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Scopri chi sei davvero in base a ciò di cui avevi paura da bambino

Le nostre paure sono ciò che forma la nostra personalità. E questa potrebbe essere anche la prima frase abbastanza vera di questo blog. Ci accerteremo rimanga anche l’ultima. Comunque abbiamo raccolto in una comoda lista le principali paure dei bambini e la tipologia di adulto a cui conducono. Alcune non sono poi così male.

paura da bambino

#1. Paura dei mostri – Sei un banale

Va be’, ma che cazzo sei? Lo stereotipo degli stereotipi? Hai passato l’infanzia a cagarti in mano per i mostri, probabilmente perché sono brutti o semplicemente perché ti hanno detto che erano ciò che di cui dovevi avere paura. Solo che nella vita i veri mostri non sono quelli che emergono per bruttezza o cattiveria, ma quelli che si appiattiscono sugli stereotipi fino a somigliare a chiunque altro, senza mai neppure sfiorare il concetto di originalità. Proprio come te.

#2. Paura dei rumori forti – Sei un ignavo

Tu non avevi paura dei rumori, avevi paura delle cose forti. Così come da bambino ti tappavi le orecchie ogni volta che un suono oltre gli 80 decibel ti colpiva le orecchie, anche adesso ti nascondi ogni volta che la vita ti propone qualcosa che non sia la solita routine. Sembra un’analisi impietosa, in realtà è meglio essere dei viziosi spalmati sul divano che degli scoppiati che definiscono tutto ciò che fanno “incredibile!”, “pazzesco!”, “una sborrata!”. Continua così.

#3. Paura dei finali dei “Piccoli Brividi” – Sei ossessivo-compulsivo

I libri della collana “Piccoli Brividi” non erano niente di che, ma i finali facevano sempre paura. Perché erano finali aperti: fino a due righe prima i buoni avevano vinto e i mostri di turno erano morti, ma le ultime dieci parole disponibili venivano usate per dirti che no, alla fine i cattivi, in un modo o nell’altro, sarebbero ritornati. La storia invece però finiva lì. E a te questa cosa faceva smattare perché sei un maniaco del controllo. Non ti importa chi vince, se i buoni, i cattivi o è pareggio, ti interessa sapere come si conclude definitivamente una storia, perché non c’è niente che ti terrorizzi più di ciò che non sai catalogare.

#4. Paura del buio – Sei intelligente

Platone nel mito della caverna non aveva capito un cazzo: non è alla luce che si esprime l’ignoranza ma nel buio. Infatti si dice “le tenebre della ragione”, “essere accecati dall’ira” e “accendi i fari coglione altrimenti ci schiantiamo!”. Tu temevi il buio in quanto non ti permetteva il piacere quasi erotico di conoscere ciò che ti circonda e questa stessa tendenza ti accompagna anche nella vita adulta – e per “questa stessa tendenza” intendo sia l’amore per il sapere che il bisogno di tenere l’abat-jour accesa quando vai a letto.

#5. I vecchi – Sei un finto giovane

I vecchi sono portatori, oltre che di un’insana passione per il cantiere stradale di fronte a casa mia, dell’idea stessa di morte. Idea che tu rifuggi comportandoti come un Gianluca Vacchi con meno soldi, ma con gli stessi patetici esiti. La tua vita è un triste susseguirsi di discoteche in cui persone troppo vicine agli anta si comportano da adolescenti arrapati e “kaffèèè buongiornissimo” sparati a raffica. Ma alla fine diventerai vecchio anche tu, forse con meno rughe, sicuramente con meno dignità.

#6. I fenomeni paranormali – Sei un leibniziano

Ciò che ti rende insicuro è non saper dare una spiegazione scientifica e logica a ciò che ti circonda. Per questo da piccolo ti cagavi addosso guardando Voyager. Ciò che però deve aiutarti a crescere è la consapevolezza che di solito chi vede gli spiriti o parla coi morti non supererebbe un banale test psichiatrico per il rilevamento di patologie gravi. E comunque con la tua voglia di spiegare sempre tutto hai anche un po’ cagato il cazzo.

#7. Gli alieni – Sei un introverso

Degli alieni non temevi la testa a forma di palla da rugby passata per Chernobyl, né la voglia di distruggere l’umanità che tutto sommato fa anche abbastanza schifo. Degli alieni temevi il fatto che venissero da fuori, fossero sconosciuti e incomprensibili. Per questo la tua versione meno intelligente vota Salvini, perché non vuole cose estranee tra le palle. Tu invece, che sei più brillante, hai capito che il problema non sono un certo tipo di persone, ma le persone tout court.

#8. L’assenza dei genitori – Sei un family man

Mentre i tuoi amichetti, quando i loro genitori erano fuori casa, ne approfittavano per mangiare patatine, guardare cartoni animati e sperimentare le prime droghe pesanti, tu ti cagavi addosso. La paura del nido vuoto oggi ti porta ad avere relazioni più stabili di una casa antisismica e provare piacere in tutto ciò che la maggioranza delle persone definisce “noioso”. Prega dio che tua moglie non ti lasci mai e i tuoi figli vadano a vivere da soli il più tardi possibile, altrimenti rimpiomberai nei terrori della tua infanzia.

#9. I disastri naturali e i temporali – Sei un ambientalista

Da piccolo avevi paura dei terremoti. Ma anche delle trombe d’aria. E pure dei temporali. Insomma, per te l’equilibrio della natura è fondamentale e per questo adesso sei un ambientalista convinto. Questo fa di te una persona migliore, una persona che ha usato le sue paure per impegnarsi in qualcosa di davvero importante. E tuttavia quando senti un tuono continui a nasconderti sotto il piumone.

#10. La paura della paura – Sei un genio

Essendo decisamente più intelligente degli altri, hai sempre saputo che nessuna delle paure qui sopra ha una base razionale – infatti non bisogna temere davvero qualcosa, bisogna però temere di temere, perché la paura è la prima causa di invalidità tra i non disabili. Hai quindi passato la tua infanzia a cercare di dominare non la paura, ma le sue cause intrinseche, che hai riconosciuto subito essere parte non del mondo esterno ma del tuo mondo interno. Hai quindi scavato nel tuo essere come un becchino e ci hai trovato dentro i cadaveri ancora sanguinanti dei tuoi conflitti irrisolti. Il tutto all’età di 5 anni. Alla fine della tua ricerca non hai trovato però nessuna cassa del tesoro, ma solo la pazzia, naturale conseguenza del tuo elucubrare. Ora vivi in un manicomio e nei giorni migliori ti tolgono anche la camicia di forza.

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