Imprenditoria tossicodipendente
I tossici sono generalmente visti con diffidenza dalle persone comuni. Il loro aspetto sudicio e trasandato, accompagnato dalla fama di portatori di malattie, fa si che essi siano accostati ai ratti e come questi evitati. Confesso che anche il sottoscritto non è immune da questo pregiudizio ma ieri sera un episodio ha spostato qualche parametro del mio giudizio a loro favore. Mi trovavo alla stazione ferroviaria di Mestre, il biglietto ancora da fare, e il treno in arrivo di lì a pochi minuti.
La coda ai fast tickets era lunga decine di metri, e ormai rassegnato mi ero deciso a salire in carrozza senza il biglietto. Viste le mie attuali condizioni economiche, la sola idea di poter prendere una multa mi faceva pensare al suicidio. Mentre fantasticavo sull’estremo gesto mi si avvicina di soppiatto quello che apparentemente sembrava un tossico, il quale mi assicura con fare poco rassicurante che la biglietteria automatica all’esterno è completamente libera. Sebbene fossi molto diffidente nei confronti di questo tizio un po’ marcio, decisi di seguirlo, simulando anche una certa fiducia nei sui confronti, e raggiunto il fast ticket notai che effettivamente nessuno lo stava utilizzando e che di fila non v’era traccia. La zona era presidiata da altri “sbusoni”, evidentemente suoi amici, che stavano mangiando qualcosa di indecifrabile condividendo il piatto con un paio di Pastori calabresi (i cani). A quel punto capii perché non c’era coda e feci per tornarmene indietro ai miei pensieri autolesionistici quando il tossico che mi aveva agganciato si rivolse a me con queste parole: “ei…ei…ei…con un euro il biglietto te lo faccio io senza aspettare”. Non avevo scelta, accettai. Mi chiese dove ero diretto, “Padova” e gli consegnai 5 euro. Il mio nuovo amico si districò tra la spazzatura dei suoi colleghi, mi fece il biglietto e mi consegnò il resto trattenendosi l’euro di commissione. Riuscii a prendere il treno grazie a questa curiosa attività commerciale: puntuale, economica e alla mano. La notte sognai gli imprenditori drogati fare strada, mettere via un po’ di spiccioli i primi tempi ed allargarsi, espandere la loro azienda a tutte le stazioni ferroviarie di Italia, intimidendo i vecchi e premiando i coraggiosi. Diventare ricchi e comprarsi la “roba” più buona del mondo.
Quanto dovremmo imparare dall’imprenditoria tossicodipendente…