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La paura dell’infarto

infarto

Non so voi ma io ho paura dell’infarto. Non che abbia particolari malattie cardiovascolari, solo un po’ di extrasistole [che detta così sembrerebbe una cosa positiva, (ho delle sistole in più rispetto alla norma, se se ne rompe una ne ho un’altra di riserva, baciami il culo)] ma le mie conoscenze mediche si fermano ben oltre lo studio delle sistole quindi in realtà non so di cosa sto parlando.

La questione è che la mia paura è sicuramente irrazionale, forse rappresenta un trauma non superato, una fase anale che non è andata come doveva andare, o forse sono semplicemente un cacasotto.

Fatto sta che tale fobia può essere piuttosto invalidante.

Quando vado al medico ad esempio non riesco a togliere gli occhi dal manifesto che campeggia su una parete della sala d’attesa. È uno di quei poster per la prevenzione dell’infarto, in cui passo per passo elencano i vari sintomi che ti stanno suggerendo che il tuo cuore sta per esplodere. È bellissimo suggestionarsi ogni volta e percepire il formicolio al braccio sinistro, la fame d’aria, il dolore al petto fino a farsi ricoverare per sospetto coccolone.

Ecco, quelli dei cartelloni di prevenzione sono dei fottuti sadici di merda, degli stronzi della prevenzione.

A che cazzo servono avvisi del genere? Solo a divertirsi. Se uno sente quei sintomi cosa altro può pensare?

“Mi sento come mille lame conficcate nel petto

Non sento più il braccio sinistro

Non riesco a respirare

Beh dai avrò preso un colpo di freddo”

La questione è che gli ideatori dei cartelloni di prevenzione hanno l’unico scopo di aumentare l’ansia degli ipocondriaci, così le case farmaceutiche vendono più psicofarmaci. Non me lo sono inventato io, lo ha detto un mio amico che va in giro con la carta stagnola sulla testa per proteggersi dalle scie chimiche.

Quello che voglio dire è che avere paura dell’infarto può limitare la tua vita. Tra le molte cose che non puoi fare c’è l’attore che interpreta la parte di un personaggio a cui viene un infarto.

Fare l’attore che interpreta la parte di un personaggio a cui viene un infarto è sempre stato il sogno della mia vita, fin da quando ero bambino. Tutti i miei amici volevano fare il calciatore, l’astronauta o la ruspa di Salvini; io volevo fare l’attore che interpreta la parte di un personaggio a cui viene un infarto.

Ma questo mi è impossibile, perché avrei troppa paura mi venisse un infarto proprio nel momento in cui devo mettere in scena l’infarto.

Immaginatemi lì, a teatro, il pubblico entusiasta di fronte alla mia grande interpretazione dell’infarto.

Ma non è una grande interpretazione, è vero infarto, nessuno mi soccorre, sono tutti in piedi ad applaudire e a lanciarmi fiori mentre io sto crepando in scena.

Che poi per carità, per l’arte questo e altro, però non riuscirei a incassare nemmeno l’assegno della prima rappresentazione.

Oltretutto ci sarebbe sicuramente qualche critico teatrale che avrebbe ancora da ridire.

“Beh, lo spettacolo non era male, ma quell’infarto era troppo artefatto”

“Ma alla fine era un vero infarto, il tizio è morto”

“Si ok, era un vero infarto, ma comunque un vero infarto troppo artefatto”

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