Sport per la vita
Ragazzi, con questo articolo voglio provare a cogliere uno dei momenti più drammatici e significativi della vita di ciascuno di noi. Uno di quei momenti in grado di segnarti a vita come uno giusto o come uno sfigato, come uno che ha carattere o come uno che fa tutto quello che gli si dica, come un povero coi soldi propri o come un ricco coi soldi d’altri. Sì insomma parlo di quando i nostri genitori ci hanno posto la domanda fino ad allora più importante della nostra vita:” Allora Andrea che sport vuoi fare?”. E chiedere ad un bambino di 6 anni cosa voglia fare è come pretendere che Brunetta prenda il barattolo di biscotti dalla mensola più alta della credenza. In quel preciso istante vengono fuori la vera indole e le ambizioni di un genitore per un figlio. Il genitore, consapevole di essere la figura che indirizzerà nel bene e nel male il bambino, si sente responsabilizzato e in dovere di consigliarli ciò che ritiene meglio per lui, mettendolo spalle al muro. A mio vedere è possibile catalogare i diversi sport tra cui un bambino può scegliere in diverse macrocategorie:
Sport da figli di papà: in questa categoria rientrano sport come il polo, l’equitazione, il golf, il tennis e il volano. Come molti di voi già sapranno o avranno capito, per sport da figli di papà (o da genitore 1 come vuole la Kyenge) si intendono tutti quegli sport praticati da persone con uno stereotipo comune: i soldi. I figli di papà sono in realtà bambini sfortunati a cui è data una scelta molto ristretta di sport da praticare per mantenere il loro elevato status sociale e che per Natale ricevono una racchetta da tennis professionistica con incastonato un diamante nell’impugnatura anziché il pupazzo di Action man. Così succede che all’età di 6 anni il papà gli dica: ”Ambrogino, visto che devi cominciare a fare sport sabato ti porto al circolo di tennis con me e ti iscriviamo al precorso agonistico quinquennale che fanno anche i figli del Belli, del Peri e del Barbieri, va bene?” Generalmente il bambino acconsente per mancanza di conoscenze, ma nel caso in cui dovesse dissentire può sempre scegliere in alternativa il golf o un corso di finanza.
Su dieci bambini che cominciano così sport, uno diventa effettivamente bravo, ma vuoi mettere quante conoscenze altolocate si fanno?
Sport da figli di madri apprensive: questa categoria di sport è forse la più generale e che ci tocca un po’ tutti nel profondo. Le mamme, si sa, sono apprensive di natura per quello che riguarda i propri pargoli, ma in tema di sport diventano come i politici in campagna elettorale: mentono con una convinzione pazzesca. La madre apprensiva quando chiede al figlio che sport vuole praticare gli fa capire tramite subdoli giochi di sguardi intimidatori cosa può o cosa non può fare. Se il bambino accenna una parola che cominci con cal-, foot-, hock-, loro gli lanciano uno sguardo di fuoco che incenerirebbe anche l’amianto. Sport adatti ai loro bambini sono il nuoto, l’altetica leggera e il judo. Stranamente un altro sport praticabile è il basket, probabilmente perchè le mamme si fanno intortare dalla storia che nel basket non c’è contatto fisico e le partite sono tutte giocate di fondamentali.
Il discorso cambia se le mamme apprensive hanno delle figlie. A questo punto da apprensive si trasformano in competitive e spingono la figlia a fare danza classica per diventare prime ballerine del teatro di Mosca e colmare la delusione che hanno covato per una vita intera nel non essere diventate partner sul palco di Roberto Bolle.
Sport da cugini:come si sa, l’erba del vicino è sempre più verde. In ogni famiglia che si rispetti c’è sempre il cugino più bravo, più bello, più tutto a cui i genitori (che poi sono gli zii) permettono di fare tutto mentre a te i tuoi genitori (che sono gli zii di tuo cugino) non lasciano fare un bel niente. Il tipico cugino pratica sport come il calcio o il basket, ma a livello che sembra quasi semiprofessionistico. Al momento della scelta dello sport il bambino sceglierà lo stesso del cugino per spirito di emulazione (i genitori generalmente non si oppongono vedendo la possibilità di far scarrozzare i figli dai propri fratelli e sorelle), ma dopo poco entrerà nella spirale decadente del vivere all’ombra del parente più bravo, più bello, più tutto che ne comprometterà lo sviluppo indipendente della personalità.
Sport da nipoti dei nonni: qua arriviamo alla categoria che più ci piace, quella in cui parliamo degli sport che vengono consigliati dai nonni. In quanto genitori dei genitori sono come la costituzione: non possono essere contraddetti e hanno massima voce in capitolo su ogni cosa. Fortunatamente gli sport consigliati dai nonni sono anche i più normali, in quanto retaggio di una giovinezza vissuta in tempi in cui c’erano molte meno pretese di adesso. Il calcio, il basket, il tennis, la pallanuoto sono tutti sport che i nonni vedono di buon occhio. Inconsciamente, un bambino che segue il consiglio del nonno è quello con le maggiori possibilità di successo, in quanto può godere della grande esperienza maturata da questo nel corso della vita, aiutandolo e allenandolo a modo proprio affinchè diventi un giorno un possibile fenomeno. Se invece il nonno ha già abbondantemente superato la soglia dei settant’anni il consiglio diventa controproducente e includerà sport come la briscola, il burraco e lo scopone scientifico. Il bambino non imparerà nulla sui valori dello sport, ma una vagonata di bestemmie in dialetto sì.
Insomma, fin da quando eravamo piccoli le scelte nostre e non hanno segnato il nostro stile di vita, ma, ricordando una frase di Tyler Durden dal film Fight Club, infilarci le penne nel culo non fa di noi galline.
P.S. nessun Andrea è stato maltrattato durante la stesura di quest’articolo e Ambrogino alla fine ha ricevuto anche un pupazzo di Action Man per la Befana.
Alberto Barbazeni