La mappa della libertà su internet nel mondo
Freedom House è un organizzazione mondiale che si occupa di monitorare e promuovere la libertà in tutto il mondo. Sì, la libertà.
Da pochi giorni è uscito il report annuale che fotografa la libertà su internet nei diversi paesi. La prima notizia è che solo 17 paese nel mondo sono completamente liberi su internet. La seconda notizia è che l’Italia è al nono posto.
Secondo quanto riportato da Freedom House sono 10 i metodi principalmente utilizzati per limitare la libertà nel web.
1. Blocchi e filtri: 29 su 60 paesi oscurano deliberatamente certi contenuti.
2. Cyber attacchi contro le critiche ai regimi: in almeno 31 paesi sono stati segnalati attacchi da parte del regime contro i siti avversi.
3. Leggi e arresti: sempre più nazioni applicano leggi che limitano i contenuti propagandistici.
4. Commentatori pro governo: il almeno 22 paesi esistono aziende pagate per promuovere la buona immagina del governo commentando in rete nei vari giornali e social media.
5. Violenza fisica e omicidi: in 22 paesi almeno una persona è stata uccisa o torturata in seguito alle sue pubblicazioni online.
6. Sorveglianza: come avviene per le intercettazioni telefoniche anche il percorso e la produzione di un internauta può essere tracciata. In 35 paesi la navigazione online viene sorvegliata, soprattutto per fini politici.
7. Oscurando i contenuti. per legge è normale che determinati contenuti possano essere oscurati o cancellati se violano certe regole. In numerosi paesi questo metodo viene applicato a contenuti perfettamente legali come forma di censura.
8. Bloccando social media e applicazioni: 19 paesi hanno completamente bloccato youtube, twitter, facebook e altre applicazioni.
9. Responsabilità degli intermediari: in 22 nazioni i provider, gli hosting, i webmaster e i moderatori dei forum sono ritenuti legalmente responsabili dei contenuti pubblicati sotto la loro gestione incentivando pesantemente la censura.
10. Agendo sui server: i governi che controllano le telecomunicazioni agiscono direttamente sui server per bloccare la diffusione dei contenuti.
Fonte immagini: Freedom House Full Report
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