Le 3 crisi di pianto che colpiscono chi ha paura che il proprio cantante preferito muoia
Come non potete non sapere ‘sto anno è andata un po’ male per la musica. Bowie è morto, Prince è morto, Justin Bieber sta bene. Questa ondata di omicidi mirati con cui la sorte ha voluto maltrattare chiunque non si riempia le orecchie di merda ha spaventato chi ama cantanti e musicisti magari un po’ in là con gli anni e quindi potenzialmente a rischio. Ora, mentre tutti insieme ci tocchiamo palle e ferri perché nulla di tutto ciò accada, analizziamo in 5 punti le 3 crisi di pianto che questi buongustai della musica devono affrontare.
#1. Tiri un sospiro di sollievo quando ne muore un altro
Mors tua vita mea è l’atteggiamento tipico dei periodi in cui il pericolo pare sempre dietro l’angolo. “Ok, è un anno di merda, speriamo che muoiano gli altri però.” Così, se la morte di Bowie ci aveva colti di sorpresa, già a quella di Prince avevamo creato una sorta di album figurine Panini in cui inserire tutti i migliori cantanti in circolazione, da depennare al momento del decesso. Ad ora ci sono ancora parecchie valide figurine in circolo ma, per sicurezza, io non scambio le doppie delle mie preferite.
#2. Ascolti in loop le loro canzoni
Il dramma, quando ascolti i pezzi di un morto (pezzi intesi come brani, non come arti), è che sai che non ce ne saranno altri. Svanita per sempre la grinta di quando scopri un nuovo gruppo e dici “Sentiamo che altri album ha fatto!” No, a meno che il nostro musicista preferito non fosse anche un completo cazzone che teneva canzoni pazzesche chiuse in una chiavetta USB che il maggiordomo troverà casualmente in un cassetto della scrivania, X Factor per i morti finisce qui. Quindi ti ritrovi ad ascoltare in loop pezzi anche mediocri dei cantanti ancora vivi perché sai che potranno ancora fare di meglio – e soprattutto possono ancora poter fare di meglio.
#3. Verifichi la loro età
Ad ogni nuovo morto vai a sincerarti sull’età del tuo musicista preferito. Ed è sorprendentemente alta. A parte i Rolling Stones, che probabilmente snifferanno coca sulle nostre lapidi, è plausibile che gli artisti in questione crepino prima di te. E qui parte la prima crisi di pianto.
#4. Ascolti la radio
E ti viene la seconda crisi di pianto. O perché stanno rimettendo i pezzi vecchi del cantante morto – che è un po’ come se un tuo amico ti ricordasse quanto era brava la tua ex a fare i pompini. Oppure perché parte il tormentone dell’estate 2016, rigorosamente in spagnolo, a cui è associato un ballo di gruppo che sarà danzato in tutte le discoteche d’Italia. Allora accosti l’auto, ti rendi conto che dio non esiste o, se esiste, ha dei gusti musicali di merda e ti senti così solo in tutto l’universo che puoi solo scoppiare in lacrime.
#5. Spendi tutti i tuoi risparmi in concerti
Per fortuna i nostri musicisti sono ancora in vita e vanno addirittura in tour. Quindi non c’è tempo da perdere: ti accaparri 7 biglietti per il giro di concerti europeo. Non importa se dovrai prendere un carro trainato da buoi per arrivare fino a Cracovia, morire disidrato mentre aspetti l’inizio della data di Madrid o fare la tangenziale per arrivare a San Siro: tu ci sarai. Il fatto è che questi concerti costano come tutti gli organi di tutti i tuoi familiari messi insieme. Così a fine estate sarai tanto felice quanto povero. Da qui la terza e ultima crisi di pianto – e dopo sarai costretto a vendere le cornee.