LA NOSTRA TOYOTA ERA FANTASTICA. ERA L’ULTIMO BAGLIORE NEL CIELO
…IL MORMORIO DEL MOTORE MI CULLAVA…MENTRE SONNECCHIAVO…
OGNI TANTO PASSAVAMO ATTRAVERSO QUALCHE PAESE… LE LUCI DANZAVANO SULLE BAMBOLE DI MIA SORELLA… CHE DORMIVA AVVOLTA IN UNA VECCHIA E CONSUMATA COPERTA. LE LUCI DELLA STRADA SOLCAVANO IL CIELO A TUTTA VELOCITA’ COME METEORE ARANCIONI
…QUALCHE VOLTA MIO PADRE SI ACCENDEVA UNA SIGARETTA… RICORDO CHE MI PIACEVA L’ODORE. ERA MEGLIO DEL FETORE DI PLASTICA CHE EMANAVA L’AUTO
LA GALLERIA ERA COME UN SALTO NELL’IPERSPAZIO… PER QUALCHE SECONDO TUTTO BRILLAVA…VIBRAVA…PULSAVA… CREANDO UNA DANZA ELETTRICA DI OMBRE
E IMPROVVISAMENTE TORNAVA BUIO. A VOLTE SI ACCENDEVA LA FRECCIA… TAC! TAC!…MENTRE LA LUNA GIOCAVA A NASCONDINO CON GLI ALBERI
LA LUCE VERDE DEL CASELLO. “SCOMMETTO CHE E’ UN UOMO, NO ASPETTA, UNA DONNA. NO, NO …UN UOMO.” NON SI RIESCE A VEDERE. DANNAZIONE.
…LE FASTIDIOSE LUCI AL NEON DELLE STAZIONI DI SERVIZIO… MI NASCONDEVO FINCHE’ NON ERA FINITA. E LA POMPA CHE FACEVA: CLAC! CLAC! MI PIACEVA IL PUNGENTE ODORE CHIMICO DELLA BENZINA.
C’ERANO LE STRADE DI CAMPAGNA SENZA FINE, CON SOLO LA LUNA E I VOCALIZZI DEL CAMBIO MANUALE… ALLA FINE CADEVO IN UN SONNO PROFONDO.
VENIVO SBAGLIATI DAI SOBBALZI DEL SENTIERO DI GHIAIA… E DALLA LUCE DEL CORTILE DELLA NOSTRA CASA… POI MIA MAMMA PORTAVA MIA SORELLA DENTRO, IN BRACCIO… IO RESTAVO UN ATTIMO FUORI…A GUARDARE LE STELLE… E FINALMENTE ENTRAVO IN CASA.
NON CAPISCO PERCHE’ INSISTI SEMPRE PER PRENDERE UN TAXI… LA METROPOLITANA COSTA MOLTO MENO…