Oltre V.I.P.

Vecchi da bar commentano Francesco Sole

In Italia l’eroe del momento è Francesco Sole, e lo dico con tutta l’invidia possibile e immaginabile. Lui è bello, giovane, pieno di followers e probabilmente viene pagato per pubblicizzare il libro di Claudio Cecchetto indossando una t-shirt. Io invece sono un perdente.

La gelosia fa fare cose un po’ pazze, quindi ieri sono andato al bar posta di Lestans, un paese dimenticato da Dio ma non dai preti, affollato di anziani come in un’apocalisse zombie geriatrica. Ci sono andato per mostrare a quei vecchi caratteristici che bevono grappa dalla otto di mattina, giocano a carte bestemmiando e conoscono il mondo solo fino al paese vicino, i video di Francesco Sole.

Ero interessato a far incontrare il classico con il contemporaneo per scoprire cosa potesse emergere da quella commistione così azzardata. Più nel dettaglio ho chiesto a un gruppo di sei over 68 (il più giovane aveva 69 anni e il più vecchio 83) di dirmi cosa significano le frasi di Francesco Sole.

La mia ipotesi di partenza era che il lirismo post adolescenziale di Francesco Sole potesse essere apprezzato solo tramite il filtro di una sovrastruttura di accettazione indefessa legittimata dal suo abbondante numero di seguici sui social media. Quindi, che persone prive di preconcetti riguardo alla nuova star potessero fornire un giudizio più schietto.

Ecco i commenti degli anziani ai suoi aforismi.

Francesco-Sole

Francesco Sole: Ricorda, chi non osa non vola.

Anziano: Ai miei tempi non si andava tanto in giro, io non ho mai preso l’areo. Non c’erano neanche le automobili.

 

Francesco Sole: “Prendi un piatto e tiralo a terra”. “Fatto”. “Si è rotto?”. “Sì”. “Ora chiedigli scusa”. “Scusa”. “È tornato come prima?”. “No”. “Adesso capisci?”

Anziano: Noi avevamo la miseria, non era mica una roba da ridere rompere un piatto. Una volta ho rovesciato il tegame con il coniglio e mio padre me ne ha date tante che mi ricordo ancora.

 

Francesco Sole: Ricorda, non perdere tempo nel cercare di capire una persona. Le persona hanno bisogno di essere amate non capite.

Anziano: Digli al tuo amico, che non abbia tanta fretta di sposarsi che poi è finita la pacchia (ridono).

 

Francesco Sole: Fanculo, siamo la generazione in cui se perdi un iPhone ti disperi e se perdi una persona il più delle volte nemmeno te ne accorgi.

Anziano: Io non uso il phon perché ormai sono rimasto senza capelli.

 

Francesco Sole: Ricorda il proverbio “quando si chiude una porta se ne apre un’altra” è una cazzata. Quando si chiude una porta si può aprire di nuovo perché è così che funzionano le porte.

Anziano: Ha ragione. Però l’altra sera la porta della legnaia era rimasta bloccata perché le fascine erano cadute giù e la tenevano chiusa. Ho dovuto sfondarla con l’accetta.

 

Conclusione.

Gli aforismi di Francesco Sole come qualsiasi altra forma di letteratura 2.0 sono capaci di attivare la mente del lettore. C’è solo una differenza tra gli scritti di Francesco Sole e quelli di, ad esempio, Robert Musil. Musil propone dei ragionamenti strutturati in maniera rigida che obbligano il lettore a schierarsi a favore o contro il suo pensiero. Sole racconta delle frasi molto vaghe che possono essere apprezzate solo sul piano emotivo e mai su quello del ragionamento, obbligando così il lettore a schierarsi a favore o contro il personaggio.

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