Italia, lo stivale appartiene a una puttana
La teoria secondo cui la forma geografica di uno stato rispecchia le caratteristiche dello stesso (teoria peraltro da me appena inventata) non ha attecchito molto nelle nostre coscienze. Forse perché il 99% dei paesi di questo mondo somiglia ad un’indistinta chiazza di vomito, o forse per motivi a noi ancora sconosciuti. Sta di fatto che per l’Italia invece, la teoria sembra calzare a pennello.
Due cose fondamentalmente occupano la nostra vita: le puttane e il calcio. Quando il cyborg Mario Monti dichiarò che sarebbe stato opportuno interrompere il campionato per 2 o 3 anni, senza perdere tempo cominciai a pianificare un assalto al parlamento.
Eppure ho tre lauree, numerose pubblicazioni, appartengo all’élite culturale di questo paese. Perché, nonostante i ripetuti tentativi di sublimare le pulsioni primarie in qualcosa di nobile, sono emotivamente sensibile più al pallone e alle veline che a qualsiasi altra cosa? Ragionandoci un po’, mentre riguardavo su youtube il premio al lato B più bello dell’isola dei famosi, trassi la conclusione che vi era un qualcosa in me di estremamente forte e incontrollabile: il gene italiano.
Non voglio fare il radical chic del cazzo, che nel tentativo di elevarsi in maniera supponente al di sopra dell’italiano medio ne diventa inconsapevolmente la versione 2.0, voglio solo far presente che rispetto agli abitanti di altri paesi noi italiani abbiamo una totale devozione per alcuni argomenti, e totale disinteresse per altri. Ma che ne so io della cultura degli altri paesi? Nulla. Perciò ho chiesto a miei conoscenti e a miei non conoscenti qualche opinione riguardo il resto d’Europa.
Questi sono i risultati:
in Svezia è pieno di figa; in Norvegia c’è figa ma fa troppo freddo, in Danimarca è pieno di figa; in Germania sono fighe da giovani ma dopo anni di crauti diventano delle botti; i francesi sono antipatici, però Parigi è piena di figa; le inglesi fanno schifo; le spagnole sono un po’ troppo pelose, il Camp Nou è una figata; la Jugoslavia è piena di figa; Amsterdam top, botti a non finire e fighe in vetrina, ecc… ecc…
D’altronde a chi non piace la figa?
Agli omosessuali.
Comunque non ho mai votato Berlusconi, ma nella lista dei miei tre sogni irraggiungibili nella vita c’è una cena con il caro Silvio.
Sono italiano.
Immaginatevi la scena: siete a Casoria a cenare con il Cavaliere, Lele Mora, Fede, Confalonieri e altra gente di nobile stirpe, circondata da un’incontrollabile quantità di figa, con Apicella che lavora l’atmosfera, e l’ex premier mattatore completamente sbronzo che racconta barzellette sporche. Una serata indimenticabile, un po’ di festini, poi tutti giù a fare un po’ di Bunga Bunga, che non è come sostengono i bigotti comunisti un’orgia party a base di minorenni, bensì poco più di un normale show di uno strip club di provincia.
Che c’è di male in uno strip club? Che c’è di male nelle puttane?
Non ho mai votato Berlusconi perché il suo stalliere si chiamava Mangano. Ma questo non importa a nessuno. Tifo Juventus da sempre. Calciopoli mi ha distrutto la vita. Sono sempre stato un sostenitore della correttezza e dell’onestà, e sono valori che porto avanti in ogni momento della giornata. Ma il gene italiano è troppo forte, quando la mia Juve fu penalizzata mi innamorai di Moggi come i rapper del Queens si innamorarono di Al Pacino in Scarface.
L’Italia è l’Italia. I furbetti al potere ti fottono tutto, i dissidenti mi spaventano per la violenza che leggo nei loro occhi. Ma soprattutto, una volta per tutte, ammettiamolo: a noi italiani non ce ne fotte di niente. Viviamo così, pensando alla Champions, alla fica, all’aperitivo, e tutto va e tutto andrà, ci lamentiamo, piangiamo, sbraitiamo, ma non facciamo un cazzo. Siamo un popolo di Accattoni, dal primo all’ultimo. Pasolini si sbagliava quando temeva la scomparsa della provincia, il problema vero è che è tutto diventato provincia, tutti Trimalcioni arricchiti e maleducati.
Comunque alla fine è il Belgio il paese con più figa in assoluto.
Disegno di Norbert Niessen