I personaggi con cui non si vorrebbe mai fare conversazione
Questa breve guida ha vari scopi. Primo, vi aiuterà a scappare da conversazioni noiose, fastidiose, imbarazzanti o altro. Secondo, vi potrà aiutare a cercare occasioni in cui esercitare pazienza e vocazioni al martirio. In questo secondo caso, ricordatevi che la vita è meno brutta di quanto vi possa sembrare. Terzo e forse più importante, nel caso in cui non abbiate nessuno che vi ascolti, la guida sarà uno specchio che vi permetterà di correggere i vostri inestetismi.
Quali sono i personaggi con cui non si vorrebbe (e non si “dovrebbe”) mai fare conversazione?
Il turista seriale. I programmi televisivi sui viaggi, le guide turistiche e i viaggi low cost hanno creato il temibilissimo turista seriale. Sei stato in una località? Lui, o un suo amico, ci sono già stati! Sei stato in un posto unico e lo racconti? Vicino a quello ce n’era un altro molto più bello e lui, a differenza tua, c’è stato. Il turista seriale è un personaggio abilissimo nel parlare di tutti gli aspetti tecnici del turismo senza mai affrontarne l’unico aspetto davvero interessante, la poesia del viaggiare. Biglietti aerei, aeroporti e aeroplani sono argomenti ricorrenti nella conversazione. Hai comprato un biglietto aereo scontatissimo su un sito internet? Beh…lui ha trovato lo stesso biglietto alla metà su un sito di cui tu chiaramente ignori l’esistenza.
Il diversamente umorista. È noto che il senso dell’umorismo è una delle cose più relative al mondo. Il diversamente umorista è quello che non capisce le tue battute e, a sua volta, fa battute che tu non capisci. La conversazione con il diversamente umorista è frustrante. Se Dante non fosse stato figlio dei suoi tempi, l’inferno sarebbe stato un posto in cui tutti hanno un senso dell’umorismo profondamente diverso. La pena consiste nel fare di continuo battute che nessun altro capisce.
L’esperto di cibo e di vini. Fino a una ventina di anni fa, le culture di cibo e vino erano di dominio popolare ma poi è nata l’enogastronomia con gli articoli su giornali e riviste, i programmi televisivi e le superstar della cucina. Gli esperti di cibo e di vini sono gli orgogliosi figli di questo movimento.
L’esperto di cibo non è quasi mai contento di quello che sta mangiando, a meno che non lo abbia fatto lui o che non si stia mangiando in un ristorante raccomandato da una delle sue guide di riferimento. In ogni occasione, parla, senza soluzione di continuità, di cibo. L’esperto di vini, invece, è quello che suole intimidire tutti quando c’è da scegliere un vino. Quando si beve, lui “degusta”, lanciandosi in spiegazioni storico-sensoriali che normalmente hanno poco a che vedere con la realtà ma piuttosto con quello che ha letto sull’etichetta o sentito in qualche corso.
Il tuttologo. Il tuttologo parla molto e di tutto, senza lasciar parlare gli altri. Lo fa per il semplice motivo che non è interessato a quello che gli altri dicono, in quanto “lo sapeva già”. Non importa il tema, lui ha sempre qualcosa da dire, saltando di palo in frasca solo per monopolizzare il discorso. Le sue disquisizioni sono infarcite di dati vaghi e opinioni normalmente poco interessanti. Come Dracula con l’aglio, il tuttologo è intimidito da coloro che, in un campo particolare, esperti lo sono per davvero. In quegli unici casi, la sua compagnia è un piacere. Perché se ne sta zitto.
L’amante dei complotti. Che non si sappia tutta la verità è cosa evidente ai più. Per l’amante dei complotti, invece, della verità non si sa proprio niente. Lui, invece, appassionato di tutto quello che si possa trovare in internet, infarcisce tutte le sue argomentazioni utilizzando parole chiave tipo massoneria, gruppo Bilderberg, finanza mondiale, sionismo. Si beve tutto quello che l’informazione ufficiale non ha detto. Parlare con lui è interessante per la prima mezzora. Dopo, diventa insopportabile.
Il pettegolo. Il pettegolo è più interessato alla vita dei personaggi del cinema, della televisione, della politica, dello sport e del vicinato che alla sua. Finisce con l’essere teledipendente, nostalgico senza un vero motivo, fashion victim e affascinato da Scientology.
Il malinconico. La dimensione unica del suo interesse è il passato. Si affeziona a luoghi comuni, intesi sia nel senso fisico che nel senso metaforico dell’espressione. Romanticizza i ricordi e inizia spesso le frasi con il classico “Ma ti ricordi quella volta?”. E’ una straordinaria compagnia quando ci sono le rimpatriate ma vederlo più di una volta ogni sei mesi è un supplizio da Inquisizione.
Il malato di hobbies e corsi. Questa malattia che di per sé non è così grave, si trasforma in qualcosa di letale perché coloro che ne sono affetti cercano di trasmetterla. Due classici incipit delle loro frasi sono: “La filosofia orientale ha moltissimo da insegnare a noi occidentali” e “Non lo hai mai provato? Allora la prossima volta devi assolutamente venire con me!” Ovviamente questa gente indulge in dettagli, i veri killer di ogni conversazione.
L’abulico. Partecipa pochissimo alla conversazione, di solito con brevi frasi di conferma o, raramente, di leggero dissenso. All’inizio ti sforzi nel cercare di comunicare, poi ti arrendi. Se c’è altra gente non è un problema. Se sei solo con l’abulico, inventi attività nelle quali non si debba parlare.
Il nullologo. Il nullologo parla di cose noiose. A dire il vero, non sai bene di cosa ti parli. Non ti ricordi quasi mai di cosa ti abbia parlato. Di per sé, non esistono argomenti noiosi, esistono solo modi di raccontare noiosi. Il nullologo padroneggia la capacità di trasformare qualsiasi racconto in banale, già sentito, non necessario. Di per sé il nullologo è letale. Nel discorso col nullo logo si cela una grande opportunità. I temi noiosi, infatti, hanno il pregio di farti pensare ad altro e di darti un momento d’intimità con te stesso. Come quando in un convegno, un’aula universitaria, una sala di un cinema o una chiesa, ti trovi di fronte a qualcuno di noioso. Fai zapping mentale e pensi ad altro, normalmente a ciò che a torto consideravi superfluo.
Igor