Lettera aperta a chi deve programmare tutto
Ci sono persone che fanno dell’efficienza una religione, hanno bisogno di avere sempre tutto sotto controllo e vivono nella costante necessità di pianificare la vita.
Chi deve programmare tutto esclude la fantasia, l’imprevisto e l’incanto. Per questo motivo la sua mente si impoverisce e rischia la depressione. O almeno questo è quanto sostiene Morelli su Riza.
Il mio punto di vista è leggermente diverso, proverò a spiegarlo con questo esempio.
Anniversario, due modi per fare sesso con il tuo partner.
Un ragazzo e una ragazza stanno insieme da un anno, quindi non sono ancora in quella fase dove la repulsione dei loro corpi nudi ha preso il sopravvento. Per festeggiare l’anniversario decidono che è doveroso fare sesso.
Caso 1: programmare tutto.
18:30: aperitivo.
20:00: cena
21:15: scambio regali a tavola.
21:40: dolce, caffè e ammazza caffè.
21:55: passeggiata in centro, sguardo alle vetrine dei negozi chiusi e poi via verso la macchina.
22:30: rientro a casa.
22:40: lei indossa il completino che ha acquistato per l’occasione e lui aspetta sul letto.
22:45: sesso.
Caso 2: mandare in vacca i piani.
18:30: aperitivo.
18:40: passa di lì un amico scassacoglioni e si unisce ai due.
18:50: lei si incazza con il partner perché voleva passare una serata intima, lui si incazza con lei perché di fronte a quella situazione è impotente, il codice deontologico dell’amicizia vieta di allontanare un amico per stare con una ragazza.
19:00: lei chiama un’amica per ristabilire la parità numerica.
19:15: l’amica arriva con un’amica.
19:30: è troppo presto per andare via, l’amica è arrivata solo un quarto d’ora fa.
19:50: tutti vogliono unirsi a voi per la cena. Acconsentite.
19:55: lui finge di avere un attacco di diarrea e con questa scusa abbandonate il gruppo per andare a casa.
20:00: rabbiosi come due cani vi spogliate con i denti in soggiorno e fate sesso sul muro, il divano e il tappeto.
20:30: mentre nudi e soddisfatti vi accarezzate vicendevolmente i genitali, ordinate del sushi da asporto.
20:40: lei ti pratica una fellatio.
21:00: tu le pratichi un cunnilingus.
21:20: arriva il sushi e decidete di versare della salsa di soia sui vostri rispettivi genitali per scoprire come cambia il sapore.
Quello che questi due differenti approcci alla vita ci insegnano, è che si può scopare sia pianificando sia buttando tutto in vacca. Però, perché questo avvenga, è necessario che la coppia sia ben assortita. Se uno dei due ha bisogno di programmare tutto e l’altro invece ha bisogno di continue sorprese, la coppia presto esplode.
Vediamo le principali differenze tra chi programma tutto e chi vive a caso.
#1 Chi programma tutto non si concede mai dei momenti che non abbiano un’utilità. Chi vive a caso procrastina i doveri a vantaggio di attività inutili o superflue.
#2 Chi programma tutto nel tempo libero si porta avanti con il lavoro. Quell’altro non ha tempo libero perché è sempre indietro con il lavoro.
#3 Il programmatore seriale si sente in colpa quando fa cose senza senso o scopo. L’altro quando fa qualcosa di insensato o originale si eccita.
#4 Legge solo saggi. Legge qualsiasi cosa lo diverta.
#5 Fa regali utili. Fa regali stupidi.
#6 Manifesta l’amore prendendosi cura dei bisogni di base del partner. Lo ascolta, si occupa della casa, cucina, mette in ordine le cose e la relazione. Chi vive a caso, invece, manifesta l’amore con le sorprese.
Conclusione.
Programmare o vivere incidentalmente sono due differenti approcci alla vita. Sia uno che l’altro comportano vantaggi e svantaggi.
Quindi, chi vi dice che dovreste lasciarvi andare sbaglia, perché magari per voi la vita programmata è bellissima. Però, sbaglia anche chi vi dice di darvi una regolata, perché magari a voi programmare fa schifo.
Di fronte ad approcci alla vita così diversi, noi tutti dovremmo imparare a non rompere i coglioni a quelli che se la vivono a modo loro.
E non vale dire che vi siete fidanzati e ora dovete trovare un accordo. Potevate pensarci prima.