuronali. Forse se gli antichi greci avessero dormito di più, Dionigi il Cinico sarebbe passato alla storia come Dionigi il Cordiale. Comunque mi rifiuto di bere il caffè senza caffeina, lo considero una delle più grandi disgrazie dell’umanità, assieme alla birra analcolica e alla frequenza obbligatoria universitaria

 

Questa tendenza a deprivarsi del sonno causa un feedback positivo (si fa per dire), cioè una tendenza ad auto-alimentarsi e a dormire sempre meno e ad essere irrequieti, proprio come Donald Trump, che non è esattamente un esempio di sanità mentale da prendere a modello e certe uscite non a caso possono essere frutto di questa tendenza maniacale. Tipo “A New York si gela, abbiamo bisogno del riscaldamento globale” o “Se la Clinton non è riuscita a soddisfare suo marito, come pensa di poter soddisfare l’America?”

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