10 cose che ricordo dei Lego
Il problema più grande della mia vita è che sono troppo cresciuto per poter giocare con i Lego. Spesso quando mi ritrovo solo a camminare per il centro mi infilo in qualche negozio di giocattoli per ammirare le ultime uscite. Mentre passo in rassegna tutte le raffigurazioni nelle scatole -castelli, villaggi, astronavi, vetture- il mordente desiderio di possederli è lo stesso di quando ero bambino. Da piccolo non potevo comprarmeli perché non avevo soldi, adesso perché mi vergogno. Che vita di merda.
L’unica cosa che posso fare in quei momenti è abbandonarmi ai ricordi di un’infanzia segnata dai mitici mattoncini e dallo spauracchio delle radiazioni di Chernobyl.
Ecco 10 cose che ricordo dei Lego.
#1. Cercare l’ago in un pagliaio
Capitava sempre di non trovare un pezzo piccolissimo in una vastità di mattoncini colorati. Ogni volta era il pezzo più importante. Anche se minuscolo, era necessario per l’intero funzionamento della costruzione. Attraversavo varie fasi durante la ricerca del maledetto.
- Leggero fastidio
- Impazienza
- Frustazione
- Rabbia
- Bestemmie precoci
- Crisi isterica
- Ricovero
Alla fine il progetto veniva abbandonato per il mancato ritrovamento del pezzo, che magicamente compariva nel mucchio quando non serviva più. Che vita di merda.
#2 Pestare un mattoncino
Ci giocavo in casa con i Lego, al sicuro con i piedi scalzi. Capitava in media dalle 13 alle 14 volte al giorno di calpestare con la massima potenza un mattoncino che si era allontanato dal resto del gruppo. In questi casi la reazione era solo una: bestemmie precoci.
#3. Odiare i più fortunati
Ogni volta che intraprendevo un progetto mancava sempre qualche pezzo fondamentale. O non lo possedevo proprio, o lo possedevo in numero insufficente per miei obbiettivi. Ricordo che un mio compagno di classe, tra l’altro poco interessato ai Lego, aveva una città, un aeroporto, una stazione dei pompieri, una della polizia, il porto, un’impresa edile; insomma, la sua cameretta era dotata di strutture più all’avanguardia di una città italiana. Tutto era stato costruito la prima volta e lasciato così senza mai essere smontato. Lo odiavo e lo invidiavo con tutto il cuore. Tutto quel ben di dio di mattoncini sprecato per il figlio di un commercialista.
#4. Perdere le istruzioni
Ogni volta che avevo un nuovo Lego lo costruivo seguendo le istruzioni. Una volta finito lo smontavo dopo 7 secondi e cominciavo a costruire altro mescolando altri mattoncini. Dopo un pò di tempo di solito mi veniva la nostalgia del Lego originale, ma le istruzioni erano ormai più latitanti del rendiconto spese di un presidente di regione. Perciò cercavo di ricostruire a memoria, con risultati da galera.
#5. Costruirsi i giochi
I Lego erano fighissimi anche perché ti permettevano di costruirti altri giochi, che magari i tuoi genitori non potevano comprarti. Ad esempio io ho ardentemente desiderato per anni il Game Boy. Scrissi migliaia di letterine a Babbo Natale ma lui non mi ha mai accontentato, facendomi crescere con il senso di colpa di essere cattivo. E’ in quel momento che ho perso fiducia nelle divinità e ho capito che nella vita dovevo arrangiarmi. Perciò mi costruii da solo il Game Boy con i Lego. Ricordo ore e ore di divertimento ad immaginarmi qualcosa sullo schermo.
#6. Proteggere le creazioni dalla mamma
Nel mio personale Universo Lego, la mamma rappresentava il Dio malvagio, quello che poteva spolverare la mia camera mentre ero a scuola e fare a pezzi tutte le mie mirabolanti creazioni. Capitava nove volte su dieci, ed ogni volta le mie lacrime cadevano come pioggia sui resti degli edifici distrutti. Un immagine, devo dire, molto commovente.
#7. Decapitare gli omini
Gli omini dei Lego servivano anche come valvola di sfogo per il mio lato sadico. Decapitare le teste gialle rappresentava forse il 50% del mio divertimento. Il problema era che si perdevano facilmente. Dopo un po’ di anni ero pieno di corpi mutilati alla disperata ricerca della testa. Ancora oggi ho gli incubi.
#8. Costruire il pene agli omini
Dopo che un ragazzo più grande ci aveva introdotto alla vita mostrandoci un sobrio giornalino porno, costruire il pene agli omini era diventata una necessità.
#9. Cercare di costruire cose impossibili
Ogni volta che venivo abbagliato da un fumetto, un film, un personaggio che mi piaceva molto, cercavo di riprodurlo in versione Lego per possederlo. I risultati erano sempre disastrosi. Anni più tardi ho ritrovato nel web tentativi sicuramente più riusciti del mio.
#10. Giocare
Poi alla fine la cosa bella era giocare. Godersi le costruzioni per ore ed ore. Bei tempi che non torneranno più. Adesso sono grande, adulto, non ho più tempo per pensare a queste cazzate da bambini. Penso a cose più mature, alle tasse, al TFR, al mutuo. E anche voi dovreste, brutti sfigati affetti dalla sindrome di Peter Pan.
In realtà a volte li compro ancora. L’ultimo è il furgoncino Van della VolksWagen. Non è la cosa più bella del mondo? E’ meraviglioso, ha anche le tendine <3 Adesso vado a giocarci, fanculo all’età.
Una foto pubblicata da Andrea Passador (@pirata_cansei) in data: Gen 11, 2015 at 3:38 PST