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Un campionato Jakartone – (Ennesima) Guida alla Serie A 2013/2014

Il titolo parla chiaro.

Con una scelta in totale controtendenza scelgo di parlare del terzo sport più popolare in Italia (non c’è bisogno di ricordare che i primi due sono rispettivamente i tornei di carte alle sagre e le bocce, nelle varianti beach, outdoor e indoor).

Si è appena conclusa l’ottava giornata di Serie A e sembra ieri quando potevamo ancora leggere dichiarazioni scoppiettanti sulla Gazzetta versione estiva.

Non lo so, mi sono appena svegliato, Berlusconi mi ha già cacciato? (Fonte)

L’unica cosa rimasta è sopportare la noia del calcio giocato, orpello di tutto ciò che appassiona il tifoso italiano ovvero la discussione intorno ad esso, con criteri più o meno vari di corrispondenza con la realtà (“Me lo sento, questo è l’anno di De Ceglie” oppure “Te l’avevo detto che non dovevamo dare via Schelotto, con Mazzarri faceva 15 gol”).

Per lo stoicismo del tifoso moderno ho stilato una guida alla Serie A 2013/2014, squadra per squadra, capace di far avvicinare al calcio anche i neofiti (ad es.: Massimiliano Allegri) e di far allontanare anche i tifosi più irriducibili.

Avrei voluto scrivere dei piselli più lunghi della Serie A (vedi qui) ma ho preferito rinunciare in attesa di poter dedicare all’argomento spazi più ampi.

Tipo un saggio.

O un sospensorio XL.

Il fatto che utilizzi dei soprannomi per le varie squadre è ovviamente una delle tante sfaccettature della mia sterminata cultura calcistica (Wikipedia).

La Dea (Atalanta B.C.)

Con uno degli allenatori più longevi della Serie A (Colantuono, secondo solo a Guidolin), qualche acquisto importante come Yepes e la conferma di Denis, l’Atalanta finora ha perso contro le squadre con cui doveva perdere e vinto contro le altre, confermandosi una noia mortale. Il colpo di mercato più importante è stato probabilmente la cessione definitiva di Peluso alla Juventus (4,8 milioni di €!).

Non se la caga nessuno oltre Bergamo (non saprei dire se Bergamo bassa o Bergamo alta).

I Felsinei (Bologna F.C. 1909)

Con un numero 9 come Bianchi e un 10 come Moscardelli è incredibile che al momento sia penultima in piena zona retrocessione. Voglio dire, almeno al Sassuolo il 9 non l’hanno dato a nessuno, una consapevolezza che andrebbe premiata. “Siamo scarsi, perché prenderci in giro?”

Nessuno ne sentirà la mancanza in Serie A l’anno prossimo. Forse solo i pusher e i tatuatori di Diamanti.

Casteddu (Cagliari Calcio)

Ora che finalmente (sembra) possono tornare a giocare in Sardegna proporrei di bloccare l’accesso alle grandi isole ogni domenica e giocare solo Cagliari-Catania (e Catania-Cagliari) da qui alla fine del campionato, di modo che nessuno debba più annoiarsi a guardare squadre così scarse.

Si salveranno entrambe (purtroppo).

Gli Etnei (Calcio Catania)

Vedi sopra.

I Gigliati (A.C.F. Fiorentina)

La Fiorentina gioca un calcio tra i più belli della Serie A, o almeno così dicono i giornali. Hanno una rosa che sulla carta è più forte di quella di Milan e Inter (probabilmente anche messe insieme) ma sanno tutti che il viola porta sfiga.

Se si fosse spaccato Aquilani e non Gomez sarebbero arrivati in Champions, purtroppo anche quest’anno non andranno più in là dell’Europa League (Hellas Verona permettendo).

Zena (Genoa Cricket and Football Club)

Detta anche “l’album Panini della serie A” per la velocità con cui i giocatori vanno e vengono, è una squadra che non ha niente da chiedere al campionato se non vincere anche il derby di ritorno. Ci riusciranno (Hellas Verona permettendo).

Il Doria (U.C. Sampdoria)

Dopo il 14° posto dell’anno scorso, l’obiettivo di questa stagione è fare ancora peggio e ci stanno riuscendo alla grande. Unica pecca è non essere già in Serie B matematicamente ma il campionato è ancora lungo e Bologna e Sassuolo non spaventano Delio Rossi, forte di giocatori come Gentsoglou e Wszołek.

