Tecnologia

Dimmi il tuo sistema operativo e ti dirò chi sei

La proverbiale pigrizia dell’oltreuomo spesso lo costringe a cercare un aiuto esterno per avere nuovi articoli da proporre ai suoi lettori. Per fortuna ci mandate le vostre mail ricche di consigli, post e insulti da pubblicare. Ecco l’ultima trovata di un carissimo fan che se continua a pubblicare al posto nostro si ritroverà prima firma di questo miserabile blog.

 Sistema operativo

“An Apple a day takes the doctors away”. (“Una mela al giorno leva il medico di torno”, per chi non è molto ferrato  in Tedesco).

Mai aforisma nella storia fu meno azzeccato di questo per definire il rapporto di Steve Jobs con gli oncologi.

Nel celebre discorso alla Stanford University il fondatore della Apple disse ai giovani neo laureati americani: “siate affamati, siate folli” e “seguite il vostro cuore, seguite il vostro intuito”. Queste di Jobs sono parole forti, parole toccanti, parole che spronano ognuno di noi a dare il  meglio. Certo, esse potrebbero risultare dissonanti all’orecchio se paragonate al “ricòrdate sempre de tignìr i pie par tera ”(ricordati sempre di tenere i piedi per terra) che diceva il nonno quando si era marmocchi e, raminghi, si giostrava sui campi che lo stesso avo zappava e, certo, il discorso di Steve perde sensibilmente di credibilità quando afferma “il mio cancro era curabile, mi sono operato ed ora sto bene”, ma non possiamo anche dinanzi a queste obiezioni dimenticare due aspetti molto (forse i più) importanti: primo, il nonno era un becero mezzadro e quell’altro un miliardario; secondo, come noto, per l’articolo quinto “chi ga schei ga vinto” (chi ha i soldi ha vinto) e quindi ne segue che Jobs ha ragione anche quando dice stronzate.

Banalità a parte, l’informatico più noto al mondo in coppia con il suo amico/nemico Bill Gates, ha spaccato il mondo in due con la sua opera, generando fazioni contrapposte che si odiano a morte.  Infatti, mela e finestre (ed in seguito anche i pinguini) ormai da più di 20 anni si sfidano a suon di upgrade per lo scettro di prodotto informatico più popolare ed i rispettivi seguaci hanno preso nel corso degli anni sembianze sempre più caratteristiche, tanto che la scelta del sistema operativo non è più una moda o una questione di stile ma una vera e propria presa di posizione religiosa.

Andiamo qui ora brevemente a descrivere i connotati degli adepti ai vari culti.

Sistema operativo Mac

Com’è noto, i soldi non fanno la felicità; se non ne hai. Ben diversa è la faccenda invece se ne hai, e il primo modo per dimostrarlo è comprare un mac. La caratteristica principale del mac infatti è il prezzo: un furto. Il devoto giustifica sempre questo fatto apportando la qualità del prodotto come argomento, ma mentre egli parla, lo stridio di unghie sullo specchio che sente l’interlocutore ancora agnostico, orienta quest’ultimo verso un investimento più ragionevole.

La storia del seguace di Apple non è tuttavia così unilaterale come sembra. Il grande scisma fra l’era avanti-ipod (a.I.) e l’era dopo-ipod (d.I.) ha infatti cambiato per sempre le caratteristiche dell’Apple-tipo.

Il fedele dell’era a.I. (ora nostalgico) amava l’esclusività del suo insulso scatolone ovalizzato grazie al quale si sentiva parte di una nicchia eremitica. Egli infatti godeva nel non condividere il nuovo gioco della EA Sports o della Codemasters perché non poteva installarlo, si irritava con i compagni per il fatto che non riusciva ad aprire il file Ricerca di scienze.doc e si lamentava in quanto il restante 19/20 della classe usava formati arretrati quali il punto exe. In buona sostanza passava il suo tempo ad accendere il suo scafandro e contemplarlo poiché tanto a pochi altri usi esso era atto. Il melofilo a.I. dunque, incarnava l’alternativismo per principio al pari di vegani, fans degli Interpol,  ammiratori di Pasolini e studenti di lettere. Ha preso male l’apertura commerciale di Apple con l’avvento dell’ipod.

Da qui in poi infatti il Mac-tipo è divenuto il radical chic per eccellenza. Il pomo al centro del retro dello schermo è ora infatti il simbolo più gettonato per millantare competenza, usato dagli iscritti ad architettura, ingegneri, fonici, web-designer, professoresse di Italiano e dalla docente di giornalismo che mentre scrivo sta tenendo un’interessantissima lezione sui quotidiani on-line (e che continuo a seguire solo perché lei è veramente ma veramente figa).

(Gli studenti di lettere lo sognano ma non possono permetterselo)

Sistema operativo Windows

Come accennato in precedenza, il Windows user è mediamente un agnostico. Non simpatizza per nessuno e se ne sbatte dell’astio che le minoranze provano per lui. Usa il computer per quello che è: uno strumento utile a farsi i cazzi altrui su FB, guardare le sex tape delle celebrità, giocare a Poker on-line e leggere i post dell’Oltreuomo. Egli, saggiamente, al posto che pagare il quadruplo per un prodotto in cui funziona quello che funziona e non funziona quello che non funziona, preferisce il risparmio e la soddisfazione impagabile di un sistema operativo in cui ogni tanto non funziona quello che dovrebbe funzionare ma che poi in realtà funziona comunque e in cui ciò che non funziona, in qualche modo funziona lo stesso.

Iannacci su di lui avrebbe detto: “…quelli che se c’è un problema, un colpo di reset e torna tutto come prima”.

Sistema operativo Linux

Eccolo lì: con la sua maglietta di Zelda, il sottofondo del celebre speed-epic-qualchecosa-metal dei Dragonforce, il poster di Naruto, il suo capello lungo stile Kirk Hammet e due fondi di bottiglia sorretti da un’improbabile montatura metallica, che scrive sul forum insecure.org. Deve informare il mondo che dopo 162 ore di lavoro è riuscito finalmente ad aggiornare l’animazione dell’esplosione delle mine nella versione di Pratofiorito di Fedora. Aggiunge poi che a suo parere Pinball su Debian è comunque meglio che su Ubuntu.

Superfluo credo sia a questo punto aggiungere commenti sull’utilità di Linux e penso anche editorialmente scorretto; pertanto ci asterremo dall’andare avanti poiché, come si usa dire, ritengo non sia etico sparare sulla crocerossa.

BSD, Solaris, MorphOs, ReactOs, Haiku

Li usano in quattro di loro (pleonastico specificare nerd). Essendo cinque, uno tra questi resta quindi senza utente.

In conclusione di questo post palesemente sponsorizzato da Microsoft, ma non per questo meno veritiero, ritengo giusto promuovere l’idea che molti degli stupidi muri che stiamo costruendo tra noi esseri umani e tutte le nuove ghettizzazioni e diatribe socioculturali tra esponenti di opinioni diverse verrebbero meno se la smettessimo di considerarci un sistema operativo e cominciassimo a sentirci persone.

Janne Kim Siirkinen

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