Segni che stai davvero invecchiando: la svolta salutista
Tutti ti dicono che stai diventando vecchio, tu ti ribelli alla carta di identità e continui a bere come lo scafo del Titanic. Il giorno dopo sei indeciso se chiamare l’ambulanza o le pompe funebri. È così che, quando entri nei siti porno, inizi a fare meno caso al capolavoro cinematografico che volevi visionare e più attenzione ai banner che ti promettono di rimetterti in forma in 20 giorni (e aumentarti il pisello di altrettanti centimetri).
Il tuo tentativo di fare ancora una vita spericolata ti ha quasi ucciso, per questo nel tuo cervello scatta un principio di autoconservazione che ti spinge alla svolta salutista, ovvero tutto ciò che fino all’altro ieri ti sembrava dominio di palestrati e femminucce. Ok, basta coi sinonimi e vediamo nello specifico cosa si intende per “svolta salutista”.
Prima di tutto viene la convinzione. Nessuna persona in grado di reggere una sbronza misurabile in ettolitri pensa abbia senso smettere di bere. Al contrario, non appena il tuo corpo inizia a piagnucolare vedendo più di dieci superalcolici tutti in una volta, ti convinci che la vita sana è la migliore a disposizione sul mercato.
Così smetti di fumare, perché quando vai a correre noti che hai meno ritmo del bollettino di Viaggiare Informati. Meglio salvare i polmoni, tanto più che sui pacchetti di sigarette hanno messo tutte quelle immagini di tumori, malanni e calamità naturali che anche se non fossero vere portano comunque sfiga. E poi è così bello non dover uscire dal locale ogni due minuti per rovinarsi la salute, ma stare in compagnia dei propri amici, sì, proprio quelli che fino a due settimane prima avresti sepolto sotto una camionata di letame in cambio di una cicca quando hai finito il pacchetto.
Poi arriva la parte propositiva del tuo disturbo psico-salutista, ovvero decidi di fare sport. Normalmente si tratta di attività fisiche sfigate, perché sotto sotto sai come ti sei ridotto. Quindi non andrai mai a sfidare qualcuno a basket o nei cento metri, ma diventerei il migliore – nonché unico – giocatore di volano del tuo quartiere e campione interprovinciale di qualche arte marziale ignota praticata solo da un contadino cinese della provincia dello Huangdong e dalla sua tribù endogamica.
A questo punto la tua vita è finita. Non bevi, non mangi, non fai festa. Ma ti manca un ultimo punto per rovinarti del tutto: la fissazione.
Solo i migliori ci arrivano, perché è facile fottersi il cervello per metà, ma ci vuole arte per rovinarlo del tutto. Così ti fissi su un’attività demenziale a caso. Può essere la cucina vegana, l’arte di alzare pesi da 50kg con la punta del naso, le centrifughe carota e ravanello o lo yoga kundalini ascoltando gli Iron Maiden. Non importa, ciò che conta è che tu abbia una passione di nicchia, tanto di nicchia da far supporre che chi ci finisce sia un potenziale disadattato o serial killer,.
E poi vai avanti così, fino a cinquant’anni, quando ti accorgi che stai molto meglio dei tuoi coetanei, valuti il perché, ti fai due domande, ti dai mezza risposta e ti ributti sull’alcol, questa volta sul serio.