Le Oltre favole

L’hot dog

Lo riconobbesubito. Era uno stupido tatuaggio che rappresentava nientemeno che un hot dogfumante. Un hot dog! Ripensò alla stessa cosa che gli era venuta in mente laprima volta che aveva visto quello stesso segno permanente sul culo di Jimmy:“come cazzo fa uno a incidersi per sempre una tale stronzata sulle sue sacrenatiche”. Quella volta, però, quel pensiero non era stato quello preponderante,nella mente di Marco: le chiappe di quel ragazzo dal nome ridicolo l’avevanocerto messo a disagio, ma il problema cruciale era un altro. Già, perché laprima volta che vide Jimmy, il buon vecchio Jimmy, questo si stava scopandoindisturbato la sua ragazza (e con “sua” intendo di Marco), quella gran troiadi Nicole. Risulterebbe terribilmente banale riferire le bestemmie e i pensieriomicidi che gli erano venuti in mente, in quel luminoso sabato mattina di circaun anno prima.

Quandorivide l’inconfondibile e imbarazzante hot dog sullo stesso culo moscio, Marcofu sicuro che si trattasse di Jimmy. Lesse il referto medico, si volevaaccertare la causa di morte di mister tatuaggio-del-cazzo. Sul gelido tavoloautoptico, quello stronzo di Jimmy era nudo come un verme, bianco, maleodorante.In una parola, puzzava proprio di morto. Era passato a miglior vita soffocando,a quanto pareva, e la causa Marco già la sospettava. Quel vecchio porco avevafatto chissà quali giochetti erotici, magari usando qualche bell’hot dog caldoe grosso per ficcarselo nel culo, vista la citazione sul suo corpo. Ecertamente maneggiando il suo. Però aveva commesso l’errore di legarsi con unacorda al collo, per godere di più, il vigliacco, traendo forse spunto da quellavolpe di David Carradine, morto per un analogo fatale errorino dimasturbazione.
Il nostroJimmy non era, quindi, certo un genio, gli aveva fottuto la ragazza – è vero -ma visto il quoziente intellettivo di lei, era probabile che avesse trovato unamaggior affinità intellettiva (o elettiva) per lo scimmione dal corpopalestrato che ora Marco si accingeva a squartare.
Qualcosaperò lo turbava. Qualcosa che non era il tatuaggio, né una gelosia retroattivaper uno che di lì a poco sarebbe stato ottimo cibo per vermi. Quel giornogrigio, nella stanza squallida illuminata a neon dell’obitorio, davanti altavolo d’acciaio con mille bucherelli per far scolare il sangue dei tanticadaveri che si erano offerti come vittime sacrificali alla scienza, un tavolointriso di morte quasi palpabile nell’aria, e che ora accoglieva gelido ilcorpo di quel fottuto Jimmy , c’era qualcosa per cui Marco non riusciva a darsipace; un piccolo dettaglio non gli permetteva di prendere in mano ed utilizzareforbici, scalpello, sega e infine segatura per infarcire di nuovo quel tacchinodalla faccia butterata e con un’espressione di pseudo godimento perquell’ultimo fatale orgasmo; la ragione che stava paralizzando Marco, colmo dirabbia e delusione, era che Nicole – che da un anno ormai per lui erasemplicemente La Gran Troia (nelle varianti Big Bitch o Sboldra – per gli amicidi Marco), aveva giustificato il fatto di essersi fatta scopare quel sabatomattina da Jimmy wurstel-sul-culo con la semplice affermazione: “ce l’hagrosso, grazie a dio più di te, e mi fa veramente godere dopo anni. Capiscimi”.Questa frase lo aveva segnato, Nicole si era ripetutamente lamentata della lorovita sessuale, della mancanza di desiderio tra loro, ma aveva oltrepassato ciòche un uomo può tollerare chiamando a testimoniare nel tribunale dei litigi dicoppia le dimensioni a suo dire troppo ristrette del suo pene.
