Il critico musicale, una brutta bestia
Parliamoci chiaro: l’unico motivo per il quale esistono i critici è per uccidere l’arte.
Parliamoci ancora più chiaro: l’unico motivo per il quale parlano i critici è per sfogare qualche loro bisognuccio impellente di dire qualcosa.
Qualsiasi cosa.
Visto che mi sento particolarmente brutto non mi sottrarrò da questi due principi fondamentali.
Bella merda, direte.
Ma nell’internet d’oggi, recensire qualcosa (un disco musicale, un artista) è diventato solo un giochino per persone annoiate a caccia di opinioni per fondare il loro giudizio.
Insomma il pubblico è ancora più merda del critico.
Ristabilito l’ordine gerarchico di ‘chi fa più schifo di chi’ , parliamo di questioni non-serie.
La mia volontà (perché si tratta di questo) non è idolatrare la musica.
Non è parlarvi di cosa penso sulla musica, non è farvi pensare cosa pensare della musica.
In breve, non voglio farvi pensare affatto. (Lo so, scelgo di proposito obbiettivi facilmente raggiungibili)
La mia volontà è farvi superare la musica e la sua concettualizzazione.
Voglio che la smettiate di crearvi comode casette con la cultura musicale in cui invitare gli amici e far vedere loro la vostra grande conoscenza dei Black Moth Super Rainbow perché: “Oddiomioddio mi fanno troppo retrò cioè mi sento troppo in linea col mio tempo cioè postmoderno cioè Oddiomioddio”.
(Quelli retrò.)
-Hey Autore, ma sfoggiando la tua conoscenza sui Black Moth hai appena fatto quello che dici di non voler far fare agli altri!!!1
-Lo so, io posso. Voi no.
Bando alle ciance. Ecco stiamo zitti.
No aspetta. Devo scrivere. Tutta colpa vostra che non sapete leggere le pagine bianche.
Come parlerò di musica? In maniera totalmente incoerente.
Ho un idea in mente: Farvi piacere Justin Bieber, per poi farvelo di nuovo odiare, e poi piacere, e poi…insomma avete capito l’antifona.
(Bel pezzo. §wag.)
Cominciamo con le basi:
-La musica (dal sostantivo greco μουσική) è l’arte e la scienza dell’organizzazione dei suoni nel corso del tempo e nello spazio.
(Fonte: Wikipedia)
Ecco. Contenti?
Duemila anni fa era Platone a dare le basi ai giovani greci. Oggi è quest’ominide qui:
Il problema è che non riuscite ad ascoltare un disco senza poi farlo sapere a qualcuno. Non riuscite a non raccontarvi e identificarvi con quello che sentite per sentirvi tanto belli anche se poi ce l’avete piccolo e non soddisfate nessuna donna che provi ad amarvi.
-Hey Autore, finiscila con queste menate e dicci se RAM dei Daft Punk è un album da 8 o piuttosto da 7,5.
-RAM non è un album. E’ un accozzaglia merdosa di beat studiati da misteriosi scienziati della comunicazione per far fare tanti soldi al governo francese, con il quale i Daft collaborano da anni. Comunque lo ascolto almeno una volta al giorno quando ho voglia di farmi venire i capezzoli turgidi. Voto: 8.5.
-Hey Autore, grazie!
-Vaffanculo.
(Quelli del governo.)
Che carattere intenso, Nevvero?! Tanto si sa che il pubblico vuole essere strapazzato. Manica di masochisti.
Mi farete contento solo se ascolterete cd de I Cani e dei King Crimson. Contemporaneamente. Nello stesso lettore.
Uff.
Non riesco a chiudere l’articolo in pace, urlate troppo.
…Si…Si ho cap… ho capito!
Vi devo lasciare un opinione su qualcosa di musicale.
Me la state proprio tirando a forza.
Nnngh…
Nnnnggggh…
NNNNNGGGGGHHH….
JAMES BLAKE E’ UN DEPRESSO. I SUOI ALBUM PURE. FATTO STA CHE PRODUCE MUSICA DELLA MADONNA.
W LA DEPRESSIONE. W IL SUICIDIO.
(Ascoltare prima del suicidio.)
…Ecco.
L’ho cagata.
La messa è finita, andate in pace.
Marco “Iarno” Iannuzzi.