Tutti i modi di vivere San Valentino
E’ davvero incomprensibile il motivo per cui la festa degli innamorati cada a metà febbraio. Perché posizionarla in un mese freddo e non a maggio, quando gli ormoni ti farebbero scopare anche un vaso di gerani? Nonostante la data infelice, San Valentino riesce comunque ad accendere le passioni più diverse. Come per i saldi, qualcuno ne va pazzo, altri lo reputano uno stupido rituale consumistico e c’è anche chi lo festeggia perché così fan tutti. A differenza delle svendite di fine stagione però, il 14 febbraio capita anche di vedere in giro dei maschi contenti.
I modi per approcciarsi a San Valentino sono quindi tantissimi. L’Oltreuomo ha selezionato i più significativi, affinché i suoi lettori possano trovare il proprio orientamento rispetto alla festa degli innamorati. E, se del caso, lasciare il loro partner il 13 febbraio.
I piccioncini
Lui è visibilmente emozionato. Quando si presenta all’appuntamento, ha in mano un mazzo di rose talmente grosso da farlo sembrare un ambulante indiano. Lei è tiratissima e ceneranno tenendosi per mano (sbrodolando di conseguenza il sugo degli spaghetti sui vestiti nuovi). San Valentino è stato inventato apposta per loro, che alle critiche degli invidiosi rispondono con un Mon Chéri.
Gli stabilizzati
Gli stabilizzati sono i piccioncini otto anni dopo. La passione si è ormai stemperata in una missionaria di 43 secondi due volte a settimana e un pompino ogni terza domenica del mese. Però, in occasione di anniversario e San Valentino, la coppia ricorda di amarsi e prova a ridare colore alla relazione. Tuttavia l’innamoramento è come il tempo di cottura della pasta. Quando è passato, è ormai troppo tardi e ci si ritrova a fare i conti con una sbobba collosa. Per questo gli stabilizzati, a una settimana dal 14 febbraio, iniziano a entrare in ansia. Non sanno che regalo acquistare, quelli belli li hanno già fatti gli anni prima. E poi dove andare a cena? Nel posto in cui lui l’aveva portata la prima volta? Ma ha chiuso nel 2007! Con tutte queste preoccupazioni, anche la scopata di San Valentino si trasformerà in una serie di movimenti goffi e insoddisfacenti. L’amore, all’inizio, è una cascata di emozioni, ma basta qualche anno per trasformarlo in un rubinetto che perde.
I contrari
Avendo seguito con terrore la parabola dei piccioncini diventati stabilizzati, i contrari scelgono di non festeggiare San Valentino. Subiranno meno la tristezza di fine innamoramento. E non scoperanno neppure la sera del 14 febbraio.
Quelli in crisi
Per le coppie in crisi solo una gravidanza inattesa è peggio di San Valentino. Nei casi disperati, cenano insieme senza dire una parola. Poi fanno l’amore senza dire una parola. Infine si mettono a dormire senza dire una parola. Nei casi patetici invece, uno dei due cerca insistentemente di animare la serata, mentre il partner imita alla perfezione l’espressione di un lobotomizzato. Niente è più triste della tristezza in un giorno di festa.
Il single triste
Il single triste maschio vorrebbe festeggiare, ma la sua attuale fidanzata è un server che ospita video porno amatoriali. Spesso esce da storie complicate, in cui il suo ruolo era quello di aggregare in grafici comprensibili i dati riguardanti il numero di uccelli che mensilmente posavano il becco dentro la sua ragazza. Nonostante la ex, oltre che sul proprio corpo, abbia concesso agli amanti il libero transito anche sopra la dignità del fidanzato, il single triste continua a rimpiangerla. Per questo lo sventurato passerà il 14 febbraio di fronte al pc, guardando vecchie foto. Le lacrime gli impediranno di cogliere il degrado insito nel frignare davanti all’immagine di lei con in mano il cazzo del suo migliore amico.
Anche la single triste femmina ha alle spalle un passato orrendo. Solitamente per colpa di uno dei tanti stronzi che si scopavano a giorni alterni la ragazza del single triste maschio. I due sfortunati potrebbero conoscersi, piacersi, stare insieme e metterla nel culo ai loro ex. Ma non succederà. Purtroppo le infelicità si incontrano solo nella sala d’attesa di uno psicoterapeuta. E’ questa la grande sfortuna dei single malinconici: non sapere che sono tantissimi.
I single gioiosi
Al contrario, i single gioiosi sono ben consci della preziosa libertà che offre il non avere gli organi genitali bloccati dalle ganasce di un partner. Per loro, San Valentino è solo l’anagramma di ‘na sveltina no? (cit.). L’impegno di questa categoria consiste nel non avere impegni. Sono i tipici single gaudenti che si vantano di festeggiare San Faustino soltanto per poter fare la rima con pompino. In definitiva, per loro la sera del 14 febbraio è quella in cui possono finalmente guardare un film a casa, prendendosi una pausa da una vita vissuta al ritmo folle di un coito forsennato.
Il giorno della festa degli innamorati tutti, volenti o nolenti, fanno i conti con la propria situazione sentimentale. Se le cose vanno bene, è l’occasione giusta per scopare come dei ricci. Se invece c’è da piangere, non bisogna deprimersi, ma ricordare che il 14 febbraio è soprattutto la data scelta dalla lobby dei fiorai per fare gli affari migliori.
Perché San Valentino, in fondo, non lo si vive come si vuole, ma solo come si può.