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I tipi umani degli Hipster

TIPOLOGIE DI HIPSTER

Diluvio universale, cavallette, malaria, peste, nazismo, Berlusconi, gli hipster: ogni epoca ha la sua tragedia.
Ebbene sì, noi stiamo vivendo l’egemonia berlusoniana censita dall’onnipresente, petulante, insensato (e sfortunatamente ostentato) giudizio degli hipster, giudizio talmente pieno di moralismo latente che anche Renzo Bossi potrebbe vergognarsi di esprimerlo in pubblico.
Meglio comprarsi le lauree in Albania, almeno si è giustificati.

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Il diploma di Renzo Bossi in Albania. Crea anche tu la tua laurea albanese su trotaelode.com

In ogni caso, siamo capitati davvero male. Se Gandhi fosse ancora vivo, conoscendo la sua necessità di sofferenza, con molta probabilità sarebbe cliente fisso OBEY e Starbucks, lasciando a noi lo sciopero della fame (…sì, lo so, sarebbe fantastico, ma per favore lascia stare quel libro sulla rievocazione dei morti).

E come si suol dire, una battaglia la si vince quando si conosce il proprio nemico. Quindi lasciate per un attimo a terra le molotov, ecco a voi i sei tipi di hipster che infestano la vostra esistenza.

1.  GLAM HIPSTER

La piaga della società. La spina nel fianco. Il sale nel caffè. La pioggia il giorno del tuo primo appuntamento – e no, non sarà più romantico, fidati.
Il glam hipster è impossibile non riconoscerlo. Veste con improbabili vestiti a stampe abbinati a qualsivoglia accessorio nero, le cuffiette sembrano talmente in simbiosi con le sue orecchie che viene da chiedersi come diavolo faccia a farsi la doccia senza bagnare l’ipod. Tralasciando greche inguardabili e motivi inca-maya-antico Egitto ovunque, fra una tazza di tè (oppure di tea, che fa ancora più british) e la milleduecentosessantaventesima visione di Eternal Sunshine Of The Spotless Mind (se poi provi a dire “Ah ho capito! Eloisa To Aberald di Alexander Pope!” ti senti rispondere che il primo album era una figata ma che poi ecco si sono persi via), pare che il glam hipster passi la sua giornata su Facebook ad insultare gli utenti di Facebook, su Twitter a scrivere “mi scappa la cacca”/”viva l’amore” e ad aggiornare in continuazione la timeline nella speranza di un retweet, su Instagram a fare foto a libri di Dostoevskij mai letti e su Tumblr (di cui nessuno comunque sa ancora la pronuncia esatta) a condividere gif di gattini e persone autolesioniste.
Il glam hipster è alternativo per moda. Vorrebbe tanto poter ascoltare liberamente i Club Dogo e ammettere che l’ultimo libro letto risale a un Piccoli Brividi ai tempi delle elementari, ma sente che il far finta di essere un outsider lo porterà ancora più dentro al giro di fighi della sua città, per cui ogni tanto spreca 10 minuti della sua vita su Wikipedia per leggere la trama di un film che recensirà, per la gioia di tutti, su Facebook, prendendo come foto la prima immagine di Google e come citazione la seconda che gli esce su aforismi.it. Giusto per andare sul sicuro.

2. ELECTRO HIPSTER

Per lui la musica elettronica è come il pane quotidiano. Digli Phoenix e lo vedrai eccitato. Parlagli degli MGMT e inizierà una lunghissima cantilena su quanto abbiano influenzato e rivoluzionato la musica. Citagli Gonjasufi e sarà tuo per la vita.
Se una traccia dura più di 10 minuti (di cui almeno 7 di “tumb tont tunz batunz” e 3 di strani lamenti in un qualche dialetto urdu) allora può essere inserita nella playlist che tirerà fuori in qualunque occasione, dal funerale di sua nonna all’esame di terza media della cugina della sua ragazza, normalmente una glam hipster che lo odia a morte ma deve far finta di essere tollerante. Sua madre la picchierà a sangue una volta a casa.

