Le 16 cose da fare per diventare travel blogger di successo
Buona parte della mia vita si svolge in un open space, che è un modo carino per dire che sono uno schiavo, però la catena è abbastanza lasca. In questo open space, c’è una persona, che chiameremo co-schiava, che siede accanto a me e il cui unico compito è, per 8 ore al giorno, cercare di contattare i travel blogger e farci non so che cosa – davvero, non lo ho mai capito, potrebbe essere una questione di orge a tema caraibico come una raccolta dati finalizzata alla loro eliminazione fisica. O forse una raccolta dati finalizzata alla loro eliminazione, trasporto delle salme e utilizzo per un’orgia a tema caraibico delle stesse – davvero, non so. Ma ecco, siccome per un semplice meccanismo osmotico ho una bella panoramica sul tema travel blogger, ecco una lista che spiega come diventarlo.
#1. Avere un lavoro di merda da cui potersi licenziare, così da dare l’impressione di aver fatto una scelta molto coraggiosa (in realtà il contratto di lavoro interinale scadeva da lì a due mesi).
#2. Coinvolgere in questa impresa geniale il tuo partner, che però aveva un lavoro vero.
#3. Credere di saper scrivere.
#4. Chiedere ad amici e parenti di mettere il like alla tua pagina Facebook da due mi piace e mezzo.
#5. Essere abbastanza ingenui da credere davvero che qualcuno ti pagherà per andare in giro.
#6. Avere una reflex, perché la fotografia è DA SEMPRE la tua seconda grande passione.
#7. Fare foto instagrammabili identiche alle foto instagrammabili di tutti gli altri.
#8. Dire di essere aperti al mondo, anche se poi i tuoi viaggi sono più classici di quelli del tour del circolo degli anziani.
#9. Non vergognarsi di fare video del cazzo da caricare su Youtube.
#10. Scattare la foto del passaporto ad ogni nuovo timbro – sia mai che te lo rubino e la foto possa fare le veci del documento.
#11. Fare sempre la cosa più scontata – in Thailandia gli elefanti, a Parigi la baguette, a Barcellona l’indipendenza – spacciandola per “off the beaten path”.
#12. Non morire di fame, nonostante gli scarsi profitti.
#13. Scrivere lunghi post sui propri viaggi, che sono l’equivalente delle serate in cui gli amici di famiglia mostravano le diapositive della vacanza appena fatta e tutti gli astanti supplicavano l’Angelo della Morte di portarli via con sé.
#14. Non pensare che sei la sedicimilionesima persona che tenta di avere successo facendo il travel blogger.
#15. Dire che si ama viaggiare, che equivale a dire che si ama andare in vacanza, una passione non troppo unica, onestamente.
#16. Rispondere “Travel blogger” alla domanda “Che lavoro fai?”, credendoci.