“No!” e altri tipi di rifiuti femminili
Nel 2012 l’unica differenza rimasta tra gli uomini e le donne risiede nell’austerità femminile di rifiutare il corteggiamento da subito e nell’ingordigia maschile di aspettare una chiavata o due (se proprio non è una cloaca) prima di recidere i rapporti. Da qui il privilegio squisitamente omosessuale di potersi comunque chiavare l’uomo dei sogni prima che lui smaltisca il vostro ricordo tirando lo sciacquone.
Come regola generale l’uomo non butta via niente, forse perché le donne sono maiale forse perché in tempi di carestia ogni buco è galleria. Le doppie X invece si sono allenate attraverso secoli di puericultura a manipolare le menti per cui oggi, al culmine del loro sviluppo filogenetico, fingono gli orgasmi. In alternativa trovano motivazioni geniali per chiudere una storia o declinare un carico di sarde. Il maschio, la cui massima espressione della ribellione è avere quindici anni e vomitare dopo una serata tra amici, aspetta pedissequamente che qualcosa accada. Un uomo che pone fine a una relazione è un fenomeno assai raro. Alcuni scenari più realistici sono l’attesa che la compagna muoia, fingere gli orgasmi (scusa ma sei talmente eccitante che non sono riuscito a trattenermi), continuare a recarsi settimanalmente alle partite di calcetto nonostante i quarant’anni suonati, lavorare fino a tarda notte, seguire le trasferte della propria squadra del cuore e altre cose che non farebbe mai se desiderasse passare del tempo con la sua lei.
Oggi prenderemo in esame le varie tipologie di rifiuti femminili. Tante più ne avete provate sulla vostra pelle tante più sedute richiederà il vostro percorso terapeutico.
Rimaniamo amici.
Un evergreen che denota spensieratezza. Questa menzogna viene utilizzata quando il coefficiente di interesse è talmente basso che la femmina non sente nemmeno il bisogno elaborare una buona uscita credibile. In sostanza le basta che vi togliate dal cazzo. Esistono numerose varianti di questa frase: ti vedo come un amico, non roviniamo una bella amicizia, possiamo comunque continuare a vederci e via dicendo. Bisogna segnalare che questa scusa non viene utilizzata qualora vi sia realmente un’amicizia in corso ma solo nella circostanza in cui proporre un legame di questo tipo sia un completo nonsense.
Devo chiarire le cose con il mio ex.
Tradotto nel linguaggio corrente diventa “devo riscaldare la minestra”. A scegliere queste parole sono le donne troppo pigre per ricominciare da zero la trafila corteggiamento-amore-odio e preferiscono ormeggiare nel porto sicuro dell’indifferenza reciproca con inserti di cappelle alloctone. Quando ricevete un rifiuto del genere ricordate che la vera vittima non siete voi ma l’ex a cui lei parlerà di un corteggiatore tanto magnifico quanto misterioso ma che ha rifiutato per il bene della coppia.
Non sei l’uomo della mia vita.
Quando una donna risponde così è vecchia. A seguito di numerose relazioni abortite per i più svariati motivi si ritrova a fare i conti con il tramontare della sua femminilità e sente la pulsione insaziabile di accasarsi. Poiché i principi più azzurri sono stati tutti presi, a lei resta solo un ampio assortimento di seconde scelte che reputa scadenti. Dopo un paio di mesi la vedrete passeggiare per le vie del centro con qualcuno che sarete disposti a giurare fosse Luca Giurato.
Sei troppo maturo.
Niente da fare, pensa che siete brutto. Questo diniego dice più cose sulla psicologia femminile che tutte le minchiate scritte da Melanie Klein, Simone De Beauvoir e Luciana Littizzetto messe assieme. In buona fede la creatura sposta il piano del rifiuto dal dominio che reputa più importante (la bellezza) a uno meno caustico (la maturità).
Sei ancora un bambino.
Ve lo diranno tutte le femministe convinte che l’uomo raggiunga la maturità molto tardi nella vita. Per maturità intendono conto in banca.
In certi periodi nessuno mi vuole altre volte troppi.
Tra tutte le parole che si possono dire per rifiutare un uomo queste sono le più sincere e sottendono che non siete la prima scelta nel potpourri dei corteggiatori. Si trovano in questa difficile situazione le ragazze che hanno cambiato contesto sociale (nuova città, nuovo gruppo di amici, nuova palestra, etc.) e che nel precedente erano irrilevanti. Dato che prima erano ben conosciute mentre ora no, è probabile che il loro rinnovato successo sia una trappola.
Ho bisogno di chiarirmi un po’ le idee.
Un bel due di picche morbido traducibile con l’espressione “ho troppi cazzi per la testa” in cui ad essere metafora è la parola “testa”. Non vi respinge totalmente né vi accetta, vi tiene in forse. Una vera troia.
Ho un impegno, devo uscire con una mia amica.
Quel fantomatico impegno, nel procedere dei vostri tentativi, assumerà sembianza differenti: la mamma, la nonna, il fratello, l’estetista, lo studio, l’esame, il compleanno, eccetera eccetera. Dal vostro punto di vista sarà Dio ad assumere ogni volta sembianze differenti.
In questo periodo non voglio vedere nessuno.
Nonostante sia impossibile prevedere la durata del periodo, state certi che non sarete voi quello vicino a lei allo scadere del ramadan.
Forse sono lesbica.
Se ci avete provato di sicuro non è una di quelle soldato Jane che indossano camicie a quadri. E magari ha pure un’amica figa con cui l’avete vista assieme. Ringraziatela per avervi dato del prezioso materiale da masturbazione e correte a casa prima che l’immagine svanisca.
Ho le mie cose.
Utilizzano questa scusa perché pensano che l’uomo non senta la puzza di mestruazioni.
Fonte immagine: DAW