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Non sono d’accordo con te ma morirei affinché tu possa esprimerti su qualcosa che non conosci

La gente è così pigra che non cambia nemmeno idea. In politica è oltremodo evidente l’ostinazione delle persone di perpetuare la propria linea decisionale a discapito delle più contrarie evidenze. Vale a dire che è molto difficile cambiare la direzione del proprio voto anche quando sul piano razionale è impossibile restare coerenti con se stessi.

John Robert Anderson sostiene che i concetti ci permettano di andare oltre l’informazione percepita. Quando un concetto mette radici nella nostra psiche diventa la lente attraverso la quale osservare il mondo e deformare la realtà. L’adozione di un cane da parte di un politico sarà un gesto nobile se interpretato da un animalista e un gesto ridicolo agli occhi di chi non ha nessun tipo di trasporto emotivo verso gli animali.

Ma cosa succede se odiamo i cani ma amiamo il candidato che lo adotta? Ci viene in aiuto Leon Festinger con il concetto di dissonanza cognitiva. Un individuo che attiva due idee o comportamenti coerenti si trova in una situazione emotiva soddisfacente. Nel caso contrario, come quello del cane, la dissonanza cognitiva provoca un disagio nell’individuo il quale metterà in atto dei comportamenti per ridurlo. Per esempio, in condizione di indigenza, potremmo sostenere che i soldi non fanno la felicità. Non c’è limite alla genialità dei ragionamenti che costruiamo per “stare dalla parte del giusto”.

Quanto appena descritto dovrebbe persuaderci su come sia un atto piuttosto velleitario cercare di far cambiare idea politica a un elettore convinto. Storicamente in Italia, infatti, le percentuali di voto non cambiano. Questo nonostante i frequenti tentativi di rimestare le conformazioni politiche cambiando qualche etichetta e pedina.

La situazione è ben diversa se la persona non ha preconcetti politici in testa. Rientra in questa categoria chiunque abbia sempre accuratamente evitato di informarsi, anche accidentalmente ed è riuscito a mentenersi culturalmente vergine verso le differenti proposte politiche. Queste persone sono indecise e si possono convincere a votare per l’uno o per l’altro.

Da questo timido ragionamento traiamo una conclusione confortante.

La scelta di chi ci governerà fino alla prossima crisi di governo è nelle mani di chi non sa nulla di politica.

Articolo originale pubblicato su Tiscali

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