I 5 drammi della masturbazione
L’onanismo, insieme all’autoconvinzione, è sicuramente una delle attività più gettonate quando si è in solitudine. Entrambe le pratiche sono legate dal filo immaginativo, sempre a sfondo utopico vista la consueta piattezza della quotidianità: le persone si masturbano fantasticando sfrenati bunga bunga quando in realtà l’unica volta hanno baciato una ragazza qualcuno (probabilmente la ragazza stessa)ha chiamato la polizia per denunciare l’allarmante grado di anti estetismo della scena. Allo stesso modo, da universitari magari ci compiacciamo fantasticando un futuro da economisti di successo solo perché abbiamo capito le parole “Berlusconi – Pil – Crisi” nell’editoriale di Dragoni a Servizio Pubblico (senza però metterle in relazione l’una con l’altra). Questa percezione positiva del proprio futuro va spesso a contrastare la consapevolezza di poter ambire al massimo ad una carriera di portatore di pizza, tristezza e rimpianti a domicilio, fornendo al consumatore più tristezza e rimpianti che pizza.
Distorcere la realtà è dunque un comodo surrogato della realtà stessa.
La differenza tra la masturbazione e l’autoconvincimento consiste nel fatto che la prima da azione mentale si traduce in atto pratico mentre la seconda no. In ogni caso, chiunque si sia cimentato nella masturbazione, sarà sicuramente andato incontro a diverse problematiche piuttosto frequenti.
1) Chi scelgo?
Come spiegava il buon Gaber (per evitare fraintendimenti: non sono Andrea Scanzi), per sollazzarsi adeguatamente è richiesta una fervida immaginazione oppure, in sostituzione, una connessione a internet che permetta almeno due minuti consecutivi di video senza interruzione. Volendo anche uno. A volte si usano anche i (pochi) ricordi di esperienze già avute, ma dopo circa 5-6 volte comincia a diventare noioso.
Nel caso in cui ci si voglia basare sulle proprie potenzialità creative, è necessario prima di tutto scegliere un soggetto cui dedicare le nostre perversioni, cosa non facile visto il solitamente alto numero di ragazze con cui vogliamo sfogarci manualmente come inutile tentativo di compensare frustrazioni sessuali subite. Fatto questo, attorno al soggetto va costruita una situazione ipotetica in cui la ragazza, in preda ad evidente delirio, decide di concedervi ogni orifizio. I dettagli devono essere ben curati per cercare di rendere plausibile uno scenario notevolmente improbabile. E’ inoltre raccomandabile evitare censure nell’ipotizzare le pratiche sessuale da svolgere con il suddetto soggetto: per chi invece non si censura nemmeno nella scelta del soggetto e del contesto, si veda il punto 3.
2) Concentrazione
Non basta immaginare: bisogna anche riuscire a mantenere vivida la visione per il tempo necessario (spesso poco) e non farsi distrarre per esempio da un improvviso cambiamento del soggetto o dall’altrettanto improvvisa consapevolezza di essere dei falliti sudati. Se l’immagine sfuma, sfuma anche l’erezione causando una probabile insurrezione dei testicoli che grideranno, peraltro giustamente, al tradimento e/o al golpe.
NB: Durante il processo immaginativo tendiamo a raffigurarci mentalmente come uomini dalla carica erotica fulminante senza ovviamente avere alcun motivo per suffragare quest’idea. In realtà sovente si possiede un sex appeal equiparabile a quello di Borghezio mentre imita la Kyenge a Pontida. L’unica consolazione è che Borghezio potrebbe avercelo meno duro. Ma non è sicuro.
3) Orgasmi inopportuni
In teoria, se si sono superati i punti uno e due, si dovrebbe arrivare al dunque. Di solito, se si è sdraiati, la conclusione arriva quando la prima goccia di sudore partita dall’ascella tocca il letto o quando il grado di umidità della parte posteriore delle mutande supera la soglia del 57%.
Il problema (per la nostra sessualità costruita) è che, durante il momento topico, la nostra mente diviene totalmente irrazionale, facendo spesso saltare lo scenario costruito o deformandolo, eliminando qualsiasi forma di censura: in entrambi i casi, i risultati sono sprazzi di pensieri non di rado moralmente e/o penalmente perseguibili, dalla zoofilia all’incesto passando per l’incomprensibile eccitazione per persone alquanto dubbie. Subito dopo e ci si chiede inutilmente come ci si sia potuti immergere in tali scabrosità, cercando di relativizzare con frasi del tipo “Si è vero, ho immaginato di sodomizzare Brunetta ma è stato solo per qualche secondo” oppure “Ma perché mi è venuta in mente mia zia mentre mi faceva il solletico da piccolo e mi faceva venire voglia di fare pipi?” Mi spiace, ma sono stati proprio quei pensieri a farti venire. Trai le dovute conseguenze, contatta Brunetta e/o tua zia.
NB: Per un compendio completo di tutte le perversioni che potrebbero balenarvi in mente, è utile leggere le 120 giornate di Sodoma del Marchese De Sade.
4) Intrusi
Visto che solitamente lo stereotipo di pippaiolo consiste nell’adolescente che si alterna tra pus, stalkeraggio su Facebook e isteria dovuta a headshot ricevuti giocando a Call of Duty, gli intrusi più probabili sono i parenti. I genitori, se vi sorprenderanno, faranno finta di niente tranne se ciellini (in quel caso potrebbero mandarvi a confessare. Non è però da escludere che la vostra confessione possa essere lo scenario perfetto per la futura masturbazione di chi vi ascolta).
Fratelli/sorelle potrebbero deridervi. I nonni non capiranno ed esiste il rischio che entrino nella stanza incuranti del pericolo e della vostra faccia il cui colorito è in procinto di avvicinarsi a quello della cappella . Se i nonni capiscono e hanno l’aggravante di avere un numero di bypass superiore a uno, i risvolti potrebbero diventare drammatici.
NB: se l’intruso ti sorprende proprio nel momento clou è possibile che, nella follia dell’orgasmo, tu possa continuare a godere muovendoti in modo simile a Billy Ballo nei suoi anni d’oro, dando vita ad una scena la cui visione comprometterà a vita la psiche del malcapitato, che si troverà a fare sogni inopportuni almeno quanto gli orgasmi del punto 3.
5) Autobukkake
Non ha bisogno di spiegazioni . Al massimo di molteplici fazzoletti e di una certa dose di autoironia.