Le Triglie (A.S. Livorno Calcio)

Trascinati da Paulinho in Serie A, nessuno si ricorda del Livorno finché la sua squadra non ci gioca contro (Ah ma il Livorno è in Serie A? Gioca ancora Lucarelli?)

La fortuna è che non se ne sono resi conto nemmeno loro. Mentre continuano a chiedersi che pessima stagione abbiano avuto Napoli e Roma l’anno scorso per finire in B (le uniche squadre degne incontrate finora), il Livorno galleggia a metà classifica, sperando in una svolta nel girone di ritorno che consenta loro di arrivare a giocarsi i playoff a fine anno.

Il Biscione (F.C. Internazionale Milano)

Se sento ancora una volta parlare di “cura Mazzarri” vado a tatuarmi la faccia di Nagatomo su un polpaccio à la Che Guevara.

Inoltre meriterebbero una qualche sanzione disciplinare per come si sono comportati col Sassuolo. Non per il 7 – 0 ma per il prestito di Schelotto, una mossa così infima che nemmeno Silvestre al Milan o Cassano al Parma.

Tutti si aspettano vagonate di soldi da Tohir e compagnia, sulla base di modelli illustri come gli sceicchi di Manchester City e PSG. In realtà spenderà ancora meno di Moratti e riempirà l’Inter di indonesiani in infradito che ci metteranno i primi 5 anni a capire cos’è esattamente il fuorigioco. Per poi abbandonare tutto appena Bergomi, durante una visita, si lascerà sfuggire l’espressione “fuorigioco passivo”.

Lascerà una società piena di debiti a causa delle spese per i corsi di formazione.

Il Diavolo (A.C. Milan)

Allegri è ancora al Milan un po’ controvoglia, in aperta ostilità con Berlusconi e voluto solo da Galliani che sa bene di non poter trovare un altro allenatore da pagare così poco. Ancora non si riesce a capire se sia scarso o un fenomeno per i risultati che riesce a ottenere con questo Milan.

Questa è la favoletta che continuano a raccontare i giornali, la realtà è un’altra.

Allegri ha vinto uno scudetto perché aveva un po’ di gente buona in squadra e nessuna valida alternativa se non un Inter spompata, poi quando hanno cominciato a vendergli i giocatori forti ha pensato bene di cambiare aria. Nonostante Berlusconi fosse ben felice di questa scelta, Galliani si è reso conto che un altro allenatore da pagare così poco non si trovava (Perché lo pagano poco, giusto? GIUSTO?), soprattutto non un altro allenatore capace di mangiarsi così tanta cacca tutta insieme.

A questo punto Allegri, da perfido manipolatore qual è, ha accettato di rimanere al Milan continuando a:

  1. farsi pagare da Berlusconi, facendogli marameo ogni volta che apre una busta paga;
  2. avere una reputazione medio – alta (“Non è lui che è scarso, guarda che rosa si ritrova”).

Tutto questo e qualcosa in più: VENDETTA.

Guardatelo bene durante la prossima conferenza stampa in cui dichiara di non avere niente a che fare con gli infortuni di mezza squadra, in cui si dice costretto a far partire Birsa titolare, in cui “non può rimproverare nulla ai ragazzi”.  Ho i brividi ogni volta.

Un pensiero speciale a Mauro Tassotti, costretto a lavorare con Mexes e Zapata.

I Partenopei (S.S. Calcio Napoli)

È sorprendente vedere il Napoli ai primi posti anche quest’anno nonostante De Laurentiis abbia deciso di riconvertire la squadra al soft air.

Come al solito il fattore determinante (in negativo) sarà lo spreco di energie tra campionato, coppa e deathmatch.

I Ducali (Parma F.C.)

Una squadra talmente anonima che nemmeno Cassano fa più parlare di sé da quando ci gioca.

Le Aquile (S.S. Lazio)

Non hanno cambiato niente dalla scorsa stagione tranne la cessione di Kozák. Andate a leggervi la guida alla Serie A 2012/2013 e pensate che potrà andare solo peggio.