3. GAY HIPSTER

Hai conosciuto un ragazzo. Studia fotografia di moda (oppure design) a Milano. Parla compulsivamente di gruppi musicali – di cui sentirai dire “ah, e il cantante è gay” – sconosciuti anche alle mamme dei componenti stessi. Se una maglietta o un paio di pantaloni sono attillati, non vanno bene. Devono essere ancora più attillati. Segue i telefilm più disparati e, se vede un film o legge un libro, è di un qualche autore cambogiano vissuto in Cile ed è sicuramente in inglese.
Bene, ti trovi davanti al classico hipster gay.
Nulla di diverso dal modello base (anzi, basic) di hipster, tranne per il fatto che passa il lunedì sera, il martedì sera, il mercoledì sera, il giovedì sera, il venerdì sera, il sabato sera e la domenica sera in una qualche dark room a tirarsi sbronzo e a farsi di tutto (ma soprattutto a farsi un po’ tutti).

4. ROCK HIPSTER (hipsterya latens)

All’apparenza è una persona normale. Non ha lunghi baffi a manubrio, non veste con strane camicie bianche abbottonate fino al mento, non disegna croci e triangoli rovesciati ovunque, non ti guarda male attraverso gli enormi occhiali quando gli rispondi che in realtà non hai la minima idea di chi siano gli STRFKR.
Parla con competenza di musica, fotografia, arte, letteratura e politica. Passate da una critica a Saramago all’apprezzamento di Miles Davis ad un’interessantissima discussione sugli impressionisti. Un ragazzo d’oro, insomma.
Ma fate attenzione: il soggetto in questione potrebbe essere affetto da hipsterya latens, grave disfunzione neurologica che comporta nel paziente la pratica dell’hipsterismo nel privato, nascondendo invece la sua vera natura quando si trova in pubblico.
Alcuni dei campanelli d’allarme per accorgersi della presenza della malattia sono:

  1. Frequenti cambiamenti d’idee. Il rock hipster elogia il comunismo mentre sfoggia un Rolex, parla di anarchia militando in compagnie neo-naziste e intanto urla I have a dream.
  2. Rifiuto/fobia dell’hipsterismo. Se alle vostre domande – anche scherzose – “non sarai mica hipster?” risponde urlando e dimenandosi di no, che mai potrebbe esserlo, potrebbe essere un segnale di cedimento della doppia identità.
  3. Piccoli apprezzamenti dal mondo hipster. Se mai qualcosa può piacere ad un hipster, deve provenire da qualcosa/qualcuno di hipster. Indagare sulle possibili amicizie hipster del soggetto.
  4. Apprezzamento della musica elettronica-indie-rock-eletrcofolk.

Al manifestarsi di tutti e quattro i sintomi descritti, chiamare il 112, digitare 5 ed aspettare l’intervento del medico. Si consiglia di tenerlo occupato parlando di pop art o di cinema d’autore.

Classica immagine che incarna il profondo pensiero hipster.

Classica immagine che incarna il profondo pensiero hipster

5. HARD HIPSTER

Tutte le precedenti tipologie miste insieme.
Lascio a voi giudizio e secchio per il vomito.

6. (I didn’t know I was) HIPSTER

E questi siamo noi.
Ebbene sì.
Perché un po’ di hipsterismo è presente in ognuno di noi.
Ogni qualvolta ascoltiamo un gruppo musicale semi-sconosciuto ritenendolo una nostra esclusiva scoperta.
Quando vediamo un film, leggiamo un libro, scopriamo un artista e poi, chiedendo un parere a chi di dovere, ci sentiamo rispondere “Devo essere sincero, da come dici dev’essere davvero bello, ma non lo conosco”.
Ebbene sì.
Siamo un po’ hipster.
Ehi, aspetta.
No, no, tranquillo, lascia giù quella corda.
Sì, d’accordo, ho detto che siamo un po’ hipster ma non intendevo CAZZO LASCIA GIU’ QUELLA PISTOL…

Alessandra Butti

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