Le emergenze igienico-sanitarie dello studente fuori sede
Il futuro mi fa enormemente paura. Ne sono così terrorizzato che utilizzo ancora i calendari del 2011. Mi preoccupa qualsiasi cosa accadrà da qui al giorno in cui la demenza senile, sotto le mentite spoglie di una badante romena, si occuperà della mia felicità e dei miei pannoloni.
L’unica cosa che mi lascia indifferente è la guerra batteriologica. Quella non mi fa paura, perché sono stato uno studente fuori sede. L’universitario allena costantemente il proprio organismo a resistere a batteri, virus, animali di piccola e media taglia (solitamente i coinquilini stessi). I compagni d’appartamento sono persone che adorano le rievocazioni storiche. Per questo seguono norme igieniche direttamente ispirate alla vita quotidiana del periodo neanderthaliano.
Questo post riassume tutte le maggiori emergenze igienico-sanitarie che colpiscono gli studenti fuori sede. La bella notizia è che siamo in tanti a trovare capelli altrui dentro la nostra frittata. Quella cattiva è che non sono capelli.
Puzza di vita
Le persone puzzano. E’ naturale. Ma solo il coinquilino ritiene la peculiare fragranza delle proprie ascelle uno dei suoi pregi migliori. Non c’è altro motivo per giustificare il fatto che si lavi solo ogni terzo lunedì del mese. La vita sarà anche una merda, ma almeno non puzza come il nostro compagno d’appartamento.
L’acquetta degli spazzolini
Escludiamo da subito i drammatici casi in cui, completamente sbronzi, finiamo per lavarci i denti con lo scopettone del cesso. Il problema degli spazzolini è che stanno tutti nello stesso bicchiere. Dopo averci pulito i denti, tornano a stretto contatto con i propri pari. Si strusciano tra loro come scambisti in calore, passandosi a vicenda i peggiori germi che le nostre bocche possano ospitare. Inoltre, lo spazzolino bagnato rilascia un’acquetta melmosa, che scivola sul fondo del bicchiere. Si crea così una bomba batteriologica, uno strato di merda densa che si appiccica all’estremità inferiore dello spazzolino, rilasciando l’odore tipico degli intestini in decomposizione. E’ per evitare questo pericoloso scambio di schifezze che non mi lavo i denti dal 2008.
Peli e capelli
L’università, nello studente, accresce conoscenze, cirrosi epatica, peli. Sono dappertutto. Dallo scarico della doccia alla pentola della pasta, l’ipertricosi dei compagni d’appartamento mette ovunque la propria firma. E, se la cosa ancora non vi terrorizza, fareste bene a realizzare che inghiottire il già citato pelo di cazzo finito dentro la frittata equivale, in fondo, a fare un pompino al vostro coinquilino.
Improbabili preservativi
Gli studenti più sbadati tendono a lasciare i resti delle loro nottate vincenti un po’ ovunque. Con grande disappunto dei coinquilini. Se già vi sta sulle palle il vostro compagno di camera, figuratevi le migliaia di potenziali sue copie contenute nel profilattico dimenticato sopra il vostro cuscino. La vendetta, in questi casi, deve essere spietata. Una volta, il fidanzato di una mia compagna d’appartamento dimenticò la propria produzione insacchettata sul bordo del bidet. Fu con grande soddisfazione e due guanti in lattice che travasai il tutto nel tubetto dello shampoo della ragazza.
Biancheria infetta
A meno che le nostre coinquiline non siano un branco di femmine programmate in “modalità: porca”, tendenzialmente viviamo con persone che indossano la biancheria intima. Mutande, boxer e perizomi sono estremamente utili, ma hanno il difetto di essere piccoli. Per questo il nostro coinquilino cresciuto nella foresta dimentica i propri boxer sporchi accanto alla doccia. Capita anche alle ragazze, ma sempre più di rado da quando hanno scoperto che su internet esistono feticisti disposti a pagare decine di euro per un tanga usato e dall’aroma intenso. In ogni caso, l’ideale, non solo per motivi di ordine igienico, sarebbe vivere con il branco di femmine porche.
Cucine violate
Il virus dell’ebola si presenta sulla soglia della cucina universitaria con in mano una bottiglia di vino e chiede: “E’ qui la festa?”. Queste piccole stanze lerce sono infatti il Billionaire di germi e batteri. Bicchieri utilizzati da sette persone durante la stessa serata, piatti sudici, scarafaggi che si sfidano a lotta greco-romana sul piano cottura. Lo studente coscienzioso si mette a dieta non per salvare la linea, ma la vita.
Fazzoletti sporchi
Se neppure il vostro naso ha voluto il suo muco, perché costringere i vostri coinquilini a entrare in contatto con i fazzoletti che dimenticate costantemente in giro? Per non parlare di quelli che vanno alla ricerca del tesoro dentro le proprie narici. Quasi mai hanno l’accortezza di liberarsi delle proprie pepite nasali. Di solito le scrutano sulla punta dell’unghia, valutandole in carati. Infine le lanciano via. Finiranno dentro il vostro sacchetto dei corn flakes.
Si racconta che Einstein abbia detto: “Quando l’ape scomparirà dalla faccia della terra, all’uomo non resteranno che quattro anni di vita”. Noi possiamo parafrasare: “Quando lo studente fuori sede contrarrà una grave malattia infettiva, il resto dell’umanità sarà già morto da un pezzo”.