‘A Maggica (A.S. Roma)

Vincerà lo scudetto? Lo spero.

La Ferilli farà un altro spogliarello senza spogliarsi veramente? Che differenza fa, ormai c’è youporn.

Nessuno si aspettava granché dalla Roma e ora mezza Italia la tifa, purché non vinca di nuovo la Juventus. Eppure i segnali erano chiari: hanno semplicemente venduto tutte quelle schifezze comprate da Zeman lo “scopritore di talenti”, tipo Panagiotis Tachtsidis o Mauro Goicoechea, e sono riusciti a fare chiarezza in spogliatoio tra Marquinho e Marquinhos guadagnandoci anche 31,4 milioni di €. Per non parlare del fatto che si sono liberati pure di quella pezza di Osvaldo.

Poi si sono comprati De Sanctis, Strootman, Gervinho, Ljajić, Benatia e si sono presi Maicon aggratis.

E tutti a parlare di Tevez e Ogbonna.

Sasòl (U.S. Sassuolo Calcio)

Cinque anni fa Squinzi sognava Champions e Kaká.

“Uno dei nostri segreti è che la proprietà è lontana, il management è competente e non rompe le scatole ai tecnici. Abbiamo vinto con Remondina e Allegri, ora c’è Mandorlini: se la cabala continua… andiamo in Champions!”

Se quest’anno la sua squadra riuscisse a salvarsi (c’è una minima speranza, vedi Bologna-Sampdoria-Catania), potrebbe addirittura esaudire un desiderio su due. Purtroppo non credo sia così scemo da comprarsi Kaká.

La Goeba (Juventus F.C.)

Non è più la squadra dell’anno scorso. Tre grandi acquisti (Tevez, Llorente e Ogbonna) e tre cessioni importanti (Giaccherini, Anelka, Bendtner) sembravano aver mantenuto un certo equilibrio nella rosa. Allora perché non sembra più a squadra imbattibile dell’anno scorso?

Tutti danno la colpa all’impegno in coppa e al dispendio di energie ma il problema è un altro e ben più grave.

MARCO MOTTA.

È tornato e subito si è inceppato il meccanismo. Probabilmente riempie le scarpe dei compagni di schiuma da barba prima di ogni partita, fa scherzi telefonici a Pirlo alle 3 di domenica mattina e cosparge i guanti di Buffon di sciolina. O più semplicemente i difensori della Juve non si riescono nemmeno più ad allenare da quanto è scarso.

La sua firma è stata la sostituzione all’83° minuto di Fiorentina-Juventus. Chapeau, maestro.

(Se non mi credete tornate su alla voce Bologna. E poi leggetevi questo)

I Granata (Torino F.C.)

Un po’ come i migranti di inizio secolo che dalle regioni povere dell’Italia del sud si trasferivano per cercare lavoro alla Fiat, anche questo Torino risente dei flussi di migrazione interna, in particolare dal Bari (Barreto, Gazzi, Gillet, Masiello S., Meggiorini, Padelli, Glik, Bellomo e l’allenatore Ventura).

Il lavoro maggiore per questa squadra sarà quindi evitare di finire in mano a gente come Lapo.

L’Udin (Udinese Calcio)

Come al solito altalenanti, anche quest’anno dopo un avvio difficile si piazzeranno a metà classifica grazie a 40 gol di Di Natale. Venderanno qualche sudamericano 50 volte il prezzo d’acquisto e ne compreranno altri 10, in una sorta di batteria di polli versione calcistica.

I Mussi Volanti (A.C. Chievo Verona)

Che dire di questa squadra?

La domanda non è retorica, nessuno ha ancora capito come funzionino. A un certo punto, verso la terzultima giornata di campionato, qualcuno guarda la classifica, li vede lì in mezzo e ripensa a tutte le volte che ha sentito parlare del Chievo durante la stagione.

Nemmeno una.

I Butei (Hellas Verona F.C.)

I cugini cattivi del Chievo, squadra rivelazione forse anche più della Roma.

La loro corsa continuerà fino a metà stagione (termineranno secondi il girone di andata); poi Luca Toni rivelerà le sue origini congolesi e chiuderanno il campionato in decima posizione.

Unica nota positiva sarà l’uscita dalla crisi per il mercato delle banane di Verona.

Massimo Ferdinando

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