Non è un paese per vecchi (e nemmeno per giovani)
Da quando la rivoluzione industriale ha fatto pian piano sparire le grandi case dove vivevano più generazioni, gli anziani si sono trovati progressivamente più soli. Guccini ci descrive un pensionato che riscalda sempre la stessa minestra in una cucina illuminata da una lampadina da venti candele. Era solo, ma apparentemente in grado di badare a se, ma se le cose non vanno proprio bene? I nostri eroi che ci governano non hanno mai pensato molto a questo problema e certamente non per il fatto che rende poco. Fortunatamente un muro crollato a Berlino è stato provvidenziale per i nostri anziani. Stuoli
di migranti provenienti da est, in cerca di una nuova libertà e di un possibile guadagno, hanno creato, con i nostri anziani, una società di mutuo soccorso in perfetta anarchia. Così molti anziani, appena perdono parte delle loro capacità fisiche o intellettive, si trovano a condividere la loro vita con una badante proveniente dall’est europeo. Tutto sommato per la maggior parte di loro va bene, ma durerà fino a quando queste donne non troveranno altre opportunità di guadagno. Poi? Nessuno ci ha pensato.
Evidentemente non è un paese per vecchi e quindi è un paese per giovani.
Infatti ai giovani si pensa. Si contano i disoccupati che sono 35 su cento. E’ un numero elevato, ma si lavora per ridurlo riducendo la ricerca e tutte le possibilità d’innovazione per cui, i giovani, non trovando opportunità per realizzarsi fuggono all’estero. Semplice ma efficace infatti se i giovani saranno di meno, caleranno anche i disoccupati. Ma non bastasse, se i nostri giovani non invecchieranno nel nostro paese, in un futuro prossimo diminuiranno anche i vecchi. Sembra diabolico, ma probabilmente viene fatto tutto per il nostro bene.
Dai, ancora uno sforzo e saremo fuori dalla crisi.
Molto probabilmente con un paese di veline e calciatori e, naturalmente tanti, troppi mestieranti della politica.