Quel ricordobalenò nella mente di Marco, e lo pietrificò: quel cadaverico Jimmy, bastardostecchito, gli stava mostrando chiaramente un pene di dimensioni irrisorie,esaltandolo anche grazie alla depilazione integrale nella regione pubica che sifa ai morti, analogamente ai polli che vengono spennati per essere macellati etrasformati in squisiti e genuini chicken mcnuggets . Neanche il suo amicoPippo, soprannominato Small Dick, poteva raggiungere dimensioni altrettantoimbarazzanti. Il buon Jimmy avrebbe potuto vincere il primato di cazzo piùpiccolo in quei concorsi fenomenali a cui partecipano in primis giapponesi,seguiti da altri uomini prevalentemente caucasici (di negri se ne vedono pochida quelle parti, per noti motivi anatomici) privati di ogni forma di dignità eaccomunati dalla “qualità” di avere un compagno di vita di dimensioni ridotte,lì sotto.
Il fatto cheLa Gran Troia l’avesse preso per il culo, ora non lo faceva essere lucido, nonriusciva a controllare la sua freddezza e obiettività di anatomopatologo.
Non si rese neppure conto, quindi, di aver già impugnato ilbisturi e di averlo puntato verso ciò che letteralmente incarnava il casus belli della rottura tra lui e NikyLa Sboldra.
La fine diquesta storia la si può immaginare. Ora Marco ha appena finito il periodo disospensione dall’Ordine dei Medici, non ha lavorato per parecchi mesi, durantei quali è andato in Giappone e ha partecipato a svariati concorsi di Chi ce l’ha più piccolo? o Qual è il mikado più fino?, non vincendomai ed esultando per le sue sconfitte. Ora si sente meglio, ha perso dignità ereputazione sociale, tanti lo hanno creduto un pervertito e sua madre èschiattata fulminata da un infarto dopo che nel paese calabrese dove viveva(sì, dico calabrese proprio per sottolineare il fatto che i terroni non sifanno i cazzi loro) si sparsero le voci sui concorsi che suo figlio faceva,cose a loro dire vergognose e disonorevoli, “Mazzi e panelli fannu i fighhi belli,pana senza mazzi fannu i figghi pazzi”, e lasciò la sua amata terra di sole endrangheta quando un suo nipote le fece guardare il video tratto da Quale fallo riuscirà a passare attraverso laserratura?,  in cui il suo Marco siclassificò settimo (peraltro, la vecchia soffriva di problemicardiovascolari ed era pure paraplegica, quindi per certi versi è stato un donodel buon vecchio dio chiamarla al paradiso degli storpi, dove oggi finalmentesi sente integrata).
Ma dopotanto tempo, ora finalmente Marco sta meglio, e ha la consapevolezza di avereun pene di nuovo valore. Ha comprato così la sua virilità. A caro prezzo,qualcuno dirà. Ma che prezzo ha sentirsi nuovamente un uomo? Cosa può valere dipiù della libertà di poter insultare a cuor leggero gli omosessuali o diguardare un film di Ozpetek ed esclamare: “che froci del cazzo”?
Vidomanderete che fine abbia fatto il pene di Jimmy, una volta evirato da unMarco tremante e rabbioso, ma al tempo stesso orgoglioso del suo membro rinato,per la prima volta dopo tanti anni di sofferenza, di pianti notturni, di pugnisulle palle che non riusciva ad accettare.
Beh, Marcopensò bene di impacchettarlo in una pellicola domopak, il tutto avvolto poi dacarta stagnola, sembrava quasi un kebab. O un hot dog. Lo mise in un pacco espedì il regalo all’indirizzo:
Nicole Gran Troia De Sanctis – via delle Verghe, 51 – Torino
Un bigliettoaccompagnava il regalo di Marco per la sua ex fidanzata. Un biglietto di pocherighe, essenziale ma significativo, che chiude il cerchio di questa storia:
  Eccoil tuo hot dog di carne 100% italiana.
 Porzione mignon, ma ideale come spuntino…
Luigi Pavia
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