Scuola

Scopri che lavoro dovresti fare nella vita in base a chi eri alle superiori

Non so cosa ne pensiate voi, ma a me le persone non sembrano tutto questo gran mistero. Se ricordo i miei compagni di classe delle superiori, la loro traiettoria esistenziale mi pare fosse ovvia già al liceo – e davvero, sto pensando ad un’eccezione a questa regola che possa essere simpatica ma no, nessuno mi ha davvero stupito.

Quindi ecco il lavoro che dovresti fare in base a chi eri alle superiori – se non seguirai questa strada o non l’hai seguita, stai andando contro la tua natura e morirai infelice. Niente di che.

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superiori

Ecco la lista dei lavori ideali in base a chi eri alle superiori:

#1. Il bullo – Scienziato

Sei un ragazzo serio, coscienzioso – e non certo a dispetto del tuo passato. Infatti il bullo è tosto alle medie, molto tosto alle elementari, ma chi è ancora un bullo al liceo è chiaramente indietro con lo sviluppo. A quell’età, o ci si lancia a capofitto nella cocaina come i pischelli di buona famiglia, oppure meglio lasciar perdere. Tu invece eri un tipo serio, legato ai valori tradizionali dell’intimidazione e del furto di merendine, quindi è naturale ti prenda a carico anche le sorti di un altro caposaldo della nostra società come la ricerca scientifica.

#2. Il solitario – Cameriere

Attenzione, il solitario non è lo sfigato o l’emarginato, ma quello che già a 16 anni aveva capito che la gente fa schifo e quindi se ne tiene alla larga. Non è un paradosso il fatto che nella vita dovrebbe fare il cameriere, un mestiere meccanico in cui i rapporti con le persone sono prettamente formali. L’ideale per lui sarebbe essere il cameriere del suo stesso piccolo locale, così non da non essere neanche costretto ad avere a che fare con i colleghi.

#3. La figa della classe – Chimica o Farmacista

Cosa sono i chimici e i farmacisti se non aspiranti medici che non hanno superato il test di ingresso? Tipico destino della figa della classe, che dopo cinque anni passati a farsi sbavare sui tacchi delle scarpe dai ragazzi innamorati di lei, pensava che il resto della vita fosse in discesa e così non ha studiato per il test, venendo fatalmente punita. La figa della classe, come un protagonista delle opere sofoclee, viene colpita dalla destino tragico di dover vivere una vita da insoddisfatta perché è stata troppo felice nei suoi brevissimi, fugaci anni migliori.

#4. La pazza – Medico

Una cosa che non si dice mai abbastanza riguardo ai medici è che sono pazzi. La tua compagna di classe, quella per certi versi geniale e per altri da rinchiudere in un manicomio criminale, è perfetta per questo mestiere. Ha la mente abbastanza tarata da voler studiare per tutti quegli anni e soprattutto i suoi disturbi psichiatrici le rendono accettabile l’idea di passare la vita a fare autopsie, infilare dita nel culo o lavorare a stretto contatto col pus. Sarà bravissima.

#5. Quello bravo – Bidello

Quello bravo è affamato di sapere. Non studia per il voto, studia per l’orgasmo di conoscere. Per questo, di fronte alla difficile scelta dell’università, decide di non andarci. Troverà impiego in una professione apparentemente umile che però gli permette di passare tutto il tempo, anche quello lavorativo, a studiare cosa gli piace e come gli piace, senza essere ingabbiato nel monotono schema universitario italiano. Pensateci bene, ci sono più potenziali premi nobel dietro i moci vileda che alla Normale di Pisa.

#6. Il ciccione – Personal trainer

Alle superiori, tra la crescita e la cocaina che in ‘sto campo fa miracoli, per i ciccioni c’è ancora qualche possibilità di dimagrire. Tutti gli altri invece non devono scoraggiarsi ma diventare parte di quell’esercito di gym-tossici che trova la propria realizzazione personale nel peso del bilancere che riesce ad alzare. Così il ciccione trova la redenzione e la giusta forma, oltre ad un ambiente in cui è finalmente accettato per quello che è (diventato), il fatto poi che sarebbe stato un bravissimo ingegnere ma preferisce avere uno stipendio da fame ma stare tutto il giorno in compagnia di persone meno intelligenti di un tapis roulant passa decisamente in secondo piano.

#7. Lo sfigato – Manager

Perché uno sfigato è sfigato? Perché si pettina come un coglione? Perché non tromba neanche se una gli appoggia la vagina ad altezza glande? Perché è noioso come un trattato di patristica? No, uno sfigato è sfigato perché fa di tutto per essere come gli altri, incasellandosi automaticamente come una persona poco desiderabile, visto che fa di tutto per sfuggire a ciò che è. Un loop terribile che si risolve solo nel successo lavorativo, ottenuto leccando più culi di un attore porno perché lo sfigato non smetterà mai di stimare gli altri più di se stesso.

#8. La ribelle – Giornalista 

La ribelle è la perenne testa di cazzo che dava contro alla prof sempre, anche quando faceva l’appello. Il problema non era contestare le decisioni, ma farlo per partito preso, come esistessero ancora gli adolescenti ribelli di una volta e quelli odierni non fossero invece una massa informe di ormoni la cui volontà è acquistabile da un Pokemon Go qualsiasi. Quindi la ribelle continua a menare il cazzo a tutti e, quella che prima era una semplice presa di posizione infantile, ora diventa un semplice comportamento infantile di un adulto. Finisce quindi a fare la giornalista di inchiesta. Per Striscia la Notizia.

#9. La timida – Professoressa

Ci sono i professori bravi, ci sono i professori meno bravi e poi ci sono i professori che sarebbero anche bravi, ma proprio non hanno la stoffa. La timida rientra nell’ultima categoria: non ama imporsi e non riesce a farlo così ha pensato che insegnare era una scelta modesta che le avrebbe permesso di svolgere un mestiere molto importante (insegnare è un mestiere importante) dove però non bisognava usare troppo le unghie. Peccato che a 16 anni i ragazzetti siano la versione con meno scrupoli di Gennaro Savastano e che la vita della timida diventata professoressa si trasformerà presto un inferno senza possibilità di promozioni in purgatorio.

#10. Il cazzone – Sommelier

Il cazzone non è stupido, ma non ha alcuna voglia di applicarsi – della vita non ama il successo o le sfide, preferisce i divani. Per questo cercherà sempre situazioni agiate, in cui i piaceri superano di gran lunga gli sbattimenti di palle. Finisce così per diventare un sommelier, guadagnando un sacco di soldi per fare il mestiere migliore del mondo: assaggiare vino. E poco importa se a forza di cazzeggiare le superiori non è neanche riuscito a finirle.

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