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I 16 drammi che solo uno studente povero conosce

Post come questo mi danno l’illusione di essere ancora giovane, in realtà se penso che durante il mio primo anno di università quasi nessuno aveva uno smartphone, capisco che ciò che mi rimane sono memorie di un passato che non tornerà neanche se volessi rinverdirlo. D’altra parte il presente è affascinante come un cantiere stradale. Quindi si sta qua, a cavallo del ponte tra ricordi e poco invitante futuro, e non resta che sedersi su una panchina a far passare il tempo, che comunque non è male. Ma vediamo ora i drammi dello studente povero.

studente povero

#1. A scegliere cosa mangerai non sei tu, ma le offerte del discount.

#2. I tuoi compagni di corso pendolari sono lo sponsor di tutti i caffè che prendi all’università.

#3. Vai agli happy hour non per divertirti ma per ingozzarti al buffet.

#4. L’ultima volta che hai comprato dei vestiti è stato in previsione della gita della quinta superiore. Per questo da quattro anni ti vesti a cipolla, anche ad agosto.

#5. Hai  ipotecati gli organi interni tuoi e dei tuoi familiari più stretti per pagarti le cicche durante le settimane in cui sei senza soldi (cioè tutte).

#6. Il tuo bilancio economico è più disgraziato di quello di Alitalia.

#7. Per risparmiare sull’alloggio, vai in vacanza nel paese dei tuoi coinquilini (anche se è lo stesso da cui provieni tu).

#8. Una bella festa non è quella in cui ti diverti, ma quella in cui bevi una quantità di alcol maggiore di quella che hai portato.

#9. Non schifi il “cibo spazzatura” perché almeno è cibo – altre volte ti sei dovuto accontentare della spazzatura è basta.

#10. Oltre alla dignità, da quando hai iniziato l’università hai perso anche dieci chili.

#11. I soldi finiscono già il mercoledì.

#12. Siccome non hai soldi per quadri o poster, hai addobbato la tua camera con raffinati segnali stradali.

#13. Chi ha uno stipendio dice “Vado al bancomat”, tu dici “Vado il fine settimana a casa dai miei”.

#14. Quando esci con qualcuno, proponi sempre di pagare alla romana. Anche se tu hai mangiato il magazzino di una mensa industriale e l’altra persona un’insalatina.

#15. Angoscia: rendersi conto che ti piace la tua indipendenza da fuori sede, e tuttavia è lecito chiamare “indipendenza” una libertà mantenuta da tasche altrui?

#16. Per dimenticare il pensiero del punto 15, investi i tuoi ultimi euro in superalcolici. In fondo è già giovedì.

 

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