Moda

Yuccie, pane e figa per tutti i creativi

Recentemente è apparso su Mashable un articolo intitolato “L’hipster è morto, e potrebbe non piacerti cosa viene dopo”. Con “recentemente” intendo un mese fa, ma ero troppo occupato a scrivere cose simpatiche su twitter per accorgermene prima.

L’articolo di David Infante introduce la categoria degli yuccie per definire i nati a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio. In sintesi, questi yuccie non sono altro che la fusione dragonballiana tra gli yuppie (young urban professional; gente che venderebbe la madre per fare business) e gli hipster (creativi coi baffi; gente che porta con disinvoltura il risvoltino).

Yuccie

Il sogno di ogni yuccie è diventare ricco alla svelta preservando la propria autonomia creativa. Ma per realizzarlo non sono disposti ad accettare compromessi.

Compromessi inaccettabili per gli yuccie:

– Fare un lavoro monotono e non creativo.

– Lavorare per le idee di altri.

– Avere degli orari di lavoro fissi come gli impiegati.

– Essere considerati banali.

Dall’analisi di questa “not to do list” risalta il modello pedagogico dei loro genitori. Si tratta probabilmente di una coppia di trentenni medio borghesi che ha cresciuto i figli ripetendo in loop quanto sono speciali e quanto è importante nella vita fare un lavoro che piace.

Il problema di questo convincimento è lo sviluppo del disturbo narcisistico di personalità. Migliaia di 25enni convinti che una scuola d’arte, di grafica, di comunicazione o di scrittura creativa sia la giusta palestra per rinforzare la propria originalità.

Gli yuccie desiderano diventare il nuovo Steve Jobs in virtù di un sentimento diffuso di arroganza e individualismo, per il semplice fatto che i genitori li hanno convinti che se lo meritano.

 

Caratteristiche degli yuccie secondo Mashable:

 

– Ama i dolci artigianali

– Fa corsi creativi di pittura o acquarello

– Evita tatuaggi troppo vistosi (non è prudente dal punto di vista lavorativo)

– Compra i giornali solo nel weekend, con gli inserti culturali

– Ha migliaia di follower su Instagram, e nessuno su Twitter

– Mangia volentieri al ristorante, per postare la foto con i filtri sui social

– È immensamente cinico

– Ricerca l’ammirazione altrui per sentire che le proprie idee valgono

 

Purtroppo il termine yuccie non prenderà piede come ha fatto la parola hipster, perché gli hipster erano citati da Ginsberg, e lui associava alla creatività uno stile di vita fuori dagli schemi. Ossia la condizione necessaria per venire esaltati o biasimati dalla società. Altrimenti chi ti nota?

La creatività finché resta dentro schemi sociali predefiniti è solo uno slogan pubblicitario. Cosa che va benissimo, solo evitiamo di tirarcela perché gli slogan pubblicitari fanno tutti cagare.

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