Cosa vuol dire essere una puttana
Uno dei luoghi comuni che abbiamo la fortuna di ascoltare per le vie del mondo è il seguente:
“Tutte le donne sono puttane”
Se sia un’affermazione vera non mi interessa, quello che mi interessa adesso è capire cosa vuol dire essere una puttana.
Una che la dà a tutti? Una che si fa pagare per darla? Una che partecipa a Uomini & Donne?
Mistero. In effetti, nonostante sia uno degli epiteti di cui si abusa di più nelle conversazioni quotidiane, non c’è una definizione specifica dell’essere puttana.
Treccani risponde così ai miei dubbi amletici.
Puttana s. f. [dal fr. Ant. putain, caso obliquo di pute «donna di facili costumi», femm. Di put (v. putto1)], volg. –
Che mi sembra, onestamente, una definizione un po’ vaga, oltre ad essere venata da sottile moralismo.
Che poi cosa vuol dire donna di facili costumi, che a carnevale si traveste da se stessa?
Quindi credo che a questo punto sia necessario fare un po’ di semantica, per stabilire una volta per tutte cosa voglia dire essere una puttana.
Per farlo utilizzeremo un vecchio amico: il triangolo semiotico di Peirce.
Come si può vedere dall’immagine, il significante è il segno grafico, il referente l’oggetto che si presume esistente nella realtà.
Quello che andremo ad analizzare è invece il significato, ovverosia il contenuto mentale che abbiamo noi della parola puttana – quella roba nel vertice alto del triangolo insomma – e cercheremo di avvicinarlo il più possibile al referente, alla puttana come presunto esistente.
Chiaro no?
Vediamo a questo punto quali sono i vari contenuti mentali di puttana inferendoli dalle conversazioni quotidiane.
# Puttana come prostituta
Silvio e Renato al bar.
- Sei mesi di astinenza caro mio.
- Sei mesi? Mi dispiace, io mi soffocherei con un sacchetto di plastica al tuo posto.
- Eh, ci penso sempre infatti, ma pensavo più a spararmi alla testa.
- Sei matto? Se la pallottola devia rischi di salvarti e restare paralizzato a vita.
- Questo non l’avevo considerato.
- Ma ascolta, perché non vai con una puttana?
- Beh, in effetti una puttana mi sembra una buona alternativa al suicidio.
In questo caso si può dedurre che i nostri due simpatici amici si riferiscano al mestiere più antico del mondo. Puttana è qui inteso come prostituta, e dal momento che prostituta mi sembra un termine molto più specifico per definire una donna che fa una prestazione in cambio di un compenso, mi sento di dire che puttana – al momento contenitore di diverse accezioni – sia qui usato in modo scorretto.
Quindi una puttana non è una che la dà di professione, quella è una prostituta.
# Puttana come libertina
Matteo e Massimo al bar.
- Mi sono innamorato vecchio.
- Davvero? Beh sono contento per te.
- Grazie, grazie… eh sono proprio perso.
- Ma chi è?
- La Lucrezia, conosci?
- La sorella di Cesare?
- Si, lei!
- Ma quella è una puttana.
- Come una puttana?
- Si si, la dà a tutti vecchio lascia perdere.
- Ma a chi l’ha data?
- Non lo so ma a tutti.
- Che puttana.
- Già.
I due si riferiscono in questo frangente a una ragazza che la dà a tutti, utilizzando un’iperbole per dire molti, una ragazza cioè a cui piace fare del sesso con molte persone. In questo caso il termine puttana è corretto solo se utilizzato da un bigotto, ma dal momento che non si possono considerare i bigotti delle persone la questione non si pone neanche. Perciò Matteo e Massimo, che non sono bigotti ma solo molto insicuri, dovrebbero utilizzare il termine libertina, in quanto più corretto e meno offensivo per descrivere una donna che ha il sacrosanto diritto di usare la sua vagina come le pare.
Quindi una puttana non è una che la dà a molti, quella è una libertina.
#Puttana come rivale
Elena e Giorgia in discoteca.
- HAI VISTO CHI C’E’?
- NON TI SENTO!
- E’ ARRIVATA LAURA!
- FAI UN’ALTRA LAUREA?
- GUARDA COME HA MESSO LE TETTE BENE IN MOSTRA!
- NO GRAZIE, AL LOUVRE MI SONO ANNOIATA ABBASTANZA!
- CHE PUTTANA!
- NO DAI E’ UN BEL FILM.
Nonostante il volume molto alto si può dedurre da questa conversazione che il termine puttana sia spesso utilizzato dalle ragazze per definire delle concorrenti, specialmente se più avvenenti o dotate di un seno più grande, che mettono in mostra con nonchalance la loro mercanzia. Anche in questo caso si può dir che il termine puttana sia eccessivo ed utilizzato in maniera scorretta solo per offendere una rivale.
Quindi una puttana non è la ragazza avvenente che sfoggia le sue grazie, quella è una rivale.
# Puttana come Puttana
Roberto e Beppe al bar.
- Come va?
- Alla grande, proprio un periodo d’oro, ho appena chiesto a Giorgia di sposarmi e lei ha detto sì.
- Al proposito ti devo dire una cosa brutta.
- Dimmi.
- Giorgia ti tradisce con il tuo coinquilino.
- Chi te l’ha detto?
- Lei! Me la faccio anche io.
- Sei la persona peggiore del mondo!
- Aspetta a parlare, se la fa anche tuo padre.
- Che puttana!
- Puoi dirlo forte amico… puoi dirlo forte.
Questo è l’unico caso in cui a mio parere si può utilizzare senza timore la parola puttana. Ovvero il caso in cui una ragazza inganna una persona col solo scopo di godere del dolore che potrebbe procurargli, e di sguazzare felice nel suo narcisismo. Il migliore amico dell’esempio non è esente da colpe, e in questo caso lo definiremmo, giustamente, grandissimo figlio di puttana, ovvero legato da un stretto e inscindibile rapporto di parentela alla puttana in questione. Non è una libertina, qui non ricerca il piacere sessuale, altrimenti eviterebbe il fidanzamento – o perlomeno non si farebbe proprio le persone più vicine al suo fidanzato – quello che ricerca è il piacere di ingannare qualcuno di vulnerabile.
In conclusione credo che una puttana non sia né una prostituta, né una libertina, né una rivale avvenente, ma una ragazza che procura volontariamente del dolore a qualcuno che si è reso vulnerabile, in special modo scopandosi i suoi amici.
Amen.