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Le 18 scuse più usate dai tuoi amici per non uscire la sera

Invecchiare significa dover sempre più spesso dire mi dispiace. La pigrizia scorre potente nei trentenni e inesorabilmente avvolge nel suo nero mantello tutta la spocchia della giovinezza andata. Il divano, che prima era stato il giaciglio di ripiego dopo una serata tosta, diventa il simulacro del proprio isolamento sociale.

Gli amici ti chiamano per uscire e tu declini, così, come se nulla fosse. Ti consumi le dita sull’Instagram dell’Oltreuomo e lascia che quel che resta della vita scivoli via.

Vediamo insieme quali sono le scuse più usate da chi non ha più voglia di vivere.

scuse per non uscire

Ecco la lista delle scuse per non uscire la sera

Il conte Mascetti: non ho soldi, offri tu?

Il topo della Diddl: sto un po’ con la mia ragazza.

Il teledipendente: devo guardare X Factor.

Il twitterdipendente: devo commentare X Factor su Twitter.

Il Maometto: venite voi da me.

La Bridget Jones: mi dispiace ma sono già in pigiama.

Lo stronzo: dipende, chi viene?

Il Marinetti: Boom, Scendere, Zang, Irredentismo, Austria, Bram Bram, Salire, Dormire, Lang, Tub, Tuuum, Fascismo.

Il Gesù: preferisco cenare a casa.

Il Socrate: ieri ho bevuto dei cocktail schifosi e oggi non mi sento tanto bene.

Lo stacanovista: devo finire un lavoro.

Il Paganini: no! E non farmelo ripetere.

Lo studente: non posso devo studiare.

Il Pezzali: ho solo un deca.

Il Noé: guarda che stasera piove.

Lo Schopenhauer: non ho voglia.

L’ignavo: sto così bene a casa sul divano.

Il procrastinatore: non so, ti faccio sapere dopo.

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