Come sconfiggere le 6 peggiori ansie dello studente
L’inizio dei corsi è alle porte e come ogni anno vi state facendo delle promesse che non manterrete mai. Proprio nel brodo di coltura dei troppi “Studierò” germinano i semi delle ansie che, da qui alla prima sessione di esami, vi rovineranno la vita. Siccome l’ansia è bella solo finché rimane sulle magliette o nel cervello degli altri, ho redatto una breve guida per superare le peggiori preoccupazioni della vita universitaria.
#1. “Recupererò gli esami cho ho indietro…”
“…e magari farò anche quelli di quest’anno.” Certo, come no. Tipica promessa che lo studente in ritardo sul piano di studi si fa a inizio anno. È impossibile la mantenga. Sarebbe come se una squadra retrocessa in Serie B puntasse a vincere la Champions. La redenzione passa attraverso piccoli passi, non facendoti promesse che non manterrai. Sii sempre te stesso, ovvero uno che è già tanto se riesce a recuperare gli esami rimasti indietro.
#2. “Quel prof è un infame e rovina la vita agli studenti”
Il fatto che a volte tu ti senta come uno schiavo in Egitto al tempo delle piramidi non ti aiuterà. Tu non sei un diseredato senza chances di salvezza. Tu sei Batman. I professori sono i tuoi nemici – quello ciccione è Pinguino, quello che sembra buono e poi è cane è Due Facce e via dicendo. Dovrai ingegnarti per sconfiggerli e devi diventare fortissimo per uscirne vincitore, ma ce la puoi fare. Ogni mattina, appena alzato, fai un centinaio di piegamenti ripetendoti “Io sono Batman, io sono Batman, io sono Batman” e vedrai che l’ansia passerà. Oppure vai di Lexotan.
#3. “Devo mantenere la media”
Rispetto alla media è importante allargare il nostro punto di vista. Certo, mantenere la propria andatura è importante, ma se per prendere 27 ad un esame devi: dar fuoco alla tua vita sociale, scegliere l’astinenza monastica per 6 mesi, fare collezione di ulcere, ecc. allora avrai salvato la media ma avrai perso tutto il resto. Diventare dei sociopatici per un voto è un’ottima scelta solo se sociopatico lo sei già – altrimenti è meglio non impazzire.
#4. “Ho paura di non trovare lavoro”
Tranquillo, il lavoro c’è – è lo stipendio che manca. Ma a parte questo non scoraggiarti – a differenza dei tuoi coetanei che non sono andati all’università tu puoi lamentarti del fatto che l’Italia non offre chances ai suoi giovani più qualificati. Lamentarsi è un piacere che ti sei ampiamente meritato dopo duri anni di studio.
#5. “Non troverò mai un relatore decente”
Probabilissimo. Eppure come è fatto un relatore decente? È comprensivo? È un relatore, non un padre confessore. Ti segue bene? Se vuoi essere seguito, trovati uno stalker. Ti propone argomenti interessanti? Quello lo fa anche Wikipedia. Insomma, un relatore cane, che non ricorderà il tuo nome neppure il giorno della laurea (e non è neppure detto ci venga) e che ti farà odiare la tua tesi è solo un realistico antipasto del mondo che ti attende dopo l’università. Ringrazialo.
#6. “Ho un esame difficilissimo”
Look the bright side. Se non avessi esami difficili, saresti al Dams o in qualche altro corso di laurea del terzo mondo. Che vita sarebbe? Una vita spesa a farti prendere in giro dai tuoi amici a cui a differenza tua non bastano i minuti di una pausa cicca per preparare un esame. Quindi rallegrati: stai facendo la cosa giusta (a meno che tu non stia studiando giurisprudenza).