Diventa tristissimo (parte terza)
Molti di voi, nonostante la pedissequa applicazione degli esercizi proposti nei post precedenti, non sono riusciti a raggiungere il Nirvana della colica emotiva. In questo terzo post della serie “diventa tristissimo” vi proporremo altri due facili esercizi per spingere il vostro male di vivere, fino alle fosse più profonde dell’orrendo, quasi foste in un plastico di Bruno Vespa. No! Non come se foste Bruno Vespa. Lui evidentemente non è triste.
Tuttavia è importante avere un’ideale di tristezza a cui tendere e che possa rappresentare il capolinea del vostro cammino. Per quelli di voi meno fantasiosi, ecco alcuni consigli:
– Uno qualsiasi della famiglia Curie a non aver vinto il Nobel: è risaputo che nella famiglia Curie i Nobel arrivavano a badilate (due alla signora, uno al marito, uno alla figlia e al marito della figlia, uno al genero). Immaginate la vergogna dei parenti meno blasonati alle cene di natale.
– Il figlio di Guglielmo Tell, Gualtierino: in seguito all’episodio della mela, che suggellò la notorietà del padre, il figlio cominciò a soffrire di encopresi. Circostanza che lo rese molto impopolare tra i suoi compagni di classe.
– I componenti della band di Ian Curtis (Joy Division): alla vigilia del tour americano che avrebbe arricchito vergognosamente la band, il loro frontman si impiccò. Il sogno di una vita in frantumi per colpa di Ian. Si può solo immaginare la fantasia nelle imprecazioni smoccolate da quei poveretti.
– John Wayne Bobbit: marito di Lorena.
Cominciamo adesso con gli esercizi.
Esercizio 5: Rivangare il passato.
Pinketts diceva “il passato è bello perché è passato, se provate a far diventare presente il vostro passato come minimo sbagliate la coniugazione dei verbi”. Concetto tragicamente in antitesi con il nostro obiettivo. Bisogna pensare sempre al passato! Cercare di fissarsi sulle serate gloriose dell’adolescenza in cui si tiravano le cinque, ingollando damigiane di liquori e palpando il culo alle cameriere. Se è trascorso abbastanza tempo, potete stare tranquilli che avrete quasi completamente dimenticato l’angoscia per le interrogazioni, il dolore di allinearvi al volere genitoriale, l’agghiacciante rapporto torbido con Susana. Diffidate degli amici che vi dicono di vedervi più sereni adesso. Abbiamo già imparato che vogliono solo il vostro male.
Il vantaggio di rinvangare il passato è duplice. Da un lato vi persuade che il presente sia disgustoso, che il meglio sia già andato e che ormai non vi resti che accettare un lento e inesorabile declino. Dall’altro non vi permette di osservare il presente, evitando così di correre il rischio di intravedere degli spiragli di felicità.
Sforzatevi di riproporre il passato oggi. Comportatevi come se aveste sedici anni e andate alla ricerca dei passati amori.
Esercizio 6: mi piacciono così.
Ah, l’amore. Impossibile essere infelici senza. Per prima cosa assicuratevi di avere alle spalle una serie di relazioni abortite perché, dopo un certo periodo di frequentazione, non ne potevate proprio più del vostro partner. Perfetto. Ora tracciate il profilo del vostro partner ideale. Vi accorgerete che in buona sostanza coincide con il presepe di “ex” che affollarono la vostra vita. A questo punto occorre rifiutare il buon senso in nome dell’idea. Anche chi legge Susanna Tamaro può facilmente capire che se tutti i compagni con cui avete perpetuato relazioni disastrose, avevano qualcosa in comune, la colpa dei fallimenti sta nella vostra ottusa ricerca di qualcosa che vi piace solo sulla carta. Bene, il segreto per l’infelicità è continuare a cercare quella cosa. I più astuti riusciranno addirittura a individuare quale sia quella cosa che sulle prime vi attira e poi vi demolisce. Ad esempio, se siete gelose fino al parossismo, innamoratevi sempre di quei ragazzi che amano fare festa e stare al centro dell’attenzione. Oppure se adorate il formalismo russo, innamoratevi di una cubista tettona che legge solo i bugiardini delle creme per combattere le infezioni vaginali (questo caso in verità potrebbe anche funzionare, NDA).
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