Gli anni dell’università sono anni bellissimi.
L’università è un microcosmo di giovinezza spicciola. Voglio dire che lì si vivono talmente tanti luoghi comuni della giovinezza da far coincidere per sempre questo periodo con l’immagine del sé da giovane. Si soffre, si ama e si soffre, si pagano le bollette e si soffre, si studia e si soffre, si sbaglia l’esame e si soffre e poi capita che non si soffre più. Allora ci si diverte come degli adolescenti che improvvisamente non vivono più con la mamma e giocano a fare i grandi. Tantissima roba.
Può darsi che l’università sia il periodo più bello della vita. Sicuramente molte cose che ci accadono durante quegli anni sono fighe.
Un posto dove dormire lo si trova sempre.
Usi la sedia come armadio.
Incontri persone incredibili. La pazzia distruggerà le loro vite solo anni più tardi, al momento sono eccentrici.
Frequentare l’aula studio è come andare a un party.
Pensi al futuro come a un universo di sogni realizzabili.
Ti diverti anche senza spendere un soldo.
Puoi saltare tutte le lezioni del corso ma basta presentarti ad una per auto-convicerti di aver fatto il tuo dovere.
Puoi dormire quando hai sonno e non quando è notte.
Qualsiasi manifesto trovato per strada diventa un poster per la tua stanza.
Ogni alba che vedi non è mai banale.
Per arredare l’appartamento vanno benissimo carrelli della spesa, cartelli stradali e dispense fotocopiate.
La bici è il tuo bene più prezioso.
Ogni bottiglia di birra vuota diventa un ornamento per la casa.
Le conseguenze della tua negligenza non vanno oltre una bocciatura all’esame o un voto di merda.
Le opportunità di copula sono al massimo storico.
L’alcolismo è considerato un valore.
Puoi vedere intere serie TV in pochi giorni.
Punti tutto sulla quantità e non sulla qualità.
Le feste in casa sono la vita vera.
Riempi la rubrica del tuo cellulare di numeri di telefono che non hai idea di chi siano.
Condividi tutto con degli amici che poi non vedrai mai più.
Non sei mai solo.