Sanremo 2014 – Le pagelle della prima serata
Ieri ho guardato Sanremo per riprendermi da una seria influenza intestinale dovuta presumibilmente ai recenti stravolgimenti politici. Quando sto male tendo a concentrarmi con le poche energie che mi rimangono verso il superfluo: l’intrattenimento.
L’intrattenimento, o Sanremo nel caso specifico, non ha bisogno di essere bello o brutto in assoluto perché il giudizio che ne diamo è semplicemente un problema di interpretazione. Ognuno ha i suoi comandamenti e non è compito di Sanremo aderire alla rigida visione dogmatica di ciascuno di noi. Il ruolo del festival è creare un pretesto per condividere con gli altri i propri gusti. Riassumendo, l’unica cosa che conta di un programma d’intrattenimento è il numero di persone, favorevoli o contrarie, che coinvolge.
L’Oltreuomo viaggia molto più in basso rispetto alle opinioni da social collocandosi tra il commento tecnico da bar e il delirio da indigestione di cozze. Per questo motivo vi propongo la scheda tecnica della prima serata di Sanremo.
Per conformarmi alla nomenclatura vigente la chiamerò pagella.
# Fazio 9 – Fedele alla linea
Fabio Fazio ha fatto tutto quello che ci si aspetta da Fabio Fazio soddisfacendo sia le attese di chi lo considera un mediocre sia quelle di coloro a cui sta simpatico perché ha fondato Cuore e conduceva Quelli che il calcio. I momenti più amati da chi lo detesta sono stati la gestione dei due disperati napoletani, il duetto canoro con Laetitia e le lacrime durante Father and son. I momenti più amati da chi lo ama sono stati la gestione dei due disperati napoletani, il duetto canoro con Laetitia e le lacrime durante Father and son.
# Littizzetto 6 – Cauta
Una Luciana con il freno a mano tirato che non libera la potenza del suo gergo triviale: meno sboccata di quanto non sia a Che tempo che fa. O forse ci stiamo semplicemente abituando a quella acuta litania escatologica che sono le sue battute. Per incidere davvero deve sdoganare la bestemmia in eurovisione altrimenti temo vada rottamata.
# La polemica 4 – Sottotono
I presupposti per una prima puntata scoppiettante c’erano tutti ma si sono rivelati un flop. Il comizio improvvisato da Grillo fuori dal teatro lasciava presagire un comportamento sguaiato anche all’interno ma purtroppo il leader del movimento 5 stelle si è goduto il festival dalla platea in religioso silenzio. Forse era un po’ teso per la performance odierna con Matteo. Bene i due pazzi napoletani ma andavano invitati a salire sul palco, microfonati e avrebbero dovuto dichiararsi gay o a favore della sperimentazione animale. In generale la polemica è stata talmente deludente che oggi si parla della presunta gravidanza di Arisa e della crisi di coniugale di Fazio.
# La figa 2,5 – Non pervenuta
Malissimo Laetitia Casta che con la sua apparizione sul palco dell’Ariston spiega eloquentemente il motivo della sua separazione da Accorsi. La francesina ormai è solo il ricordo della tettona che affollava i nostri sogni adolescenziali. In sostanza l’unico barlume di vagina durante tutta la serata è stato lo spacco della Cagnotto. E pensare che l’anno scorso c’era Bar Rafaeli.
# La musica 4,5 – Anacronismi
La musica del festival di Sanremo ha casualmente smesso di piacere quando agli italiani ha smesso di piacere la musica di Sanremo. Mi spiego meglio. Le canzoni di Nilla Pizza non sono meglio di quelle di Arisa. La differenza sta nel fatto che quando le cantava Nilla Pizza alla gente piaceva quel genere di musica mentre oggi Arisa fa audience perché quando parla sembra uno scherzetto.
# Gli ospiti 7,5 – Coerenti
A conferma che l’inizio del festival è stato grandioso, chi si è sintonizzato da subito ha potuto godere del tributo di Ligabue al compianto Fabrizio De André. Quale pezzo avrà interpretato il rocker di Reggio Emilia? Qualcosa di tosto o qualcosa di allegro? La scelta è caduta su Crêuza de mä, un pezzo in genovese, dialetto totalmente estraneo a Luciano.
# Twitter 10 – L’inferno
Chi ieri si è connesso a Twitter ha ragionevolmente promesso a Mosè di non rifarlo prima che sia finito il festival. L’hashtag #Sanremo2014 è stato usato più di mille miliardi di volte in nemmeno tre ore. La metà dei Tweet elogiavano il festival, l’altra metà lo criticava aspramente e tutti cercavano di far ridere puntando sulla quantità. La prova definitiva che Sanremo ha vinto ancora.