I peggiori clichés delle serie tv
Dio creò gli uomini, poi qualcun altro creò le serie tv e tutto il resto è andato a puttane.
Guardatori seriali di serie e, alliterazione a parte, tutto il resto perde importanza: amicizie, famiglia, studio e sonno. Un guardatore seriale sa che ogni mattina dovrà svegliarsi e conciliare il numero di puntate con le ore di studio, e non viceversa. L’unica abilità a trarne beneficio è il calcolo di proporzione: all’aumentare delle puntate le ore di studio diminuiranno in modo proporzionale. La mia maestra di matematica sarebbe fiera di me! Ma bando alla ciance, ognuno ha un suo genere di serie prediletto ma, osservando le serie tv americane più in generale, posso scommettere che avrete visto almeno alcune delle seguenti scene trite e ritrite negli scenari più disparati. Vediamole un po’!
#1. Una puntata non potrà mai avere un inizio e una fine coerente, ti costringerà a vedere la successiva per capirci qualcosa che a sua volta ti costringerà a guardare la seguente, innescando in circolo vizioso desinato a non esaurirsi mai. Se non al suono della sveglia. Non per altro le hanno chiamate SERIE.
#2. Impararai la sigla a memoria, persino i nomi degli attori, comprese le comparse. Tranne quella di Dawson’s Creek, lei resterà sempre nella storia come “o-nu-vuono-wei”
#3. Le voci dei doppiatori dei protagonisti della tua serie preferita sono esclusivamente loro e non prenderai mai più sul serio un altro attore con la stessa voce. Riconosceresti quella voce tra mille, più di quella di tua madre.
#4. Stessa cosa se segui la serie in lingua originale. Chi sei tu? Ridagli la sua voce!
#5. Se i protagonisti della serie sono teens puoi star certo che uno dei fili della trama sarà la trasmissione di malattie veneree tra tutti gli iscritti al campus universitario, corpo docente incluso
#6. Se i protagonisti sono tanti, qualcuno morirà. Se i protagonisti sono vampiri, streghe o licantropi qualcuno tornerà.
#7. Non importa quale sia il motivo, se qualcuno piange si appoggerà al muro scivolando lentamente e accovacciandosi a terra.
#8. Non importa quale sia il motivo, se qualcuno si arrabbierà troverà una porta e la prenderà a pugni.
#9. Non importa se la battuta in questione faccia meno ridere della morte, ci sarà la risata registrata in sottofondo che te la farà sembrare ancora peggio
#10. Non importa che ore siano, nessuno avrà mai tempo per fare colazione e uscirà afferrando un biscotto al volo mentre si infila la giacca.
#11. Non importa se l’impero americano del consumo è fondato su catene di fast-food. La mamma americana non lo sa e preparando la cena spezzetterà chili e chili di verdure.
#12. Non importa se sei la più cessa della scuola, il ragazzo più figo della scuola prima o poi avrà un abbassamento di autostima e si innamorerà di te.
#14. Non importa se non hai trovato ancora la tua anima gemella. Lei è lì che ti aspetta nei corridoi di un college, pronta a venirti a sbattere, farti cadere i libri e a rubarti il cuore.
#15. Non importa quale sia la natura della festa, ci sarà sempre lo sfigato di turno che verrà messo testa in su sul fusto di birra accerchiato da bulletti che canteranno in coro “giù,giù,giù!”
#16. Non importa se sono le 8 di mattina, qualsiasi scusa è buona per versarsi dell’ottimo wiskey, scotch o bourbon
#17. Non importa quanto i protagonisti abbiano pianificato la loro vita, in aeroporto, mentre lui è in fila per l’imbarco lei arriverà e gli impedirà di partire.
#18. Non importa quale sia l’argomento in questione in una telefonata, in qualsiasi caso terminerà con uno dei due che riappende, senza salutare , enfatizzando il gesto della chiusura del telefono “a conchiglia”
#19. E soprattutto, non importa quale sia il motivo di separazione di due persone, nella scena di addio, sulle note strazianti di “goodbye my lover”, cammineranno in direzioni opposte per poi fermarsi, voltarsi e annuire l’uno verso l’altro.
#20. Non importa quali sintomi il paziente abbia, ciò che è certo è che non sarà mai Lupus.